Mattioli: “La Juve così non va da nessuna parte”

Il sito passionedelcalcio.it ha intervistato Mario Mattioli, il giornalista della Rai, conduttore di trasmissioni storiche come “Sabato Sprint”, “La Domenica Sportiva” e “90°Serie B”, che sarà ospite l’8 novembre al loro live presso il Dabliu Eur (in Viale Egeo 98 a Roma).

Cosa pensa di Juve-Napoli?

La Juventus ha confermato una volta di più di avere un problema a centrocampo. Hernanes si sta adeguando in un ruolo non suo; i tifosi ora lo hanno capito e quando è stato sostituito da Sturaro, lo hanno applaudito nonostante un paio di errori. Il vero problema è Pjanic, che non gioca più nella Roma, ma nella Juve. Trotterella in maniera spocchiosa invece di impegnarsi. Si ricordi che, prendendo un triennale da nababbo, deve mostrarsi all’altezza. Con il rientro in pianta stabile di Marchisio, con giocatori come Khedira e Lemina e un Dybala trequartista subito dietro l’attacco non ci dovrebbero essere più problemi. Il Napoli ha fatto una partita ben ordinata. Non è semplice segnare alla Juve. Ricordiamo che nella partita contro il Milan il gol di Locatelli è derivato da un’amnesia di Alex Sandro.

La Roma, per l’ennesima volta, non approfitta di una partita abbordabilissima, visto che l’Empoli in dieci partite aveva segnato solo contro il Crotone. Come mai?

Rimane la più forte del campionato e anche ieri avrebbe meritato, ma è stata sfortunata. Comunque 2 o 4 punti dalla vetta, ad oggi, non cambiano nulla. Dzeko, che io stimo moltissimo anche quando era osteggiato, manca di quello spirito sotto porta, di quel killer instinct alla Higuain. Il Pipita ha la cattiveria necessaria e non perdona. La differenza è questa.

Come vede questa cosa dell’attaccante che, sulla scia del clamore dato dalla cessione, segna alla sua ex squadra? Prima Salah e ora Higuain…sembra una legge non scritta.

E’ il prezzo di cessione a creare il clamore. Rimane un problema del tifoso. Al giocatore non importa. Il peso del suo costo è un’invenzione giornalistica per vendere di più.

Non rischia di diventare un campionato noioso il nostro visto che in Premier e in Liga varie squadre sono raccolte in pochi punti, in Bundesliga il Lipsia neo promossa si sta giocando il campionato con il Bayern e il Nizza in Francia sta stupendo tutti?

Secondo me no. Ancora non ne inquadro una di squadra favorita, forse la sorpresa per noi poteva essere il Sassuolo, ma pare abbia la luna negativa con tutti questi infortuni. Nell’ultima partita aveva ben 8 titolari fuori. Mi aspettavo di più dalla Fiorentina, ma non sarebbe stata comunque una sorpresa. Mi sta piacendo l’Atalanta perché vince e convince; vediamo se continua così.

Tifa per una squadra straniera?

Sì, il Barcellona, ma da prima dell’arrivo di Messi. Il mio amore per il Barca si perde nella notte dei tempi. Mi piace proprio la squadra, l’atmosfera di serena attesa che si respira prima della partita. Poi simpatizzo anche per il Liverpool. Per chi ama il calcio è un’emozione intensa entrare all’Anfield Stadium.

La Juve mercoledì giocherà la partita di ritorno col Lione in Champions. Chi secondo lei è la favorita quest’anno? Da chi si deve guardare le spalle la squadra di Allegri?

Soprattutto da se stessa. Così come è ora non va da nessuna parte, se invece ritrova un suo equilibrio può arrivare tra le prima 4 insieme al Bayern Monaco, Real Madrid e Barcellona. La Champions è una competizione a sé, in cui si è legati a fattori contingenti. Ci sarà ancora un anno sabatico per le inglesi, dopo torneranno in auge anche loro.

La partita di Serie A o Champions che le è rimasta nel cuore?

La finale di Champions Juventus-Ajax vinta dai bianconeri ai rigori all’Olimpico. Erano i primi anni in Rai. Poi la partita Italia-Stati Uniti del Mondiale ‘90 (vinta 1-0 con gol di Giannini). Una delle due telecronache (l’altra era di Pizzul) la feci io.

C’è un allenatore o giocatore a cui è particolarmente affezionato e perché (Baggio a parte)?

Ancelotti che, allora giovanissimo, dopo un Roma-Fiorentina venne ospite a TeleRegione e Lippi ai tempi di quando allenava l’Atalanta.

Un suo mentore è stato Gilberto Evangelisti. Un giornalista di oggi a cui si sente particolarmente legato invece?

Sono in buoni rapporti con tutti, ma se c’è una persona con cui mi confronto sempre è Antonio Di Bella, Direttore di RaiNews24. E’un professionista dal multiforme ingegno.

Una digressione sulla pallavolo. Il 28 ottobre è stato l’anniversario dell’Italia campione del mondo. Sono passati 26 anni da quel dream team guidato da Velasco. Differenze con l’Italia di questa ultima Olimpiade?

La differenza sostanziale è che ognuno dei giocatori del ’90 (Giani, Lucchetta, Bernardi, Gardini per citarne alcuni) era un idolo che ha rappresentato e rappresenta tutt’ora un’epoca. Sono personaggi con un loro indiscusso fascino. Oggi fa notizia Ivan Zaytzev (detto lo Zar), anche per via dei tatuaggi e della pettinatura. Ma gli altri?

Un consiglio per i giovani: come si vive di giornalismo?

Occorre una raccomandazione importante per essere assunti e, quindi, tanta fortuna. E’ inutile prenderci in giro. Poi al momento giusto, per orgoglio, va dimostrata la propria competenza.

Cosa si aspetta dal format Football Outside The Box?

Una bella serata, in cui parlare liberamente con la giusta provocazione che, se costruttiva, rende tutto più interessante. Sono contento di uscire per una sera fuori dai canoni farisei della Rai.

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