Bartolomucci sono – 15 dicembre 2015

“Io non posso rispondere a certe domande….se volete dico ad Antonio e lui poi, se vuole, ve lo riferisce!”.
 
Così Josè Mourinho nel dopo AtalantaInter di qualche anno fa, nerazzurri interisti battuti nettamente e… quella domanda: “Ma perché non punta sui giovani?” dallo studio  di Diretta Gol, Italia 1, condotta da Davide De Zan.
 
Lo osservai stranito. Mentre Davide fu abile e disse “ok mister parli con Bartolomucci…”.
 
E’ pazzo pensai. E sperai che tutto finisse col Mou che andava via senza dirmi nulla e invece si avvicinò e mi sussurrò nell’orecchio “come faccio a puntare sui giovani se in settimana hanno appena rinnovato il contratto a molti ultratrentenni?”. Pensai ancora che quella confidenza l’avrei potuta tenere per me e invece… La telecamera aveva rubato quel momento e Davide incalzò: “Antonio abbiamo visto Mourinho che ti sussurrava qualcosa…”.
 
Rischiai di balbettare ma alla fine usai una metafora. “Mi ha detto – spiegai – che l’Inter è simile ad un armadio che contiene tanti vestiti nuovi e alcuni usati….ecco se quelli usati vengono costantemente rinnovati sembra assurdo accantonarli e quelli nuovi restano nel cellophane”. Fu la mia migliore arrampicata sugli specchi, ma mi rivelò un aspetto del Mou. Ve lo spiego con un’immagine della boxe. Quando sei nell’angolo e l’avversario ti sta riempiendo di pugni devi sgusciare e guadagnare il centro del ring.
 
Josè è questo. Molto abile. L’ultima volta l’ho visto ad Amsterdam, prima di un Ajax-Real, in conferenza stampa. Ero in vacanza e pensai di andarlo a trovare. Mi dissi chissà se riuscirò a salutarlo. C’erano una trentina di telecamere e un centinaio di giornalisti, quando entrò nella palestra dell’Arena si alzarono tutti in piedi. “Ecco – pensai- non mi vedrà e avrò fatto un viaggio a vuoto…”. Si aprì uno spiraglio e riuscii a incrociarne lo sguardo.
 
Sorrise, lasciò il gruppo e venne verso di me. Avevo accanto Simone Togna, un giovane e molto valido collega, “se ci salutiamo riprendi per favore!” fu una raccomandazione sentita la mia, perché Josè è uno di quegli amici che vedi raramente ma senti sempre vicino, inutile dire che la telecamera si inceppò e registrò solo due secondi di abbraccio.
 
“Ma c’è la possibilità di rivederti in Italia?” gli chiesi e lui “voglio tornare a Londra, magari poi. Le cose non sempre vanno bene e perché no, dopo Londra…”. Andò a Londra. E’ ancora a Londra.
 
Gli portai il vino negramaro che lui ha sempre amato e gli strappai una promessa: se vieni in Italia ci vediamo.
 
Credo che quel giorno è vicino. Sento di poter affermare con pochi dubbi che Josè è vicino all’Italia, con la sola eccezione di una chiamata francese al Paris Saint Germain. I contorni della vicenda: sconfitta dal Leicester e da Ranieri principalmente (con quello strano abbraccio), spogliatoio ostile e lui che si sente tradito e lo dichiara rivelano che Josè è pronto ad andarsene. Difficile la Francia perché Blanc va bene e lui difficilmente accetterebbe una piazza che ha goduto di tanti successi in campionato, potrebbe prendere direzione Roma, città che lo affascina (ci andò con la famiglia in vacanza e riuscì a passare inosservato).
 
Per capire se è arrivato il momento di scrivere il nuovo capitolo “Mou il ritorno” basta aspettare…. Certo Josè lontano dall’Inter potrebbe far male già nell’immaginario nerazzurro, quando stamane ne parlavo con una collega di fede interista la sua risposta è stata: “nooo non voglio nemmeno pensarci alla lontana….”. Staremo a vedere ed a sentire soprattutto. 

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