La torcia olimpica è in viaggio, Giovanni Malagò celebra l’Italia e lo sport

Articolo di Aldo Seghedoni

Ad Atene il presidente di Milano Cortina 2026 Giovanni Malagò ha riflettuto sul simbolismo della fiamma e sul ruolo dell’Italia come prossimo Paese ospitante. “Lo spirito italiano brillerà nella fiamma della torcia, coinvolgendo tutta l’Italia e unendo il mondo nell’obiettivo comune che è al cuore di Milano Cortina – ha detto -: usare il potere senza tempo dei Giochi Olimpici per creare nuove opportunità per le giovani generazioni attraverso lo sport. Ogni passo che io e le migliaia di tedofori compiremo nelle prossime 10 settimane ricorderà al mondo il potere dello sport di costruire ponti, abbattere barriere e creare insieme un futuro più sano e sostenibile”.

Ogni staffetta della torcia olimpica ha una propria storia, con un tema e un percorso che celebrano la cultura, la storia e il popolo del Paese ospitante — accendendo lo spirito dei Giochi molto prima dell’inizio delle prime gare. Definita “The Greatest Journey” dal Comitato Organizzatore di Milano Cortina 2026, questa staffetta percorrerà tutta la lunghezza dell’Italia — illuminando lo spirito della nazione, unendo le comunità e celebrando la cultura italiana e i valori olimpici.  Nell’arco di 63 giorni, la staffetta percorrerà 12.000 chilometri, visitando tutte le 20 regioni italiane e 110 province, attraversando 60 siti patrimonio mondiale dell’UNESC, prima di raggiungere Milano per la Cerimonia di Apertura del 6 febbraio 2026.

In linea con gli impegni di sostenibilità di Milano Cortina 2026, la torcia olimpica brucerà bioGPL prodotto da fonti rinnovabili come l’olio da cucina usato, e ciascuna torcia potrà essere riutilizzata e ricaricata fino a 10 volte. La fiamma olimpica sta viaggiando attraverso la Grecia in direzione di Atene, dove il 4 dicembre avrà luogo la cerimonia ufficiale di consegna allo Stadio Panatenaico. Partirà poi per l’Italia, trascorrendo il 5 dicembre a Roma prima dell’inizio della sezione italiana della staffetta il 6 dicembre. La prima fiamma per i Giochi Olimpici Invernali fu accesa in Norvegia, per Oslo 1952, seguita da Roma per Cortina d’Ampezzo 1956, e nuovamente in Norvegia per Squaw Valley 1960.

 

 

 

Gli dicono tutti che è troppo elegante ma lui non crede sia vero. Ha sempre avuto una grande attrazione per la NBA ma l’altezza non l’ha mai supportato e così ha dovuto ben preso riporre il sogno nel cassetto di diventare un giocatore di basket professionista. Ma non considera che scrivere sia un ripiego, tutt’altro.

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