Lomu, la morte è un caso

In Nuova Zelanda e non solo si è tornati a parlare della morte di Jonah Lomu.
 
Stanno facendo discutere le parole di Joeli Vidiri, 42 anni, compagno di Lomu agli Auckland Blues: “Ci veniva dato un grosso contenitore di creatina – ha raccontato al Daily Telegraph -. Le istruzioni erano scritte sul retro e lo portavamo sempre con noi. Mescolavamo la creatina con l’acqua. Non ricordo quanto ne prendevamo, ma di sicuro prima e dopo ogni allenamento. Ne prendeva anche Jonah, anche se non troppa, perché assumeva già delle medicine per i suoi problemi con i reni. L’abbiamo assunta dal 1997 in poi. Eravamo buoni compagni di squadra, in spogliatoio ci sedevamo spesso vicini. Quando sei giovane non vedi l’ora di emergere, fai qualsiasi cosa per portare avanti la tua carriera di giocatore. C’era un sacco di pressione su di noi, perché dovevamo far bene. Avevamo appena iniziato a essere pagati, c’era il semiprofessionismo. Ora mi chiedo “Perché proprio noi?”. Non posso rispondere. Un sacco di gente mi ha parlato della creatina e questo mi fa pensare. Sarei contento se qualcuno tirasse fuori uno studio che facesse capire quali sono gli effetti della creatina. Vorrei saperlo perché servirebbe anche ai giovani, per capire se e come prenderla”.
 
Immediata la replica di John Mayhew, ex medico degli All Blacks: “Jonah aveva ricevuto specifiche avvertenze di non prendere creatina da me e dagli specialisti nefrologi che lo stavano curando. All’epoca studiammo quali fossero le medicine che Jonah non poteva prendere. Crediamo che i problemi di reni che hanno minato la sua carriera siano iniziati ben prima che prendesse in mano un pallone, probabilmente dall’età scolare”.

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