De Laurentiis non fa drammi: “Siamo in rodaggio”

La prima, pesante sconfitta in campionato si è materializzata sul campo della Sampdoria, allenata da quel Marco Giampaolo al quale il presidente del Napoli De Laurentiis aveva pensato al momento di vagliare i candidati a raccogliere l’eredità di Maurizio Sarri. La scelta è poi caduta su un profilo di maggior esperienza come Carlo Ancelotti, al quale va dato il tempo di conoscere il gruppo e di reinserirsi nel campionato italiano.

Queste le parole pronunciate da De Laurentiis ai microfoni di ‘Radio Kiss Kiss Napoli’ all’indomani del ko costato il primato in classifica: “Ho sempre detto che le prime partite sarebbero state di assestamento, di conoscenza, di ambientamento soprattutto per un allenatore che manca dall’Italia da parecchi anni e che ha nel suo carnet tanti successi e tanta esperienza. Quando si cambia è come se si ricominciasse tutto da capo. Mi scuso con i tifosi, che vogliono vincere tutto e subito, che avevano fatto la bocca buona con le prime due vittorie, ma io ero un po’ più attendista, mi aspettavo qualche incidente di percorso. Bisogna aspettare 7-9 partite per assestarsi in un contesto in cui ci sono tantissimni calciatori che non conoscono il metodo Ancelotti e non conoscevano il vecchio metodo di Sarri”.

“Chi vuole fare i processi li faccia, evidentemente non ha niente di meglio da fare nella vita – ha proseguito AdL – Noi siamo sereni, siamo una grande società e abbiamo portato il Napoli tra le regine del mondo, questo ci convince a rimanere in sella in un contesto non semplice e facile come quello del calcio. I paragoni con le precedenti stagioni non vanno fatti: noi abbiamo svoltato, dobbiamo essere lungimiranti con un allenatore che ci dovrà far crescere nel tempo. Ci vorra’ pazienza”.

Infine, fair play verso il presidente della Samp Ferrero, ironico a fine partita (“Vorrei vedere la faccia di Aurelio…”): “Sono contento per lui, è uno che ci mette passione, mi ha fatto molto meno dolore perdere con lui che con altri. Con Ferrero o sfottò è continuo e quotidiano, va bene così, una volta vince lui, un’altra vincerò io”.

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