Casa Viola: il sogno di Edoardo Bove tra sport, prevenzione e futuro

Il progetto unisce sport, educazione e salute, con l’obiettivo di offrire ai giovani un ambiente sicuro e stimolante dove crescere

Nel cuore della riserva naturale di Monte Mario, a Roma, è nato Casa Viola, un centro sportivo e formativo voluto da Edoardo Bove, centrocampista della Fiorentina, in collaborazione con la Boreale ASD e con il sostegno della Fondazione Castelli. Un progetto che unisce sport, educazione e salute, con l’obiettivo di offrire ai giovani un ambiente sicuro e stimolante dove crescere.

Durante la conferenza stampa di presentazione, ben coordinata dal giornalista di Sky Sport Mario Giunta, erano presenti numerose figure istituzionali e sportive. Accanto a Bove sedeva il presidente della Boreale, Leandro Leonardi, mentre tra il pubblico spiccavano il sindaco di Roma Roberto Gualtieri, l’assessore allo Sport Alessandro Onorato, il presidente del Consiglio Regionale del Lazio Antonello Aurigemma, il presidente della FIGC Gabriele Gravina e, con un videomessaggio di saluto, anche il presidente del CONI Giovanni Malagò.

Un investimento per il futuro

Gli interventi di ristrutturazione hanno previsto un investimento di 850.000 euro, destinati alla riqualificazione delle strutture e all’ampliamento delle attrezzature. Il centro ora ospita:

1 campo da calcio a 11 in erba sintetica di ultima generazione, omologato per competizioni FIGC

2 campi da calcio a 8

4 campi da calcio a 5

4 campi da padel

2 campi da pickleball, sport in forte crescita

Spogliatoi modernizzati, funzionali e accessibili

Una palestra attrezzata

Un ristorante-pizzeria attivo 7 giorni su 7

Parcheggio riqualificato e spazi esterni bonificati per una migliore fruibilità e sicurezza

La missione della Fondazione Castelli

La Fondazione Castelli, partner fondamentale del progetto, ha annunciato che il primo progetto-obiettivo sarà dedicato all’addestramento alla rianimazione cardio-respiratoria di base e all’uso del defibrillatore semiautomatico (BLS-D). Il programma sarà rivolto a tutti gli operatori che assistono i giovani nella pratica sportiva: allenatori, massaggiatori, dirigenti accompagnatori. Un’iniziativa concreta per promuovere la sicurezza e la cultura della prevenzione nello sport di base.

Il messaggio di Bove: sport, prevenzione e libertà

Bove, visibilmente emozionato, ha raccontato: “Casa Viola è il mio modo di restituire ciò che ho ricevuto. In questo spazio ho iniziato a sognare, a crescere, a credere nei miei mezzi. Oggi voglio che tanti altri ragazzi abbiano la stessa possibilità”.

Dopo il malore che lo ha colpito in campo a dicembre, ha deciso di farsi portavoce della prevenzione: “Prima che accadesse quello che è successo, anche io ero disinformato. Sul tema della prevenzione, come ad esempio sull’uso del defibrillatore, i ragazzi ascoltano più un calciatore rispetto a un dottore preparato. Vorrei usare la mia immagine pubblica per arrivare prima e meglio a più persone possibili”.

Un messaggio condiviso anche da Alessio, figlio del presidente dell’associazione: “È importante saper reagire davanti a un evento avverso, ma è altrettanto importante anche prevenire. La questione riguarda anche gli uffici, non solo gli impianti sportivi”.

Con grande semplicità, Bove ha ricordato le sue origini:
“Anche io andavo a giocare a pallone dopo la messa e con lo stesso spirito di quei primi passi ho giocato poi in Serie A e in Nazionale. Non va messa pressione ai ragazzi, ma lasciati liberi di giocare e divertirsi”.

Il futuro di Bove

Sul piano personale, Bove ha parlato con sincerità del suo futuro: “Non mi vedo allenatore, è troppo stressante. Voglio ancora fare il calciatore. Questa stagione mi ha fatto maturare tanto, anche come figura nello spogliatoio”.

E sul legame con la Roma: “L’omaggio dell’Olimpico mi ha lasciato un segno profondo. Non so se tornerò, ma il legame resta fortissimo”.

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