I playoff di Campana: “Meo, popolarità al massimo”

La vittoria a Cremona, la prima in trasferta dopo 75 giorni, sembrava l’annuncio del ritorno in grande stile di una Reyer da sbarco. Tipo quello dei marines cinematografici della “sporca dozzina”,  quella dello scudetto di due anni fa. Ci siamo invece tutti sbagliati. Con l’aumento delle temperature le cicale veneziane sono tornate a cantare perdendo  due volte nel giro di sole 48 ore contro Cremona, l’ultima in casa  propria, nonostante un ben di dio di 51 rimbalzi e 89 di valutazione contro l’inferiore – di molto –  cifra del 73 dell’avversario. Morale della favola:  la sempre più sorprendente Cremona, per non voler essere meno di Sassari, e onorare il secondo posto della regular season,   ha vinto nell’overtime in trasferta ribaltando lo scenario  e il pronostico dei playoff. Per completare l’opera e giocare la sua prima finale-scudetto considerata l’ancella della Lega Lombarda che metteva in campo Milano, Varese, Cantù e Brescia, dovrà vincere però ancora una volta. L’idea è  molto stuzzicante perché i liutai avrebbero il fattore campo coi sardi, ma è dura battere  una squadra  onestamente dal potenziale superiore, un risultato che potrebbe anche far crollare il consenso del Doge veneziano. Parliamo di Brugnaro, proprietario dell’azienda Reyer e sindaco di ferro.  Ma gli astri forse hanno deciso che questa stagione  sia necessario un bagno d’umiltà per i cosiddetti “poteri forti”, e onorare  altri valori, il gioco, la fantasia, gli artisti, la virtù economica.  Se davvero è così , la sapremo nelle prossime 48,  ma certo la popolarità di Sacchetti è al massimo, e per la gente è colui che ci ha portato ai mondiali e ci può riportare alle Olimpiadi. La visibilità in Italia è la nuova musa, guai a non tenerne conto.

L’autodafè della Reyer è stato ripetere l’errore di concentrarsi sulla marcatura di Crawford, dimenticando le ragioni di migliorare la cifra del proprio gioco. I bottini del MVP cremonese della stagione sono stati dimezzati, il giocatore ha accettato il sacrificio, rendendosi comunque utile, non ha mai forzato, peccato di egoismo, lasciando che la partita scorresse; esemplare in difesa, recuperato palloni, e segnato canestri importanti da 3. Nell’overtime Sacchetti ha capitalizato la fiducia concessa  al romano  Giampaolo Ricci, solido come un centurione di Cesare. Mandato in campo al posto del sud-sudanese Mathiang, oberato di falli, costretto a giocare da mezzo centro pur non essendo il suo ruolo e non avendo la stazza, è stato l’elemento della riscossa e dato il la  all’allungo del + 9  all’inizio del secondo quarto, 20-29, quello in cui i veneziani hanno toccato il minimo dei 13 punti in casa arrangiandosi con un rudimentale uncino a cucchiaio, che partiva dai ginocchi, per evitare i tentacoli dei lungh veneziani. E ‘stato il jolly vincente (12 punti, due trile, 7 rimbalzi in 24 minuti) anche nell’overtime, anche se il match winner è stato Saunders (18 punti, val.22, 376 da 2 e da 3, 7 ribalzi)  che oltre alla tripla d’oro nel finale ha segnato i due liberi del 70-75 arrivati dopo una tripla sbagliata di Hayes  sui quali i cremonesi hanno agguantato ben due rimbalzi costati la ghirba ai veneziani. Vanificata la buona prova di Watt (15 punti, 7/13, 12 rimbalzi, 3 schiacciate, 5 stoppate, 25 di valutazione) e Daye (18 punti). Alla fine è andato allo sconto il disastro nel tiro da 3, con sole 5 triple, 1/6 per Haynes e Daye e 1/7 per Bramos il quale  però ha tirato giù  11 rimbalzi e lavorato in difesa.  E’ tornato Tonut,  ha tentato di svegliare la squadra, e con 8 punti  sui  13 della squadra è stato l’eroe sfortunato del 2° quarto. Un enigma i 6 minuti di De Nicolao che richiamato in panchina non è più tornato, De Raffaele gli ha preferito Giuri.

STATS – Terzo overtime della serie, terzo successo della squadra ospite….. Cremona va al match ball con un +6 totale nelle due gare vinte (e sarebbe -1 nel totale delle 3 gare) in un duello che vede i punteggi abbassarsi,  forse per la stanchezza o la mancanza di coraggio, o anche il problema fisiologico  della stanchezza per questo calendario con un intervallo di sole 48 ore, anche la squadra col suo mini-roster è quella che reagisce meglio, forse anche per la disciplina e la chiarezza del suo gioco e delle gerarchie (niente musi lunghi)  e l’eccellente difesa in senso tecnico-tattico…. Lo dimostrano i soli  36 punti totali incassati considerando l’ultimo quarto (12 e 16) e il tempo supplementare   di gara2 e 3.. Cremona dimostra che i punteggi anche nel playoff non sono tutto: chi può dire di aver vinto con 75 punti (e il 43,2 nel tiro in area , con 19 canestri, contro il 49% con 24  dell’avversario) o il 73-89 di valutazione che farebbe supporre una resa ed è invece l’araldica della vincitrice?. …Siamo al massimo  risultato col minimo sforzo, considerando anche l’overtime… Impresa possibile solo per i vincitori della Coppa Italia che ha dato consapevolezza a questa squadra che porta la croce cantando e fa onore anche al concetto del conto economico…. Entrando nei particolari di g3,  Venezia ha scialato il capitale dei 51 rimbalzi (cifra inferiore solo ai 58 di Sassari in G2) e le 7 stoppate  complice gioco farraginoso e  sonnolenza e il 5/29 da  3 per il 17,2 % è il punto più basso del playoff in generale  e in teoria il vantaggio della panchina lunga … Infine, il trio italiano Ricci-Gazzotti-Ruzzier con 17 ha fatto meglio di quello  lagunare dove spicca lo zero di De Nicolao e  -4 di valutazione in soli 6 minuti del play decisivo nelle 5 gare con Trento… Zero anche per Mazzola e Cerella.

TABELLONE – Semifinali (al meglio di 5 gare). G1: Milano-SASSARI 79-86, 0/1 (18-16 17-25, 25-19 19-26); G2: Milano-SASSARI 101-112 d.t.s, 0/2  (21-20 32-32,28/19 14/24; 6/17); G3: SASSARI-Milano 108-96 d.t.s, 3/0 (29-21 22-31; 23-14; 19/7. G1: Cremona-VENEZIA 80-87, 0/1 (24-20 16-17, 10-17 21-23; G2:  CREMONA-Venezia 78-74, 1/1 (22-20 17-17,  21-25 18-12) .G3: Venezia-CREMONA 73-75 , 1/2 (20-18 13-17, 16-14, 16-16, Ts 8/10), G4 domani VENEZIA-Cremona (20.45, Taliercio); G5: ev.CREMONA-Venezia.

ALTRI MONDI – Dopo un decennio da demiurgo, Livio Proli si è dimesso con un comunicato di poche righe. “Avrei voluto lasciare diversamente”, ammette.  Difende il suo operato e afferma che il progetto è sano e il club è in salute, anticipa che il nuovo presidente sarà uno sportivo a tempo pieno (vuoi mai che sia Dino Meneghin? o Messina coach-presidente come Rivers nei Clippers?) e inoltra, cosa del tutta strana, ormai da ex “conferma” Pianigiani: “Via io, non Pianigiani”, spiegando che  avendo altro anno di contratto e si è  già incontrato nei giorni scorsi con la proprietà.  Ma qual è il futuro anche di tutto l’invisibile pensatoio, dal quale Portaluppi si è già sganciato creando una società di ticketing?. Scudetto a parte, il futuro-Arman in questo momento è l’argomento che desta il maggior interesse. Non è detto che Proli si riveda nel basket, magari come presidente di Lega, portato dagli alleati Brugnaro, Ario Costa/Pesaro e Brescia.

Articoli correlati