Michel Perrin affila l’ascia in vista del mondiale Stihl Timbersports di Milano

Articolo di Mauro Corno

"È uno sport spettacolare ma che richiede tanta concentrazione. Punto alla top-5" sottolinea con Sportal.it il campione italiano,

Michel Perrin, valdostano, campione italiano di Stihl Timbersports, rappresenterà la nostra nazione nel prossimo World Championship di Milano in programma il 24 e 25 ottobre all’Allianz Cloud. Sportal.it lo ha intervistato in esclusiva nel giorno della presentazione ai media di un evento che si preannuncia altamente spettacolare (le foto) e nel quale Perrin gareggerà anche nella competizione a squadre con la nazionale italiana, che è in crescita come tutto il movimento.

Come ci si avvicina a uno sport così particolare?
Diciamo che bisogna avere un po’ di passione per la legna. C’è chi arriva da una famiglia di boscaioli, e c’è chi come me ci è cresciuto in mezzo: mio papà e mio nonno tagliavano legna, e io ero sempre lì, tra motoseghe, asce e trattori. È nato tutto un po’ così, in maniera naturale. Poi lavoravo per un rivenditore Stihl, mi hanno mandato a Milano per un aggiornamento sulle motoseghe e, mentre ero lì, l’ufficio marketing della Stihl mi ha chiesto se avessi voluto provare. Sono andato al mio primo training camp… e da lì non ho più smesso.

Quanto conta essere nato in Valle d’Aosta?
Conta, eccome. Questo sport si pratica soprattutto nel Nord Italia, almeno per ora. L’obiettivo è coinvolgere anche il Centro e il Sud, dove comunque c’è sempre più interesse. Però la Valle d’Aosta ha boschi a non finire, legname a volontà… è quasi uno sport “nostro”. Un po’ uno sport valdostano, ecco.

E sei anche motivo di orgoglio per la tua regione, giusto?
Sono l’unico campione italiano di Stihl Timbersports valdostano al momento, e anche l’unico atleta valdostano. Mi piacerebbe vedere altri miei corregionali avvicinarsi a questo sport.

Che caratteristiche servono per praticarlo? Io, ad esempio, da piccolo avevo paura anche solo a tenere un’ascia in mano…
Sì, è uno sport spettacolare ma che richiede tanta concentrazione. Se hai fatto festa la sera prima, meglio lasciar perdere. Quando sei lì, niente telefono, niente Instagram, niente distrazioni: serve attenzione totale. Hai in mano attrezzi affilati e pesanti: basta un errore e ti fai male sul serio. Devi sempre essere consapevole di quello che stai facendo.

Adesso ti aspetta un evento enorme: gareggiare tra i migliori al mondo. Come ci si prepara a una sfida del genere?
È stato difficile arrivarci, e sarà ancora più difficile portare a casa un risultato eccellente. Parliamo dei 12 atleti migliori al mondo. Già far parte di loro è motivo di grande orgoglio. Mi preparo da gennaio, prima per il campionato italiano, che era la barriera per qualificarsi al mondiale, e ora sto spingendo ancora di più per arrivare al top.

Facciamo una promessa? Un obiettivo da dichiarare?
Il mio obiettivo è migliorare il miglior piazzamento italiano di sempre: l’ottavo posto. Entrare nella top 5 per me sarebbe un traguardo. Tutto ciò che viene in più è tutto guadagnato.

Da oltre vent’anni Editor-in-Chief di Sportal.it si è laureato in Scienze Politiche alla Statale di Milano con una tesi su Georges Simenon. Ha scritto due libri su calciatori e allenatori italiani all’estero: Ai confini dell’impero e Nuovi confini dell’Impero. Da bimbo era certo che avrebbe giocato in serie A ma già in Seconda Categoria faticava.

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