Gianmarco Tamberi, futuro da portabandiera

Le parole di Gianmarco Tamberi

Il giorno dopo il trionfo mondiale a Budapest, Gianmarco Tamberi ha ricevuto l’ultima medaglia d’oro che mancava alla sua collezione: “Il tuffo nella riviera? Me l’hanno detto i fotografi ma in realtà me l’aspettavo. Ero carico a palla, non vedevo l’ora di scendere in pista, ho preparato questo Mondiale in maniera maniacale, come faccio sempre quando indosso questa maglia. Sapevo di stare bene e di poter tirare fuori il meglio di me, volevo vincere e saltare 2.40, poi non è servito il tentativo a 2.40. Tanta roba, è bellissimo”.

Inevitabile la domanda sul cambio di allenatore: “La vita ci pone tante volte dei bivi e le scelte sono la parte più difficile, bisogna avere il coraggio di prendere delle decisioni se pensiamo che siano quelle giuste. Avevo dei dubbi, mi sono guardato allo specchio, ho perseguito la mia decisione, Giulio e Michele sono stati decisivi, abbiamo creato un grande team. Ci ho pensato molto, era una scelta molto importante, non l’ho presa alla leggera e penso che sia la migliore”.

“Portabandiera a Parigi? E chi rifiuterebbe. Sarebbe una cosa unica, poter portare la bandiera della nostra Nazione, sfilare con il tricolore, sarebbe un sogno. So che siamo pieni di talenti che hanno vinto tutto, non pretendo nulla, ma se arriverà sarò felicissimo. Se ho parlato con papà? Il cellulare è intasato di messaggi, non lo so ancora. Scorrerò i messaggi. E’ un pezzo che non mi ci sento con papà. Se faccio salto in alto e in questo modo è grazie a lui, quello che so di questo sport me l’ha insegnato lui e ora sto cercando di trovare quel salto. Sul rapporto personale non penso che ci sia bisogno di parlare davanti alle telecamere”, ha concluso Tamberi ai microfoni della Rai.

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