Giro d’Italia, Nibali sfida Aru

Anno nuovo e cambio di casacca per Vincenzo Nibali che da quest’anno vestirà la maglia del nuovo team Bahrein-Merida, una squadra che punterà sullo Squalo dello Stretto per vincere il Giro del Centenario. Il campione uscente della Corsa Rosa ha già iniziato la preparazione al Giro e non vede l’ora di poter sfidare gli altri big tra i quali spicca l’ex compagno di squadra all’Astana Fabio Aru: “Ci conosciamo, siamo stati compagni di squadra, a volte ci alleniamo insieme. Insomma – ha detto Vincenzo Nibali ai microfoni di news.superscommesse.it – gli ingredienti per una bella sfida non mancano di certo”. Ecco l’intervista esclusiva a Nibali.

Il Giro del Centenario è un appuntamento da non perdere per nessun motivo al mondo e non hai fatto mistero della tua partecipazione alla prossima corsa rosa. Qual è per Vincenzo Nibali la tappa del prossimo Giro da temere di più?

“Il Giro è una corsa che può riservare sempre grandi sorprese. Non bisogna sottovalutare nessuna tappa anche quella che sembra solo un trasferimento. Nell’edizione di quest’anno del Giro non mancano appuntamenti particolari come Messina, lo Stelvio e la partenza da Castellania. Non temo alcuna tappa in particolare, ripeto occorrerà tenere sempre gli occhi bene aperti”.

Restiamo in tema Giro e guardiamo ai prossimi possibili avversari. Ci saranno Bauke Mollema per la Trek Segafredo, Steven Kruijswijk per la Lotto NL Jumbo, forse Quintana, per Froome esiste solo il Tour ma ci sarà la grande sfida con Fabio Aru. Come sarà la lottare contro Aru?

“Quanto ho detto prima vale a maggior ragione anche per gli avversari. Saranno in tanti alla partenza di Alghero che avranno le carte in regola per arrivare in rosa a Milano. Tra questi uno è senz’altro Fabio Aru. E’ un giovane che ha però ha già dimostrato grandi doti e di essere in grado di vincere una corsa a tappe di tre settimane. Ci conosciamo, siamo stati compagni di squadra, a volte ci alleniamo insieme. Insomma gli ingredienti per una bella sfida non mancano di certo. Staremo a vedere”.

Nibali e i grandi giri: li hai vinti tutti, il Giro nel 2013 e nel 2016, il Tour nel 2014, la Vuelta nel 2010. E hai trionfato in tutti i modi: da autentico dominatore come nel Giro del 2013 e nel Tour 2014, lottando fino all’ultima tappa per il controllo del simbolo del primato come nella Vuelta del 2010 ed eseguendo una rimonta clamorosa su tutti i rivali nella generale nel Giro dello scorso anno. Guardando i quattro grandi giri da questo particolare punto di vista, qual è la vittoria che ritieni più importante?

“Ogni corsa ha la propria storia, cambia il percorso, gli avversari, cambi anche tu che stai correndo in quel momento. Il Tour mi ha dato una grande popolarità a livello internazionale e per questo la considero una corsa unica. Il Giro è la corsa che ogni giovane corridore sogna di correre e magari di vincere. Da italiano è una gara che amo. Mi piacciono le strade, il pubblico, l’affetto di quanti aspettano ore lungo la strada. La Vuelta è una corsa particolare che è cresciuta molto negli anni e che si sta avvicinando alle altre due”.

L’anno scorso hai partecipato sia al Giro che al Tour de France, due corse molto differenti tra loro: dalla macchina organizzativa, all’attenzione mediatica fino alla cosa più importante e cioè il percorso. Pensi che nel ciclismo moderno sia ancora possibile fare una doppietta Giro-Tour? E quella Tour-Vuelta?

“Penso che siano possibili entrambe, certo dipende dai percorsi”.

Da quest’anno entri a far parte del nuovo team della Bahrain-Merida dopo 4 anni intensi all’Astana. Trovi delle analogie tra i primi giorni con questa nuova maglia e quelli successivi al tuo trasferimento nel 2013 in Astana?
 

“Tutto è nuovo nel team Bahrain Merida, mentre quando sono passato in Astana sono entrato in una squadra che aveva già una propria fisionomia. La curiosità e la voglia di fare bene, tuttavia, sono le stesse”.

Ci vorrà qualche tempo per oleare i meccanismi nella tua nuova squadra che è stata, però, costruita per supportarti al meglio nelle corse a tappe. Anche negli anni passati l’Astana ha disegnato spesso la squadra attorno a te ma è capitato anche di fallire per qualche defezione di troppo o scelta sbagliata. Qual è stato il momento più critico negli ultimi 4 anni?

“Se dovessi fare un bilancio del periodo Astana si chiuderebbe senz’altro in positivo. Vittorie a parte, è stata una bella esperienza in un team davvero forte. Il momento più brutto? La Vuelta 2015”.

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