Da Pellegrini all'atletica azzurra, passando per Lochte e Russo: ecco chi ha deluso a Rio. La selezione a cura di Enrico Campana.
La favorita della gara dei 200 sl Federica Pellegrini come a Londra non è salita sul podio, l'unico fatto positivo del 4° posto è che la stimolerà a prendersi una rivincita.
La severità nei confronti del marciatore azzurro Schwazer, il più forte, ribadendo la squalifica ancor prima di far luce sulle possibili manipolazioni delle provette.
Il pugilato ha smentito le previsioni di un rilancio, stucchevole la polemica di Clemente Russo col suo CT (e meno male che non è finita a pugni...) e le accuse alla giuria.
Ryan Lochte ha pagato caro la notte brava inventandosi di essere stato rapinato con altri nuotatori, smascherato esce distrutto come persona e come atleta, gli sponsor gli hanno voltato le spalle.
Il judoka egiziano Islam El Shehaby, squalificato dal CIO per essersi rifiutato di stringere la mano all'israeliano che l'aveva battuto, quando le sconfitte danno alla testa.
L'atletica leggera italiana: zero medaglie, è la seconda volta, nella specialità regina dei giochi noi non siamo nemmeno più cenerentola.
Quel poco di buono che i nostri atleti hanno fatto viene vanificato in finale: la 4x400 col record in batteria va male in finale, Trost e Rosset si qualificano con 1,94 e sbagliano la gara decisiva.
Comico siparietto nel martello: l'azzurro Marco Lingua per 3 volte non passa la rete e poi racconta che quando gareggia fuori casa sente troppo l'emozione.
Hope Solo, star del calcio statunitense, dopo la sconfitta con le svedesi ai rigori le ha accusate di vigliaccheria per aver adottato il catenaccio, servito anche e battere il Brasile in semifinale.
Il doping di Stato tollerato dal ministero dello sport russo che ha portato alla squalifica della squadra , costato la perdita di circa 30 medaglie e anche la grottesca esclusione dalle Paralimpiadi
Il CIO per il doppiopesismo sul doping, l'impunità alle giurie, l'esosità nelle richieste agli organizzatori e la caratura di certe figure, come il funzionario che vendeva biglietti per arricchirsi