Ora Westbrook sfida Michael Jordan

Non si capisce se questo volo ascensionale sia un segno dei progressi nel suo gioco o alla determinazione nell’esprimere il senso della leadership  che tutti attribuivano a Kevin Durant, fatto sta che dall’istante  in cui Michael Jordan all’apertura della Hall of Fame di Oklahoma City gli ha dedicato un apprezzamento speciale per il suo gioco hanno caricato Russel Westbrook  come una molla. Forse è proprio da quell’incontro che il due volte MPV dell’All Star Game si è messo in testa una strana idea: battere il record delle sette-triple consecutive di Sua Altezza che risalgono alla stagione ’88-89. E questo scopo lo elettrizza trasmettendo impulsi benefici alla squadra, come sottolinea Enes Kanter dopo la doppia-doppia (17 punti, 10 rimbalzi) nella vittoria casalinga di domenica contro New Orleans per 101-92 nella quale Westbroock ha offerto al suo pubblico la sua quinta tripla-doppia consecutiva (che potrebbe essere anche una quadrupla nel lordo del prodotto comprendente anche 10 palle perse) paradigmatica della crescita dei Thunder che parallelamente incassa la quinta vittoria consecutiva e con 13/8 alzano il tiro. Nel fantastico duello con Anthony Davis che ha segnato 43 punti (14/32, tl9/11, 15 rimbalzi,  2 recuperi, 4 stoppate) e Buddy Hield, il rookie dei Pelicans, è in via di svezzamento per uscire dalla crisalide del gioco del college (16 punti in 15 minuti, 4/7 4 rimbalzi), Russel ha firmato con 28 punti, 10/23 2/8 da3 tl 6/7 17 rimbalzi 12 assist e 10 perse la sua quinta tripla delle 10 stagionali e la n.47 in carriera sopravanzando di 2 LeBron (45) nella sfida che ha avuto un’evoluzione grazie anche agli stop dei Cavs.

Negli altri incontri i Clippers (16/6) hanno perso in casa 101-111 da Indiana che aveva già vinto a Minneapolis pochi giorni prima. La Grande Cicala ha sciupato  ancora una volta una superiorità schiacciante ai rimbalzi (15, 51/36)  e invece  al suo ritorno dopo problemi fisici Paul George, la stella dei Pacers, ha tirato il gruppo (16 punti 6/13, 3/7 da3,7 rimbalzi) e senza che nessuno superasse i 20 punti allo Staple Center, sono risultate inutili le individualità dei Clippers. Vedi i 15 rimbalzi, 2 stoppate, 2 recuperi e 9 punti di Jordan, i 18 punti e 11 assist di Chris Paul dei 24 punti di Griffin. Nella perdita di quota dell’ultima settimana (dal 28 novembre quand’era al comando del ranking con 12/2, 4 sconfitte di cui in trasferta con Detroit, Indiana e Nets e di nuovo con Indiana sul proprio campo con ma ne mezzo anche un illusorio successo a Cleveland) la panchina ha battuto la fiacca, in particolare il 39enne Pierce e Marreese Speigths (ex Warriors) sembrano arrugginiti.

Detroit (11/11) rischia l’8° posto all’Est per aver perso in casa 92-98 contro Orlando (9/12). I Magic hanno assorbito la serata-no di Evan Fournier (5 punti,1 tripla su 10 tiri) il loro cecchino, con la gara del congolese  (e mezzo spagnolo) Sergi  Ibaka (21 punti) che potrebbe venir buono a Scariolo per gli europei del prossimo anno) e Vucevic (18 8 rimbalzi) e Jeff Green (14 punti) partiti dalla panchina.  New York (11/9) sta tornando una squadra rispettabile  e vinto di forza  (106-91) con i Kings dopo due passi falsi in casa nella divertente  domenica a Madison. O’Quinn, convincente nelle ultime gare, ha dovuto restituire il posto di centro nel quintetto a Noah che per ora non si ritrova con la nuova maglia e con 20 punti a testa di Rose (9/14 6 rimbalzi) e Anthony (8/20), 19 di Jannings, ex Virtus Roma, e la doppia pesante del lettone Porzingis (15  con 6/18 e 1/6 da 3 14 rimbalzi) sale di tono. Platonico show fra i Kings di DeMarcus Cousins con 36 punti (9/30, 4/10 da 3, 4 assist) che gli è servito per far capire che forse sarebbe il colpo di mercato giusto per il salto di qualità decisivo per riportare i Knick a lottare per il titolo.

Per il mercato Houston ha tempo fino a stanotte per pareggiare l’offerta di 37 milioni che i Nets hanno fatto al lituano della Benetton, l’ultimo dei tanti giocatori e personaggi lanciati dalla Benetton nella NBA,tocca adesso ai Rocket la risposta, ma paradossalmente inserire un pezzo in una squadra che vince potrebbe essere un azzardo, anche se a Mike D’Antoni il giocatore piace perchè ha molto talento. Stanotte tornano in campo Charlotte e Denver, rispettivamente a Filadelfia e Dallas, due avversarie di bassa classifica per ripartire dopo gli ultimi insuccessi, soprattutto per la squadra del Gallo che si è incagliato da 3 turni come peraltro è successo anche alla corazzata Cleveland che a differenza delle “Pepite” non ha alibi, fino a una settimana fa vinceva e segnava vagonate di tripla, poi JR  ci ha messo molto di suo ad abbassare la certezza della squadra, anche se con un twitter LeBron ha fatto sapere compagni che “ragazzi, continuo ad avere fiducia di voi”. Mmm, poteva esprimerla questa fiducia nel sacto santorum (leggi spogliatoio) o sul campo, ma LeBorn ha un debole per la comunicazione e ci ha investito dei soldi e una frase scontata, da “Chissenefrega”, produce un’onda mediatica per tenere alto gli ascolti. Gli slavi, invece,  la pensano diversamente e dicono che quando il cacciatore fischietta nel bosco è un segno di paura.

A cura di ENRICO CAMPANA

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