Ayomide Folorunso, il record italiano non basta

Ayomide Folorunso, record italiano

Giù il cappello per Ayomide Folorunso. Diventa chiaro fin dall’inizio del round che l’ingresso in finale sia questione molto, molto complicata. Ma l’emiliana si consola con il regalo più atteso, ovvero il record italiano, più volte sfiorato nel corso di quest’anno e finalmente centrato ad Hayward Field. Folorunso è quinta nella sua semifinale in 54.34, tempo inferiore di venti centesimi rispetto a quanto fatto segnare da Yadisleidy Pedroso a Shanghai, nella tappa di Diamond League, il 18 maggio del 2013, nove anni fa. Per accedere al turno decisivo, invece, l’azzurra avrebbe dovuto letteralmente rivoluzionare la storia della specialità nel nostro Paese (53.72 l’ultimo crono di ammissione), cosa possibile solo nel regno della fantasia.

Fuori le altre due azzurre, Rebecca Sartori (55.90) e Linda Olivieri (56.04), che si troveranno sicuramente più a loro agio in contesto più accessibile, a Monaco di Baviera, per gli Europei, tra meno di quattro settimane. E il concetto può essere applicato anche alla Folorunso, che firma il terzo tempo continentale tra le semifinaliste (in finale l’olandese Bol e l’ucraina Ryzhykova – crono più lento ma passata per piazzamento -, poi, scorrendo la lista, l’altra ucraina Tkachuk, 54.24, eliminata, a precedere l’italiana). Il confronto per le medaglie sarà l’atteso match tra le statunitensi Sydney McLaughlin (52.17 in semifinale) e Dalilah Muhammad (53.28), e la già citata Femke Bol (52.84).

Soddisfatta Folorunso: “Volevo uscire dalla pista sapendo di aver dato tutto – le sue parole- è stata una stagione in crescita e quindi so che questa è soltanto una tappa di passaggio per cose migliori che mi aspettano in futuro. Ho fatto qualche errorino tecnico perché ho preso qualche ostacolo sul primo rettilineo, ma tutto sommato sapevo che sarebbe stata una bella lotta e sono contenta di essere rimasta lì a combattere con loro. A che punto sono con la mia storia negli ostacoli? Mi sembra di essere ancora all’inizio, è come se li stessi capendo sto capendo ora, pur facendo ostacoli da quasi dieci anni”.

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