Dovizioso: “All’inizio non capivo Valentino Rossi”

Andrea Dovizioso nella sua autobiografia “Asfalto” ha dedicato più di una pagina a Valentino Rossi, inevitabilmente il suo punto di riferimento al suo arrivo nel Motomondiale. “Ci sono le relazioni che avrei voluto avere e non ho mai avuto. Tipo quella con Valentino. Io sono di sette anni più giovane e quando sono arrivato in MotoGp lui aveva già vinto sette Mondiali, perciò è inevitabilmente un idolo, il punto di riferimento assoluto. Nonostante non abbia mai avuto la possibilità di frequentarlo veramente, penso si tratti di una persona per molti aspetti di un altro livello. Ha condizionato in positivo il Motomondiale. Ha insegnato a essere più spensierati anche pensando ai risultati. Ha dimostrato che si può vivere di colori. Di adesivi. Di personalizzazioni divertenti. A modo suo, con le sue regole, ha mostrato come si vive da rockstar senza tirarsela come una rockstar”. 

Un confronto con il Dottore è impossibile: “Io stesso, in principio, non capivo perché attirasse così tante attenzioni. Perché Valentino che arriva decimo conta più di chi ha vinto? Ma partivo da un presupposto sbagliato. Se sei unico, è ovvio che deve andare così. Lo si può amare o odiare, ma Valentino ha avuto il merito di attirare gente che non sapeva nemmeno quante ruote avesse una moto. È l’anomalo che periodicamente viene fuori nello sport. Alberto Tomba, Michael Jordan, Usain Bolt. Questa è la storia, e non si può discutere”.

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