L’Avellino è sospeso tra tre categorie

Da una parte il fronte dei sei club “ribelli”, che puntano a demolire il format appena nato della B a 19 squadre. Dall’altra, l’Avellino, l’unico dei tre club esclusi dal torneo cadetto per fallimento che nutre ancora qualche speranza di ripescaggio, pur essendo già stato inserito nel girone G di Serie D e pur dovendo debuttare domenica a Ladispoli.

In realtà, si tratta di due società diverse: da una parte il vecchio Us Avellino del presidente Taccone, dall’altro la nuova società di Gianandrea De Cesare, che sogna il ripescaggio in C qualora la B tornasse a 22 squadre e si liberassero quindi tre posti in terza serie. Di fatto, quindi, i Lupi sono incredibilmente “sospesi” tra tre categorie. 

L’avvocato del “vecchio” Avellino, Edoardo Chiacchio, è intervenuto a “Un Calcio Alla Radio”, trasmissione di ‘Radio CRC Targato Italia’, per fare il punto della situazione in vista del ricorso al Tar del Lazio: “Al Tar le dinamiche sono diverse e non sono sempre di natura sportiva, questa sarebbe l’ultima possibilità per tornare in serie B, poi ci sarà la causa di richiesta di danni che comunque sarà esosa. Ci sono altre squadre come Palermo e Lecce, che sono state coinvolte nella situazione Finworld, che addirittura non avrebbero coperture per potersi iscrivere e alle quali è stata concessa una deroga, e questo sarà uno degli argomenti cardine”.

Chiacchio però non si illude: “Se ci sono alte possibilità di rivedere l’Avellino in serie B? Potrebbe essere un problema di contemperazione d’interessi introdurre una squadra in un ipotetico girone formato da 22 squadre, la mia paura è di una condanna per altre esigenze. Speriamo che il Lupo risorga perché, dopo i risultati delle scorse stagioni, vedere l’Avellino non iscritto al campionato è davvero un colpo al cuore”.
 

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