Stefano Tamburini buca il pallone e fa incetta di followers

Su Twitter (account @s_tamburini) non ha numericamente i followers di Donald Trump e neanche quelli di Vasco Rossi (ovviamente impossibili anche da avvicinare) ma da qualche settimana Stefano Tamburini li sta aumentando vertiginosamente.

Il motivo è presto spiegato. Il giornalista, responsabile di inserti e supplementi centralizzati dei quotidiani Finegil (Gruppo Gedi) – e in passato direttore del Corriere Romagna, dell’agenzia Agl (quella che fornisce le pagine di attualità ai quotidiani Finegil) e de la Città di Salerno – è stato autore di alcuni editoriali (distribuiti su tutti i quotidiani del gruppo) con cui ha gettato un sasso (o, per meglio dire, un bel macigno) nello stagno sul quale si affacciano gli esperti di calcio, o in alcuni casi presunti tali, nella categoria mass-media.

“A Cardiff sconfitte anche la credibilità del calcio italiano e di chi lo racconta”, ha evidenziato Tamburini, meritandosi il plauso unanime e, visto che siamo nell’era dei social, condivisioni a go-go (decine di migliaia) su Twitter e Facebook e, di conseguenza, sui siti dei giornali che hanno ospitato il commento. Anche – va detto – di tifosi juventini sotto choc per un rovescio inaspettato, soprattutto nelle dimensioni. Anche – va aggiunto – di colleghi della Tv, della carta stampata e del web. Ed è probabilmente questa la medaglia più importante: raramente tra operatori dello stesso settore ci si complimenta pubblicamente, con sincerità.

“La batosta di Cardiff ha fatto crollare questo castello fragile basato sulla necessità di rendere appetibili le partite più che raccontarle. E che testimonia l’inutilità, per non dir di peggio, di far parlare di calcio solo chi ogni domanda la fa precedere da un ‘noi che abbiamo giocato lo sappiamo’”, ha sottolineato tra l’altro il collega in un articolo che si può apprezzare a questo link e che andrebbe soprattutto fatto leggere alle nuove generazioni di giornalisti in erba. 

“Mi hanno colpito anche le frasi di Mario Sconcerti, che stimo e che è un maestro, su Cristiano Ronaldo e sul fatto che nella Juventus avrebbe fatto panchina. E ne ho voluto parlare”, spiega a Sportal.it Tamburini. Che anche sul mancato rinnovo del contratto del portiere milanista Gianluigi Donnarumma, giorni più tardi (ecco il link all’articolo), ha detto la sua in maniera non banale. “È bastato veramente poco per scivolare dalla favola alla più squallida storia di arricchimento ingordo, inutile e dissacrante”, ha osservato.

Classe 1961, originario di Piombino (Livorno), Tamburini – classico giornalista ‘polivalente’, nella sua carriera si è occupato di tutto durante le sue esperienze in mezza Italia – non scrive di sport da ieri: nel suo ‘palmarès’ c’è una vittoria contro una pesantissima querela di Marco Bogarelli, quando era a capo di Infront, l’advisor per i diritti tv di Lega calcio e Federcalcio. Presentata nel giugno 2015 su 18 ‘piazze’ diverse, si è estinta con l’archiviazione della prima procura che l’ha esaminata, quella di Sassari. “Il calcio e il gioco sporco dei potenti” (qui il link all’articolo), era il titolo del commento ‘sgradito’ a Bogarelli.

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