Gallinari e Belinelli traditi dal tiro

La lunga giornata di giovedì comincia con l’annuncio del voto per l’All Star Game del 14 febbraio a Toronto con un plebiscito per Kobe Bryant al passo d’addio (18 presenze in 20 anni), una parata fra calore umano e marketing che nemmeno è stata concessa a Jordan, la sorpresa di Zaza Pachulia “quality-man” di Dallas che alla sua stagione n.13, considerato un ripiego di mercato dopo il voltafaccia di DeAndre Jordan, ha fatto scordare quest brutto episodio  e ottenuto quasi il triplo dei voti, ben 768.112 che gli danno diritto  alla presenza nella squadra dell’Ovest per ora come unico europeo assurgendo a mito dello sport georgiano. Stepehn Curry si conferma l’astro nascente (1,6 milioni), Draymond Green è la novità anche se è dietro a Pachulia (726.616).
 
Non c’è traccia dei “Gasolines” spagnoli,  il top-scorer europeo (col 27° posto, 19 di media )Gallinari sta facendo un’ottima stagione, ma la sua franchigia è dislocata, filoeuropea, punta sui giovani e l’abiltà nel mercato (occhio a Gary Harris e Will Barton) la squadra ha pagato gli infortuni con una classifica ingrata, non possiede una macchina del voto come quella di Mark Cuban il magnate dei Mavericks.
 
Gallinari è il giocatore dell’ultimo tiro, dell’ultima azione, il primo italiano ad avere questo onore. E uno stipendio di 14 milioni all’anno. Gli è andata bene col tuffo per strappare dalle mani il pallone della vittoria coi SuerWarriors, gli è andata male col tiro da 3 di giovedì notte a 3,9 secondi dalla fine in un match da non perdere per rimenere il corsa per i playoff.
 
MVP della serata dopo un inizio stagione slow rispetto il titolo di miglior centro della NBA  Marc Gasol che oltre a 27 punti (9/10 liberi), canestri su canestri come post basso, ha azzeccato la giocata da 3 punti che ha riportato avanti (102-101) i sornioni Grizzlies in vantaggio di 18 punti nel terzo quarto. Importante anche Mike Conley, il cervello della squadra di coach Jorger,  non per niente uno e 30 P.D (Possibii Dreamers) per Rio.
 
Immancabile lo sferzante commento di coach Mike Malone dopo l’ennesima occasione persa. “Grande partita, grande rimonta, ma siamo pagati per vincere le partite. Ragazzi, mi fate invecchiare…”.
 
Belinelli 0/7 0/5 da 3: che succede, proprio quando per la prima volta i Kings infilando una serie di 4 vittorie, di cui l’ultima giovedì notte  non facile per l’imprecisione nel tiro (3 punti di scarto, 39% e 24% da 3) con Atlanta (tripla-doppia di Rajondo 11 punti, 11 assist 10 rimbalzi e doppia-doppia di Cousins 24 punti e 15 rimbazi) , seconda all’Est con Toronto, sono arrivati per la prima volta fra le prime 8 con 19/23?
 
Il “Marco-freccia d’oro-nell’arco” in questo momento è in fondo alla fila della sua squadra dove non ha scoperto di avere tre-quattro concorrenti nel suo ruolo. Il triennale garantito (19 milioni di dollari)  gli aveva fatto supporre forse un miglior trattamento, ad esempio un’ideuzza da starter volante.
 
 Ha avuto due momenti di splendore, a metà novembre e nella prima decade di gennaio  che l’hanno fatto schizzare al di sopra della sua media-punti in carriera,  ma nelle ultime 5 partite  è stato la brutta copia di quel giocatore che grazie ai progressi tecnici può essere.  Tradotto in cifre: solamente  una volta è andato in doppia cifra (media 6 punti) in questo tratto di stagione in cui ha segnato 9 canestri su 37 dal capo e 3/15 da 3, non aveva mai finito la fara senza segnare un canestro nelle precedenti 41 partite e con lo 0/7 (4 liberi su 4 nel suo taccuino). In ogni caso, la sua stagione sembra svilupparsi a cicli di alti e bassi, dopo il giro di boa adesso la curva dovrebbe risalire ma nelle prime 42 gare ha tirato sotto il 40% (39,7) e sotto la sua media in carriera (42,7%) anche con i 455 punti  è  esattamente a metà della sua miglior stagione (910 punti), il primo anno a San Antonio dove il suo contributo al titolo fu importante.
 
RISULTATI giovedì notte 21 dic – CLEVELAND-LA Clippers 115-102 (22 L.James + 12a 5r 1/4 da3, 22 JR Smith 6/7 da3, 21 K.Irving 8/18, 18 K.Love +16r 4/10 3/6 da3; 30 C.Paul 9a, 17 JJ Redick, 10 D.Jordan +13r 2/5 tl6/15, 0 P.Pierde 0/5 0/3 da3); NEW ORLEANS-Detroit 115-99 (32 A.Davis 13/23 7r, 22 T.Evans +10a; 23 K.Caldwell-Pope, 20 B.Jennings 3/6 da3, 19 A.Drummond +22r tl3/5); Phoenix-SAN ANTONIO 89-117 (24 D.Booke, 20 A.Goodwin tl8/10, 8 T.Chandler +20r; 21 K.Leonard 6/15, 17 B.Marjanovic +13r  6/10 tl5/6, 13 J.Simmons 5/9 1/2 a3, 0 M.Ginobili 0/2 da3); SACRAMENTO-Atlanta  91-88 (24 D.Cousins +15r 5a 3rec 6pe, 14 B.McLemore 5/14 2/7 da3, 13 O.Casspi 4/10 3/7 da3 5a 5rec, 12 W.Cauley-Stein +11r, 11 R.Rondo +10r 11a; 4 M.Belinelli 0/7 0/5 da3 tl4/4 4r 2a; 14P.Millsap +14r 3a 5r 4rec, 12 D.Schroeder 1/6 da3); Denver-MEMPHIS 101-102 (17 D.Gallinari 5/15 3/9 da3 tl4/4 3r 0a 1pe 31′, 17 K.Faried +12 r tl 1/3, 14 E.Mudiay 8a, 14 W.Barton 1/5 da3; 27 M.Gasol tl9/10 4r 6a 3st, 20 M.Conley tl8/10 2/3 da3, 13 Z.Randolph 6r).
 
A cura di ENRICO CAMPANA
 

Articoli correlati