Effetti del Decreto dignità sulle scommesse e lotta alla ludopatia

Tra i numerosi provvedimenti contenuti nel decreto, entrato in vigore a partire dal 12 luglio 2018, quello che più ha preoccupato i vari operatori nel mondo delle scommesse sportive è certamente quanto previsto all’articolo 9, laddove si vieta a partire dal 1 Gennaio 2019 qualsiasi forma di pubblicità anche indiretta relativa a giochi o scommesse con vincite di denaro, comunque effettuata e su qualunque mezzo, comprese quindi le sponsorizzazioni di eventi, servizi e programmi.

Un intervento “a gamba tesa” sulla pubblicità dei bookmaker, ritenuta probabilmente in maniera discutibile, come una delle principali cause della dipendenza compulsiva dal gioco d’azzardo, patologia che oggigiorno colpisce sempre più soggetti.

A dire la verità, l’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni (AGCOM) è intervenuta concedendo una deroga fino al 1 Luglio per quanto riguarda i contratti già in essere, rinviando quindi il problema solamente a fine stagione calcistica. Ricordiamo che ad oggi gli investimenti delle società di scommesse nella nostra Serie A ammontano a circa 30 milioni di euro, con il 75% dei club della massima serie che hanno tra i propri sponsor ufficiali aziende che operano nel mondo del gioco.

Un problema di non poco conto quindi, che potrebbe avere la conseguenza di diminuire l’appetibilità economica di un prodotto (il calcio nostrano) che è si considerato di primo livello, ma che a confronto di altre realtà europee lotta quotidianamente per guadagnare credibilità ed interesse globale. Il mettere il bastone tra le ruote a questi introiti potrebbe avere effetti devastanti su parecchie società ed in particolar modo sulle cosiddette “piccole”.

Il decreto dignità ha certamente a suo fondamento obiettivi nobili ed assolutamente condivisibili. Dal punto di vista degli operatori del settore delle scommesse sportive si critica però il modo con il quale si intende perseguire questi risultati.

Inoltre si guarda solamente ad un lato della medaglia, non considerando gli effetti collaterali di tali provvedimenti. Ci riferiamo anzitutto al fatto che il gioco porta un notevole introito alle casse dello Stato, per un ammontare sempre crescente vista l’ascesa del settore. Se come auspica la nostra classe politica, il divieto di pubblicità e sponsorizzazioni andrà certamente a frenare il volume globale di gioco, è altrettanto vero che andrà proporzionalmente a ridurre anche la spesa media e di conseguenza l’incasso dello Stato.

Un altro settore sul quale il decreto andrà pesantemente ad incidere è certamente quello rappresentato dai siti scommesse che in forme più o meno differenti hanno lo scopo di diffondere consigli, pronostici e promozioni per i lettori. Per questi siti non sarà più possibile promuovere bonus scommesse molto vantaggiosi come i bonus di benvenuto. In questo modo la principale fonte di sostentamento di queste realtà, ovvero gli introiti da affiliazione verrebbe meno, con la conseguente difficoltà a continuare la propria attività.

La ludopatia o dipendenza patologica dal gioco è certamente un problema grave e come tale va affrontato e nei limiti del possibile risolto. Tuttavia, occorre far presente che i bookmaker non sono da considerarsi come il male assoluto ed essi stessi sono spesso e volentieri promotori di campagne a favore del Gioco Responsabile con la predisposizione di servizi di sostegno per la lotta alla dipendenza, oltre ad meccanismi a tutela del giocatore come per esempio la regolazione della spesa individuale e il controllo dei versamenti “anomali”.

Per quanto visto sommariamente fin qui, il rischio concreto cui si va incontro è quello di andare a colpire il gioco online nell’ordine di tutta una serie di attività ad esso connesse, mettendo in difficoltà attività, aziende e startup, senza però andare ad incidere concretamente sul problema della dipendenza dal gioco. Un po’ come se per risolvere il problema dell’obesità negli Stati Uniti si decidesse di vietare la pubblicità alle catene di fast food. Sicuri sia la soluzione più efficace ?

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