
Gianluigi Buffon, oggi capo delegazione della nazionale italiana, è tornato a parlare di Calciopoli a Frabosa Sottana, in Piemonte, dove ha ricevuto il premio Castagna d’Oro
Gianluigi Buffon, oggi capo delegazione della nazionale italiana, è tornato a parlare di Calciopoli a Frabosa Sottana, in Piemonte, dove ha ricevuto il premio Castagna d’Oro.
“Con la Juve ho vinto 13 scudetti, non 11. Bisogna considerare anche quelli vinti sul campo e revocati in seguito a decisioni giudiziarie. Per me quei titoli hanno lo stesso valore”.
“Sono stato molto indulgente fino ai 20-21 anni, perché fino a quell’età mi sentivo in diritto di commettere e imparare dai miei errori. Era una sorta di bonus, che tuttora ritengo giusto essermi concesso, in quanto raggiungere la fama in gioventù non significava assumere automaticamente la postura di un uomo adulto. Nella vita ho sempre cercato di guardarmi allo specchio e di non abbassare mai lo sguardo: ho commesso errori, ma in buona fede, in maniera autentica. Sono sempre stato autentico. Mi sono anche vergognato degli sbagli fatti, però li ho sempre pagati in prima persona. Questa è la forma migliore di apprendimento. Questo è l’unico modo per diventare un uomo migliore”.
“Al 90% l’Italia dovrà fare lo spareggio per andare al Mondiale. Le ultime partite del girone dovranno prepararci per arrivare al meglio a quel momento, noi siamo sicuri che con questa unità tutto sia possibile. Serve attaccamento alla Nazionale, è fondamentale”, ha concluso l’ex portiere.