Matteo Guazzo: “Scaricato senza un perché”

C’è chi se ne va in punta di piedi, ricordato dai tifosi come un idolo, come successo a Daniele Melandri, chi evita di polemizzare, come Felice Evacuo. Ma anche chi non riesce a nascondere l’amarezza per un’avventura poco felice sul piano professionale e umano.

Matteo Guazzo è diventato un giocatore del Mantova sul finire del mercato di gennaio, ceduto dal Parma al termine di un anno e mezzo nel quale l’attaccante piemontese, arrivato poco dopo l’inizio della stagione della rinascita dei crociati, ha faticato a trovare spazio e non è riuscito a instaurare un buon feeling con i tifosi.

Intervistato da ‘Parma Today’, l’ex attaccante di Taranto e Alessandria non ha nascosto la propria amarezza: “Purtroppo in un anno e mezzo non sono riuscito a dimostrare il mio valore, sono deluso che sia finita così: tutti i giocatori passati da Parma dalla scorsa stagione hanno avuto questa chance, io no. Il mio errore è stato quello di venire qui con il pensiero di avere il posto assicurato” ha detto Guazzo, che è poi entrato nel merito di un paio di episodi della scorsa stagione che hanno compromesso il rapporto con la tifoseria:

“Dopo l’espulsione con la Virtus Castelfranco e il calcio alla cancellata di Rovigo non ho più sbagliato, se i tifosi mi ricorderanno sono per quello significa che non hanno capito la mia persona. Comunque li capisco, vedendo uno che sta sempre in panchina avranno pensato ‘Ma questo come si allena?’ E invece io mi sono sempre comportato da professionista”.

Il livello dell’amarezza sale e il bersaglio non sembrano essere gli allenatori: “Con D’Aversa ho avuto un ottimo rapporto, mi ha sempre fatto sentire anche importante, come l’ho avuto con Apolloni, che pure non mi ha fatto giocare molto. Purtroppo però c’era sempre qualcuno che mi metteva i bastoni tra le ruote e mi metteva contro la tifoseria. Il 31 dicembre mi hanno detto che ero sul mercato, senza neppure spiegarmi il motivo: me ne vado con il rimpianto di non aver mai potuto dimostrare chi sono. È come se la mia esperienza a Parma non fosse mai cominciata”.

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