Ecco l’All Star Game: ripescato Anthony

Il conto alla rovescia  è finito ieri notte nel mini-turno con la vittoria di Washington a Indianapolis  e la sconfitta a Chicago di Boston che il suo allenatore Brad Stevens attribuisce a una infelice chiamata  dell’arbitro. Da stanotte fino a domenica la NBA è lo spettacolo planetario del 66° All Stars Game  che andrà in scena allo Smoothie King Center di New Orleans. Canestri magici, intrattenimento, glamour, vanity fair a tutto tondo. Protagonista una cinquantina di stelle del basket assurte a  indossatori della moda, media-maker ascoltatissimi dalla gente – non solo dai “fratelli” di colore – come LeBron James e Carmelo Anthony che all’ultimo momento prende il posto di  Kevin Love, operato al ginocchio, nella squadra dell’Est.

Il contributo dell’Europa al Barnum del Basket è sempre maggiore. E difatti la grande sorpresa dell’Est è il moro greco Giannis Antetokounmpo (Bucks) al suo debutto, e lo spagnolo Marc Gasol (Grizzlies) che da tempo figura fra le stelle e due anni fa è stato All-Star come il centro più dominante. Con 1,604.463 del voto popolare “The Greek Freak” è stato il più gettonato dopo il campione più titolato della Lega, LeBron James (1,893, 751) e mi par proprio di non aver sbagliato, se non in difetto,  quando due anni fa scrissi per Sportal.it che lui era la copia europea di Kevin Durant e magari in grado un giorno di superare l’originale. Per farci capire la sua esplosione-lampo,  questa stagione ha collezionato un numero di gare con almeno 30 punti, pari al “monumentale” campione dei Cleveland Cavaliers.

Manca Gallinari, il giocatore-franchigia di Denver, uno degli atleti italiani conosciuti al mondo. Un campione vero, come dimostra anche il suo salario (16 milioni di dollari) più alto di tanti colleghi NBA e calciatori famosi  che sognava di  sfilare nella parata di New Orleans, ma nella votazione popolare è  al 35° posto dei “frontcourt”, sostenuto da 21,160 fans che è un’arena piena di gente. Gode, l’azzurro, di grande reputazione da parte dei colleghi e degli allenatori per il suo stampo da fighter, al centro in queste ore di trattative del mercato di febbraio suscitando l’interesse di ben 8 club, fra cui Boston e Raptors, anche se probabilmente questo tavolo di trattativa verrà spostato più concretamente al mercato di luglio, una volta  fatte le dovute valutazioni  sui suoi problemini fisici  ricorrenti che gli hanno impedito di giocare una stagione intera per sette anni  su 8 e adesso si concentrano non più sul ginocchio, le caviglie, la spalla ma su una pubalgia che gli ha fatto perdere le ultime 8 gare, proprio quando il Gallo filava come un treno.

Ma quello che colpisce dell’European Basketball Force  di New Orleans è la capacità di produzione del Vecchio Continente. Per la prima volta infatti sono i 5 campioncini  del Raising All Star NBA-Resto del Mondo  per le matricole e i “secondo anno”: il serbo Nikola Jokic, il lèttone Kristaps Porzingis (Knicks), il lituano Domantas Sabonis (Thunder), il croato Dario Saric (76ers) e lo spagnolo Alex Abrines (Thunder) aggiuntosi all’ultima ora per l’infortunio del congolese Joel Embijd. E stanno facendo interessante  apprendistato altri giovani, come i fratelli Hernangomez, Poetl, Bender, Hezonja, mentre sono già arrivati a livello superiore Rudy Gobert, il centro, primo nel ranking delle stoppate e ai primi posti anche nei rimbalzi e percentuale di tiro e il turco Kanter, il montenegrino Vucevic, il franco-svizzero Capela.

In realtà Jokic-Joker poteva già far parte dei 12 dell’Ovest con le sue triple-doppie, difficilissime per i centri. E vogliamo ricordare l’impresa, nel giro di una settimana, per  aver toccato il record di 40 punti, 21 rimbalzi, 12 assist. Cifre che hanno illuminato la carriera di personaggi  della Hall of Fame, come Shaquille, Olajuwon, Jabbar, mentre i 17 punti,21 rimbalzi, 12 assist  della settimana scorsa richiamano l’impresa di Elgin Baylor del ’68. Questo significa che in mezzo secolo nessuno ha fatto quanto questo serbo talentuoso entrato nella NBA dalla porta secondaria, come molti bigs (Jordan, Curry, Bryant, e così via) e avuto la fortuna di trovare i suoi estimatori in coach Malone e nella dirigenza di Denver che per ragioni di bilancio e capacità di fiuto  un club che “saccheggia” l’Europa.

Nelle ultime due giornate pre-All Stars Game per la serie “quelli delle triple-doppie” Westbrook è arrivato alla n.27 (38 punti 14 rimbalzi e 18 assist) e quando il due volte MVP dell’All Star supera i 30  non e n’è per nessuno, James Harden, il n.1 della NBA negli assist (11,3) , nonostante il “38-12-12) non ha evitato  la sconfitta casalinga dei  Rockets contro i sempre più  sorprendenti Heat. Parliamo della squadra materasso del primo tratto di stagione  arrivata con una serie-record di 13 vittorie al 10° posto del Power Ranking  col suo leader Gran Dragic, il fratello maggiore dello sloveno Zoran che veste Armani. Infine la tripla-doppia di Eric Bledsoe (25-10-10) contro i Lakers ha marcato il più squillante successo della giornata (137 punti, 36 di scarto)  anche se i Suns sono il fanalino di coda  con 18 vittorie, ma c’è chi ha fatto di peggio, Brooklyn con 9 vittorie e 47 sconfitte pari al 16,1 % della franchigia del miliardario russo Prokhorov che ha finanziato il Cska campione d’Europa ai tempi di Messina, prima di trasferirsi in America per vedute differenti da Putin in politica.

Prima dell’All Star Game la situazione è contraddittoria per le squadre del Gallo e Belinelli. Denver è all’8° posto (25/31) molto staccata da Oklahoma (32-25),con un drappello alle calcagna pericoloso e un ko casalingo con  Minnesota nell’ultima gara, il punto interrogativo sul rientro del Gallo (infiammazione inguinale), ha ceduto Nurkic per Mason Plumlee che ha debuttato mercoledì con cife uguali a quelle fornite con Portland come centro titolare e preso Mo Williams. Difficile  che molli il Gallo per questa  interessante prospettiva di arrivare finalmente ai playoff, a meno di ragionare in termini di  salary cap. In caduta libera Charlotte di Belinelli. Le troppe assenze di Cody Zeller, il centro titolare e pilastro della difesa, sono la ragione del 24/32 che ha declassato gli Hornets all’11 posto dopo aver veleggiato all’inizio della stagione fra il 3° e il 4° nell’Est. Kemba Walker ha perso smalto, ma nemmeno una sua ottima gara  a Toronto ha  evitato la quarta sconfitta consecutiva  arrivata contro una squadra in flessione. Serataccia di tiro per Batum e di Belinelli, una sola tripla  e 3 punti su 6 tiri. Beli però questa stagione il suo l’ha fatto, 10,2 punti con quasi il 40 per centro da 3.  E lo dimostra il 30° posto nel voto popolare per le guardie tiratrici anche se i 10.586  sembrano pochi rispetti ai 1,696, 769 di Irving autore della tripla decisiva che diede  il primo titolo ai Cavs.

RISULTATI – Denver-MINNESOTA 94-112 (22 G.Harris 8/17 3&3 da3, 18 W.Barton 0/4 da3, 15 N.Jokic 6/19 2/5 da 14r 4a;40 A.Wiggins 15/262/4 da3 tl8/11 24 KA Towns 19 r;R-A: 49-25, 45-20);Orlando-SAN ANTONIO 79-107 (16 N.Vucevic 10r; 23 L.Aldridge; CLEVELAND-Indiana 113-104 (31 J.James 5r; 19 G.Robinson 6r); BOSTON-Filadefia 90-85 (33 I.Thomas; 19 R.Convington 8r); TORONTO-Charlotte 90-85 (21 K.Lowry 6r, 10 J.Valanciunas 8r; 27 F.Kaminsky,23 K.Walker,  3 M.Belinelli 1/6 1/4 da3r 1a 2pe, 22′, ne Mi.Plumlee; R-A: 44-21, 46-19); Brooklyn-MILWAUKEE 125-129 (36 Br.Lopez; 33 G.Antetokounmp 9r 3a); DETROIT-Dallas 98-91 (20 J.Luer 9r; 24 D.Nowitzki 10r); Memphis-NEW ORLEANS 91-95 (15 M.Gasol 12r; 23 Sol.Hill ); Houston-MIAMI  109-117 (38 J.Harden 12r 12a; 25 H.Whiteside 14r 5st); UTAH-Portland 111-88 (18 J.Ingles; 13 J.Nurkic 5/5 7r 13 D.Lillard 3/19, 6r 7a); PHOENIX-LA Lkers 137-101 (25 E.Bledsoe 10r 10a; 21 L.Williams); OKLAHOMA-New York 116-105 (30 R.Westbrook 13/22 3/5 da3 9/10 tl 14r 12a 3re 6pe; 30 C.Anthony 4r 4a; LA CLIPPERS-Atlanta 99-85 (17 B.Griffin 5r 9a; 15 D.Schroder 4r 7a); GOLDEN STATE-Sacramento 109-86 (35 K.Thompson 5r 4a; 14 M.Barnes 14r, 13 D.Cousins 6/14 4r 6a). Giovedì: Indiana-WASHINGTON 98-111 (17 P.George, 17 Mil.Turner; 25 O.Porter 8r, 20 J.Wall 8/20 0/2 da3 12a); CHICAGO-Boston 104-103 (J.Butler, 19 B.Portis 19 I.Thomas, 17 K.Olynix).

A cura di ENRICO CAMPANA

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