Dinamo Sassari, Stefano Sardara spiega l’addio di Pasquini

Il presidente della compagine sarda ha parlato in conferenza stampa dell'uscita dello storico direttore sportivo

Il presidente della Dinamo Sassari, Stefano Sardara, è intervenuto in mattinata in conferenza stampa. “Chiudiamo una stagione complicata, come del resto lo è stata anche la precedente – ha esordito -. Abbiamo fatto i conti con numerosi infortuni che hanno inevitabilmente condizionato il nostro cammino, ma siamo riusciti comunque a portare a casa il risultato minimo: restare in Serie A. Il nostro obiettivo è sempre stato competere per i playoff, sia per la squadra maschile che per le Dinamo Women e sul basket in carrozzina. Serve tirare fuori tutte le energie, come ha detto bene coach Bulleri: la squadra deve coinvolgere, deve divertire. E nonostante tutto, non ho mai avuto la sensazione che questa squadra stesse mollando”.

“Abbiamo giocato per larghi tratti con giocatori fuori ruolo e, considerando le difficoltà, è stata una stagione particolare – ha proseguito il numero uno dei biancoblu -. Ma la considero anche un primo passo per ripartire. L’umore oggi è più alto che mai: negli ultimi due mesi ho messo in secondo piano altri impegni professionali per stare ancora più vicino alla Dinamo. Quando guardo agli anni migliori è perché tutti eravamo sul pezzo: quando manca anche solo un ingranaggio, qualcosa si paga. Non ho mai pensato, nemmeno per un minuto, che potessimo essere coinvolti nella lotta salvezza, ma è evidente che non si è lavorato abbastanza bene. Non voglio attribuire colpe: gli infortuni hanno pesato, ma evidentemente non si è fatto abbastanza. L’anno scorso, paradossalmente, ero più preoccupato di quanto lo sia stato quest’anno”.

Quindi ha spiegato l’uscita di Federico Pasquini: “Rappresenta per noi un passaggio importante. Lo ringraziamo per questi 14 anni di lavoro, di successi, di errori e di vittorie sempre condivise. È stato una pedina fondamentale della Dinamo: non sarà facile rimpiazzarlo, ma è anche l’inizio di un nuovo capitolo. Quando l’ho scelto come direttore sportivo c’era grande scetticismo, ma il tempo ha dimostrato che è stata una scelta vincente. Federico è un grande conoscitore della pallacanestro, ma anche un attento osservatore delle dinamiche sociali della città. E noi sassaresi, come i sardi in generale, non siamo semplici da decifrare. Siamo sereni: sappiamo cosa fare, stiamo sfogliando la margherita e diversi professionisti si sono proposti. Questo dimostra che Sassari ha ancora un grande appeal. Appena avremo fatto la nostra scelta sul nuovo diesse, la comunicheremo”.

“Quando si costruisce una squadra, la priorità è sempre cercare di confermare quanti più giocatori possibile, perché ogni volta che si riparte da zero si paga dazio in termini di conoscenze reciproche. Vincini è, a mio avviso, il lungo italiano giovane più forte del campionato e lo vedremo presto in Nazionale. Veronesi ha dimostrato di poter stare stabilmente in Serie A. Thomas incarna esattamente ciò che vogliamo essere: entusiasmo, voglia di fare, spirito Dinamo. La verità è che il mondo intorno a noi è cambiato: guardate cosa sta succedendo a Trapani, a Trieste con l’ingresso del fondo americano, o in altre piazze dove stanno arrivando investimenti dall’estero. Noi, invece, siamo un progetto fatto in casa”.

“Pian piano stiamo risolvendo anche le difficoltà avute con la Regione negli ultimi anni. Il nostro budget non è mai calato, anzi, è cresciuto. Se non siamo ai playoff non è colpa del budget, ma di un lavoro che – al netto degli infortuni – non è stato abbastanza efficace. Non mi nascondo: io, ad esempio, una coppia come Bibbins-Halilovic non l’avrei mai fatta. È stata una scelta coraggiosa, ma purtroppo non ha pagato” ha concluso Sardara.

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