Per l’Instant Replay si chiede aiuto alle Tv?

A cura di Enrico Campana

Data storica per il basket, sarà vera gloria o un altro autodafè? Sabato 29 aprile, a Bologna la Spaghetti League presenterà agli arbitri di A1 le due norme autarchiche del Regolamento tecnico connesse all’uso estensivo dell’Instant Replay che andranno in vigore con i playoff di A.

Riguardano: 1. Verifica dell’interferenza negli ultimi 2 minuti di gara e eventuali tempi supplementari. Nel dubbio l’arbitro dovrà fischiare la violazione e andare all’instant replay. Il gioco riprenderà invece secondo il regolamento: a) violazione e convalida del canestro, palla alla squadra che ha subito la convalida con rimessa dal fondo. In caso di errore dell’arbitro, la palla non essendo in controllo sarà assegnata in funzione dalla freccia di possesso alternato (24”). 2. In caso di fallo sul tiratore in prossimità della linea di 3 punti, l’arbitro potrà sempre consultare l’IRS per verificare il numero di tiri liberi da assegnare.

Le proposte sono partite da Legabasket. Si racconta persino di una A a 24 squadre voluta da Proli col ritorno alla fase a orologio prima dei playoff. Che però porterebbe al funerale della A-2 e del suo format che sta invece sta dando lustro al movimento.

Tornando all’argomento principale, la Fip le adotta adesso in via sperimentale, ma quale sarà l’effetto? Potrei citare almeno una decina di ragioni, ma mi limito a una sintesi. Nel nome del garantismo tecnologico avremo un gioco diverso, eretico, rispetto a quello delle altre 204 federazioni della FIBA, arbitri sempre più robotizzati e spersonalizzati, gioco spezzettato e nuove querelle. Per l’ufficializzazione definitiva, la parola torna al prossimo Consiglio Federale.

Il presidente Petrucci l’11 aprile ha detto sì alla richiesta di Legabasket, non sarà però a Bologna a presentare l’iniziativa. E’ volato a Tenerife per il match della Reyer (Final Four di Champions League), ma anche per confrontarsi con Baumann, il capo della FIBA, e magari su questo “passo” temerario. E fornire all’interlocutore i motivi per cui i depositari delle norme mondiali sull’argomento non sono stati direttamente interpellatati, nè coinvolti attraverso il proprio rappresentante in Italia, l’istruttore Chiari. FIBA e la stessa “eretica” Eurolega in materia di cambiamenti tecnici, mettono infatti al primo posto l’interesse del gioco e del miglior spettacolo. Procedono con passo felpato, nominano commissioni di studio, sentono le varie parti in commedia (arbitri, dirigenti, giocatori) e formulata una proposta sperimentano prima di presentarla.

Sorprende invece che la Fip l’anno scorso alleata fedele di Baumann per ragion di stato (Preolimpico/Roma 2024) fino al punto di interdire la partecipazioni di 3 squadre all’Eurocup (eretica) abbia fatto gestire la “patata bollente” da una coppia spuria (” acquisito i pareri favorevoli del Responsabile degli arbitri di Serie A e del Commissario Straordinario del CIA”, questo precisa infatti la delibera federale indicando le figure che hanno dato il placet) invece di affidare l’esame a una commissione di studi. E invece di prendere tempo, e studiare la novità dalle diverse angolazioni e disfunzioni riscontrate nel meccanismo di Lega in due stagioni, abbia “ritenuta la proposta meritevole di accoglimento perché coerente con i fini istituzionali”. Una bella frase che dice tutto e niente che ha reiterato l’agire frettoloso della Lega su questa novità.

La “fissa” dell’Instant Replay partì – col piede sbagliato – con la presidenza Marino nell’estate 2016. Alle richiesta di Bologna al tempo, di un ISR con più casi, compresa la facoltà di una richiesta di sospensione del gioco da parte degli allenatori, la FIBA rispose picche. Ironia della sorte, siccome “la micia frettolosa fa i gattini ciechi”, da allora è stata una pioggia settimanale di sanzioni pecunarie anche oltre i 1000 euro,. Addirittura del 50% dei campi di due settimane, con la monotona motivazione del Giudice Sportivo per “cattivo funzionamento dell’attrezzatura elettronica dell’IR”. Perseverare in questo sistema difettoso evidentemente paga, ma sono cambiate le persone e magari è stato trovato l’anello giusto.

Marino nel frattempo non è più presidente di Lega, la linea della LBA (il nuovo marchio) è però la stessa, ma alla ribalta della FIP è spuntato il Commissario Straordinario del CIA che non dovrebbe, in un sistema di separazione dei poteri, essere una figura politica. Invece il nominato è entrato nella FIP non da molto, votato come presidente del Comitato Regionale Emiliano. Non – a mio parere – l’ideale soggetto terzo per un ruolo tanto delicato e specifico. Non ha storia, nel basket, se non per essere quel facoltoso imprenditore tifoso della Fortitudo indicato come possibile acquirente del club da parte della stampa bolognese.

Del resto lo stesso Petrucci nel presentarlo affermò che veniva dal calcio, che era stato il designatore della A ma non specificò per quanti mesi. Nel cielo calcistico è passato molto velocemente, una “nuvola passeggera”. Dopo un quadrimestre è sparito e non ha lasciato traccia. Come può avere la competenza tecnica per poter fare passare un provvedimento tanto importante e rivoluzionario per il basket? Voglia di ribalta, convinzione nelle proprie capacità di imprenditore, o una figura contigua con Legabasket che ha ceduto alla ragione di una pax sociale?

Il personaggio va avanti come un ciclone. In pochi mesi ha deciso il ritorno al voto, creato una scossa tellurica nei sistemi delle promozioni e retrocessioni riaggiustati al meglio dopo Baskettopoli dai predecessori, fra i quali il fidato vicepresidente di Petrucci, Laguardia. Ingrossa le schiere dei visionatori degli arbitri, innalza dell’età dei fischietti a 55 anni (contro i 50 della FIBA..). Il ruolo del Commissario Istituzionale è ristabilire le regole del gioco (che tra l’altro funzionava bene), riportare fiducia, serenità, fare squadra e non avere la pretesa di scrivere la storia del basket imponendola alla FIBA.

Perché compiacere un sistema che dovrebbe essere la controparte, che ha reso sempre difficile il lavoro degli arbitri? Il “sistema ” che li ha magari “tentati” in passato ma che adesso, a volte, li sbeffeggia e accusa volgarmente e ingiustamente, come è successo domenica scorsa a Capo d’Orlando. E cosa ha fatto in quest’ultimo caso? Poteva chiedere la revoca dell’omologazione degli impianti alla Lega essendo in maggioranza a norma nella capienza e nei servizi, non favoriscono la rappresentazione del bel gioco non consentono riprese video chiare e utili agli arbitri nell’Instant Replay. Come già non bastasse il conclamato problema critico fin dall’inizio del sistema tecnologico scelto in cui standard di definizione è inferiore a quello dell’Eurolega e delle coppe.

Ma sembra che adesso ogni problema sparirà con un colpo di bacchetta magico, o meglio con un “do ut des”, nei playoff. Con l’aiuto delle Tv partner Sky e Rai che hanno almeno 6 telecamere contro le 4 e del calendario. I due network grazie ai loro potenti mezzi potrebbero interagire col vecchio sistema. Per cui sarebbe garantita la copertura di un servizio di livello per tutte le gare di playoff che si giocano a giorni alterni. Rimane però questa novità – fino a prova contraria “eretica” – simile a un salto triplo salto mortale senza rete. Si pretende di voler dare un’immagine di perfezione e modernità con un’operazione forzata usando gli arbitri come cavia. E dopo quasi due stagioni di malfunzionamento sotto gli occhi di tutti si pretende con un workshop di due ore di istruire gli arbitri-robot, quando al lancio si dovevano dedicare almeno 6 mesi.

Ma il problema di fondo è culturale e umano. Gli arbitri vanno trattati come tutti gli altri tesserati ,cercando di curare il processo individuale di miglioramento e di selezione del gruppo, facendo risaltare la qualità delle persone, la fusione dei caratteri, la spinta motivazionale nell’ essere i primi e competitivi. E creare uno spot motivazionale per il reclutamento. L’impressione è che da oggi l’arbitro dipenderà invece dal voto di uno tanti/troppi commissari o dal grado di definizione delle telecamere.

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