Mourinho-Wenger, altri veleni

Il Chelsea ha appena rimesso la testa fuori dall’acqua, grazie al tonificante doppio successo contro Maccabi Tel Aviv, in Champions, e Arsenal, e José Mourinho torna a graffiare. Tutt’altro che spaventato per le possibili punizioni relative al “caso Carneiro”, lo Special One è stato protagonista della solita conferenza stampa show, che ha ovviamente offuscato la vigilia della trasferta al St. James’ s Park contro il Newcastle, dove un anno fa i blues caddero.
 
Tema del contendere è il “solito” Arsene Wenger, accusato questa volta da Mourinho per aver criticato la conduzione arbitrale del derby londinese di sabato scorso, e non solo. Con tanto di rimando al celebre “cheek to cheek della scorsa stagione”:
 
“Tutti noi allenatori siamo in discussione se non raggiungiamo gli obiettivi eccetto uno, ben per lui. Di chi si tratta? Lo sapete tutti, l’unico che può parlare prima e dopo le gare degli arbitri, l’unico che può spintonare le persone all’interno dell’area tecnica, l’unico che può urlare e piangere da mattina a sera senza conseguenze. Può mancare gli obiettivi e mantenere il suo incarico oltre ad essere trattato come un re” ha detto il portoghese senza citare il collega alsaziano.
 
La pallina torna nella metà campo di Wenger, che ha prontamente risposto, seguendo lo stesso stile. Quello di non nominare il nemico.
 
L’occasione è fornita dalla sfida al Leicester, rivelazione della Premier allenata da Claudio Ranieri, avversario storico di Mou. E allora, quale miglior assist…: “Quando Claudio ha lasciato il Chelsea, aveva costruito le basi della squadra che ha avuto tanti successi nell’ultimo decennio – ha detto Wenger, con chiari riferimenti ai trionfi di Mou a Stamford Bridge – Ranieri è un grande manager e un grande uomo. C’è una crescente visione secondo cui contano solo i risultati, non importa con quali metodi vengono raggiunti. Per me, è importante che lo spirito dello sport vinca sempre”. Ogni riferimento…
 
 

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