Paolo Lugiato: “Investire nello sport conviene”

Paolo Lugiato è una delle figure manageriali di riferimento del mondo delle imprese e dello sport. Nato e cresciuto a Legnano in provincia di Milano, laurea in Economia Aziendale alla Bocconi seguita da un master in Business Administration negli Stati Uniti all’Università di Harvard. La sua è un’esperienza ventennale nel mondo dell’impresa che gli ha permesso di affermarsi anche nel sistema complesso dello sport d’eccellenza. 45 anni, Lugiato ha sempre provato a dare risalto al territorio nel quale ha investito, puntando verosimilmente sulle risorse locali che potessero esprimere al meglio il valore dell’appartenenza al progetto stesso. Ha ricevuto vari premi alla carriera di livello internazionale tra cui i più prestigiosi sono “Capitano dell’Anno” nel 2012 (nello stesso anno vinto anche da Francesco Totti), “Amministratore Delegato dell’anno nel settore energia” nel 2013 e più recentementevincitore, nella categoria “GAMECHANGER OF THE YEAR”, dell’ACQ Global Award peri successi conseguiti nei quasi 10 anni di lavoro nel settore delle energie rinnovabili, di cui 6 spesi alla guida della società leader in Italia nel fotovoltaico per capacità istallata ed energia prodotta.

Paolo Lugiato, Lei nella pallavolo ha avviato il progetto Uyba 2.0, fiore all’occhiello del volley italiano. E’ rivoluzione nel volley?

Nel mio anno all’UnetYamamay Busto Arsizio, con il ruolo di Amministrato Delegato mi sono misurato con una realtà già molto conosciuta sul territorio per aver vinto tantissimo in Italia e in Europa. Il tessuto imprenditoriale della Lombardia e della provincia di Varese ha da sempre risposto molto bene soprattutto perchè la UnetYamamayè una eccellenza non solo a livello tecnico ma anche a livello di marketing e comunicazione. Nessunasocietà nel volley femminile comunica benequanto Busto Arsizio attraverso i social, oggi parte integrante della nostra quotidianità. Insieme al Presidente, Giuseppe Pirola, abbiamo portato nuovi sponsor, locali e internazionali con i quali abbiamo siglato, dove possibile, accordi pluriennali con l’obiettivo di dare alla societàuna maggiore solidità e stabilità.

Oggi guarda lo sport con gli occhi dello spettatore.  Come è cambiato il modo di investire delle aziende nello sport?

Partiamo da un aspetto essenziale, ossia quello che bisogna credere nei valori dello sport e del ruolo decisivo che gioca nella formazione dei giovani. Ho sempre sostenuto che non si possa fare impresa senza impegno sociale e nelle aziende che ho avuto il privilegiodi guidare ho sempre lavorato perrafforzare, anche senza finalità commerciali, la presenza sul territorio,soprattutto attraverso le eccellenze locali dello sport. Ad esempio, a Rovereto, con RTR Rete Rinnovabile abbiamo sponsorizzato il torneo di Volley giovanile di Natale, il torneo di tennis, le giovanili della squadra locale di calcio e la scuola dei maestri di sci di Folgaria. In aggiunta a queste iniziative, al di fuori dello sport, abbiamo supportato un progetto con valenza sociale: l’Intercity Ramblers dell’associazione Ubalda Bettini Girella. Il nostro obiettivo era parlare al cuore delle famiglie ed educare i bambini al rispetto dell’ambiente, alle energie rinnovabili e ai valori dello sport.

C’è persino il tennis nelle sua storia di manager nello sport. Come se la cava con la racchetta?

A dire la verità sono decisamente più bravo dietro una scrivania che su un campo di terra battuta.Sono però orgoglioso di avere sponsorizzato nel 2016 un bel torneo giovanile di tennis al quale hanno partecipato quattro rinomati circoli provenienti da Rovereto, Verona, Trento e Crema. E devo confessare che la voglia di riprendere in mano la racchetta c’è stata.

Il Torneo di volley giovanile di Rovereto è stato un successone, anche quest’anno. Energia pulita e pallavolo, binomio vincente?

Devo dire di sì. Anche l’ultima edizione del Torneo di Pallavolo di Natale, che ogni anno porta migliaia di persone a Rovereto per assistere alle competizioni tra squadre giovanili è stato un successone in termini di pubblico e di ritorno mediatico. Le squadre sono divise in blocchi under 13 anni, 15 anni, 16 anni, 18 anni. Per laseconda volta l’evento è stato sostenuto interamente da Rete Rinnovabile, che a pieno titolo è stata main sponsor. E’ emozionante vedere 80 squadre e 960 atlete che si sfidano in un contesto coinvolgente e carico di tanta energia e gioia. Tra l’altro una giovane pallavolista che ha partecipato con la formazione dell’Ata Trento, Katarina Bulovic, quest’anno fa parte della rosa del Club Italia in A1 e ha appena 14 anni. Di lei vi assicuro ne sentiremo parlare.

La domanda sorge spontanea: ma oggi come oggi conviene investire nello sport?

Assolutamente sì! Sono sempre stato del parere che le imprese italiane debbano essere vicine alle eccellenze sportive del nostro Paese, a prescindere dalla disciplina. L’Italia vanta bellissime realtà sportive al di fuori dei riflettori dei media, che meritano maggiori attenzioni e investimenti da parte delle aziende. La normativa fiscale poi agevola gli imprenditori che desiderano sponsorizzare le società sportive, in particolare alle associazioni sportive dilettantistiche (ASD) o le federazioni riconosciute dal Coni. Le spese di sponsorizzazione si possono infatti dedurre per intero fino adimporti sufficientemente capienti.

Supportare con sponsorizzazioni realtà meno note ma ben radicate sul territorio ha un forte valore sociale con buoni ritorni di immagine sulle famiglie e le istituzioni locali. Sponsorizzare invece realtà più note a livello almeno regionale o addirittura nazionale, come ad esempio invece la UnetYamamayha spesso buoni ritorni commerciali, soprattutto laddove vi è forte coerenza tra supporter della squadra e target del prodotto. E’ provato da ricerche che molte famiglie orientano la loro scelta sullo scaffale su prodotti di aziende che sentono più vicine perché affiancate a sport carichi di valori e, in particolare, alla loro squadra del cuore. In Italia abbiamo la fortuna ancora una volta di avere nuclei familiari che vivono di valori e che credono nei messaggi che ogni giorno i loro beniamini sportivi lanciano attraverso i media e i social.

Tra premi individuali e incarichi di prestigio, è di fatto uno dei brillanti manager che muove l’economia internazionale…

Prima di tutto mi ritengo un gran lavoratore, che ha scelto di dedicare, con enormi sacrifici, una parte importante della sua vita alla professione. Quando ho iniziato come consulentealla McKinsey& Coho trascorso tante notti in ufficio e tutt’ora non mi tiro indietro quando è necessario sacrificare il fine settimana per portare a termine il lavoro. Sono convinto che un leader debba prima di tutto dare il buon esempio ed è difficile chiedere tanto ai propri collaboratori se non si dimostra di crederci in prima persona.
Poi, per il successo di una iniziativa, nel business come nello sport è fondamentale saper costruire una buona squadra, renderla coesa ed allenarla al meglio. Nelle mie ultime esperienze lavorative mi sono sempre imposto di dedicare almeno metà della mia settimana lavorativa allo sviluppo dei miei collaboratori, perché ho sempre sentito il mio successo come fortemente dipendente da questo. Spesso i cosiddetti capi pensano che pagare uno stipendio sia di per sé una molla sufficiente per ottenere il meglio dai propri dipendenti, ma nella stragrande maggioranza dei casi la motivazione deriva da altro.

Per questo ho sempre cercato di interpretare il mio ruolo in maniera analoga ad un allenatore di una squadra sportiva, e ancora oggi traggo molta ispirazione dai video dei discorsi dei migliori coach del volley, del rugby, del calcio e del basket.

La rivedremo in una società sportiva in qualità di manager?

L’esperienza di con la UnetYamamay mi ha permesso di avvicinarmi e innamorarmi della pallavoloe di conoscere da vicino tutte le tematiche legate alla gestione di una società sportiva di primissimo livello.Un anno ben speso, durante il quale ho imparato molto.Tuttavia guidare una società sportiva richiede un impegno a tempo pieno, che al momento non è compatibile con i miei obiettivi professionali. Per questo per ora la scelta è di guardare il mondo dello sportcon gli occhi dello spettatore. Tuttavia, se arrivasse una bella opportunità, non escludo un mio ritorno sulle scene con un impegno full time, degli obiettivi sfidanti e un ulteriore arricchimento umano e professionale.

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