Il nuovo progetto di Jury Chechi: “Racconti davvero toccanti”

Articolo di Mauro Corno

In esclusiva per Sportal.it il Signore degli Anelli parla del suo ‘Back in the Game’.

Il Signore degli Anelli Jury Chechi ha deciso di vestire i panni di narratore in Back in the Game, il nuovo format nel quale ha esplorato storie di fiducia, forza interiore e umanità legate a grandi sportivi italiani. A Milano c’è stata la presentazione della trasmissione di Sky e Sportal.it ha intervistato in esclusiva il fuoriclasse della ginnastica.

Hai avviato una nuova esperienza, importante e intensa. Quanto ti stai divertendo?

È un progetto molto bello e anche divertente, ma con contenuti profondi, a tratti anche emozionanti. Le storie che abbiamo raccolto, di atleti straordinari, ma anche di personaggi del mondo dello spettacolo e della televisione, raccontano percorsi di successo, ma soprattutto di vita. Ci hanno regalato racconti davvero toccanti, che meritano di essere ascoltati. Noi abbiamo cercato di raccontarli con leggerezza, ma senza perdere la sostanza.

Quanto è importante far capire ai ragazzi che dietro un volto noto nello sport ci sono anni di sacrifici? Spesso ci si ferma all’apparenza, ai tatuaggi, all’atteggiamento, ma dietro c’è molto di più.

Esatto. Ed è proprio questo che è emerso parlando con questi personaggi: più che sacrifici, sono scelte difficili ma necessarie. Il vero sacrificio è fare qualcosa senza sapere se ti porterà da qualche parte. Ma quando sai che un impegno ti avvicina a un obiettivo, anche se è duro, lo affronti. Non è più un sacrificio, ma una scelta consapevole. Le storie che abbiamo raccontato lo dimostrano: c’è sempre una grande determinazione. E la determinazione non rende le cose più facili, le rende possibili. Questo è il messaggio più forte che è venuto fuori.

Parlando di stagioni intense e di obiettivi futuri: la ginnastica italiana è ripartita alla grande dopo un’Olimpiade clamorosa. Ora ci avviciniamo alla fine del 2025, un anno cruciale verso il prossimo quadriennio olimpico. C’è ancora un Mondiale da disputare: cosa possiamo aspettarci? E uno sguardo già verso Los Angeles 2028?

Secondo me possiamo aspettarci cose molto buone. Abbiamo atleti e atlete in grande forma, sia nel maschile che nel femminile. Già da questi Mondiali possiamo ambire a risultati importanti. E perché no, provare anche ad alzare l’asticella in vista di Los Angeles. Anche solo confermare quanto fatto a Parigi nel 2024 sarebbe un risultato enorme.

Tu sei tornato in gioco a un’età in cui molti pensano che lo sport ad alto livello sia finito. Qual è il segreto per restare così performanti anche quando si è fuori dagli “anni d’oro”?

Non c’è un segreto assoluto. Serve una grande motivazione, una determinazione incrollabile e una volontà feroce di raggiungere l’obiettivo. Bisogna anche essere consapevoli che l’età non è solo un numero: conta, eccome. Ma bisogna conoscere i propri limiti e provare comunque a superarli, ogni volta.

I limiti esistono?

Quando ho vinto il bronzo ad Atene nel 2004, l’ho capito davvero: si può andare oltre ciò che si pensa sia il proprio limite. Per questo quella medaglia vale tanto per me, forse quanto l’oro di Atlanta nel ’96.

Da oltre vent’anni Editor-in-Chief di Sportal.it si è laureato in Scienze Politiche alla Statale di Milano con una tesi su Georges Simenon. Ha scritto due libri su calciatori e allenatori italiani all’estero: Ai confini dell’impero e Nuovi confini dell’Impero. Da bimbo era certo che avrebbe giocato in serie A ma già in Seconda Categoria faticava.

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