Ayrton Senna, le drammatiche parole del medico che lo soccorse in quel tragico giorno

Trent’anni fa la morte di Ayrton Senna

Giovanni Gordini, all’epoca medico del 118 responsabile del soccorso, con il Resto del Carlino ha ricordato la tragica morte di Ayrton Senna, che perse la vita il primo maggio del 1994 per le conseguenze di un tremendo incidente sulla pista di Imola.

“C’era già stato un incidente, io ero andato quindi vicino alle tribune: dopo la prima partenza, c’era stato uno stop, poi la seconda partenza. Avevo un vespino e, muovendomi fuori dal circuito, riuscii a entrare dalle reti poco più avanti al Tamburello” ha detto.

“I colleghi stavano già iniziando il trattamento. C’era Sid Watkins, capo medico della Fia: si sentiva Senna che respirava da solo. Era vivo e ancora non erano state completate le procedure per stabilizzarlo. Siccome avevamo un elicottero in giro, concordammo con Watkins di farlo atterrare lì vicino” ha aggiunto Gordini.

“La Tac era devastante – ha proseguito il medico -. Si vide subito tutto quello di drammatico che c’era, compreso il danno fatto dal braccetto della sospensione, la frattura della base cranica, dove il cranio si articola con il collo. Da li scaturirono emorragie. Devastante”.

“Tentammo il tutto per tutto. Ma dopo poco si vide che l’encefalogramma era piatto. Era la documentazione della morte cerebrale: fu inoppugnabile. Purtroppo. Povero Ayrton” la conclusione di Gordini.

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