Warriors-Cavaliers, guai ai vinti

C’è un abisso di prestigio, interessi e implicazioni – come dire? – storiche  fra i vincitori e gli sconfitti  di questa finale NBA  che mette di fronte per il secondo anno Warriors e Cleveland. Sembrava una finale scontata sul 3-1 con la vittoria dei Golden State poi  lo scenario si è ribaltato di 180 gradi. LeBron ha vestito i panni di Superman e oltre a una serie di circostanze, soprattutto la sospensione di Draymond Green in gara5 per un episodio nel quale  si è sentito provocato dal “cavalluccio” di LeBron  montatogli sopra mentre era a terra, e le penalizzante assenza di Bogut, il centro titolare, che ha fatto di Tristan Thompson l’ago della bilancia delle ultime due partite giustificando il contratto di 82 milioni che per gran parte della stagione il canadese sembrava non meritare.
 
Una vittoria di Cleveland sfaterebbe la cabala per la quale chi è sotto 1-3 non ha speranze, i Cavaliers metterebbero fine a un’attesa di 52 anni e  certamente LeBron che ha segnato 82 punti nella rimonta tornerebbe “King James” col titolo di MVP della finale, mentre perdere a 31 anni la quinta finale su 7 significherebbe uno smacco bruciante. Da parte dei  Warriors, per la prima volta quest’anno, in una stagione record nella quale ha cancellato i mitici Bulls di 20 anni fa, perderebbero tre partite consecutive e sarebbe la più tragica delle beffe. “Al 100 per cento sarebbe un fallimento”, ha confessato Klay Thompson che a sua volta si gioca un credito incredibile perchè pochissimi a 23 anni hanno vinto due titoli e soprattutto con una tale incidenza in termini di punti. 
 
E’ una vigilia strana, a Oakland, dove stanotte (ore 2 italiane di domani mattina, lunedì, con una doppia diretta su Sky Sport Tv) crollerà anche il record della biglietteria non solo per la NBA dove si è toccato il picco dell’interesse nella finale 2008 fra Boston e Lakers. Si parla di 7 milioni di dollari, con una media di circa  330 dollari a biglietto anche se è di 40 mila dollari  la media delle poltroncine di bordo campo, calamita del jet set.  Sono attesi personaggi come Beyoncè e Jay Z, Drake, Spike Lee e la regina del gossip Kim Kardashian  che ha sfoggiato nei giorni scorsi un nudo da urlo, smaltiti  32 chili dall’ultima maternità col suo rocker di colore sposato anni fa a Firenze.  Per quanto riguarda la TV, ABC prevede fra i 22 e 25 milioni di spettatori per superare i  20,5 milioni di gara2.
 
Fra i Warriors piove sul bagnato, Andre Iguodala il MVP della stagione scorsa che  si divide  con Draymond Green il compito di contenere LeBron che si ferma soltanto con la kryptonite ha saltato l’allenamento del mattino per dolori alla schiena.  E si parla di un intervento chirurgico al ginocchio per Curry nei prossimi giorni facendo comprendere meglio la ragione del  suo forfeit ai Giochi di Rio. Anche un inguaribile ottimista come Draymod Green, il cavallo pazzo, ha abbassato i toni: “Non è come una passeggiata nel parco, sarà dura, molto dura”. La più bella battuta è stata  di Steph Curry che nell’ultima conferenza stampa ha confessato ai giornalisti che gli chiedevano delle bordate dell’inseparabile  moglie Ayesha  lanciate su twitter, bordate che hanno scosso i vertici della NBA leggendo su Espn che il twitter  della scatenatissima lady ha avuto un’eco  di 40 milioni di americani pronti a credere in un verdetto manipolato. “Credo proprio che avrei potuto togliere la connessione del pc di casa”, ha detto  il due volte MVP che ha dovuto pagare 25 mila dollari di multa, come il suo allenatore, per aver criticato l’arbitraggio reo “di tre falli ridicol”i, come ribadito da Steve Kerr. Si capisce quale sarà la treenda responabilità della terna che dovrà gestire quella che potrebbe passare alla storia come la finale più pazza fra le 19 finite a gara7, con 3 sconfitte casalinghe.
 
LeBron gonfia il petto,  sa benissimo di essere l’artefice e il regista di questa rimonta, e di essere vicino a una rivincita personale che varrebbe il titlo di boss, di Goodfather della NBA, simile a uno di quei personaggi della  famosa trilogia  di Ford Coppola  ispiratosi ai libri di Mario Puzo. Nella conferenza stampa  quando gli hanno chiesto della sfida con Curry per  riprendersi il titolo di N.1 ha detto: “L’ultima volta che ho parlato del MVP non è  andata molto bene, preferisco non ripetermi, che ne dite?”. E poi una battuta, visto che questa stagione non ha vinto ancora nulla: “Sono deluso di non aver cnquistato il titolo di difensore dell’anno, questo sì”, ha ironizzato. Il vincitore del trofeo, Kawhi Leonard, non ha commentato.   Cleveland è tutta sulle sua spalle, trascuratisimi coach Lue che ha l’occasione di vincere il primo titolo al primo tentativo e come interim-coach; dimenticato Kevin Love dato in ribasso fra quelli della corte di King James. Se gioca male anche questa gara7 l’anno prossimo finisce a  Boston e il suo posto sarà peso da Melo Anthony. Irving, 41 punti in gara5, ha preso una lieve botta, ma sarà al suo posto nella partita più crudele dell’ultimo decennio che LeBron gioca con la sicurezza del Grande Gatsby, anche se le agenzie di scommesse puntano ancora sui Warriors specialisti nel sapersi rialzare, anche se stavolta è molto ma molto più difficile e  in una finale in fattore-campo ha minore incidenza.
 
Il dilatarsi della finale toglie spazio all’imminente draft del 23 giugno al Barclays Center di Brooklyn nel quale il grosso dei giocatori internazionali sono europei, di cui ben 15 fra i quali però  anche quest’anno mancano gli  italiani che fra il 2006 e il 2009 avevano avuto  Bargnani (n.1 Toronto, 2006), Belinelli (n.18 Golden State, 2007) e Gallinari (n.5 New York, 2008) e in seguito  Alessandro Gentile (n.53, 2014, Houston via  Minnesota). Quest’anno il bresciano Flaccadori si era reso eleggibile ma non ha trovato posto fra i primi 100 del ranking dell’autorevole Mock Express. Cresce di anno in anno la presenza degli europei,  10 anni fa erano 1 su 10, adesso sono raddoppiati . Ce ne sono  tre fra i migliori 18 prospetti della “Green Room” di Espn:  Ben Simmons (Australia), Brandon Ingram, Jamal Murray, Kris Dunn, Dragan Bender (Croazia,  sceso dal n.4 al n.7), Marquese Chriss, Buddy Hield, Jaylen Brown, Dejounte Murray, Domantas Sabonis (Lituania, n.13), Henry Ellenson, Jakob Poeltl (Austria, Austria n.9), Skal Labissiere, Malachi Richardson, Deyonta Davis e Wade Baldwin. Si è alzato il livello medio verso l’alto, gli anni passati una manciata di europei figurava fra nell’ultima fascia, dal n.50 al 60, mentre  ben 10 sono piazzati dal n.14 al n.40, prevalentemente giganti, e precisamente Timothe Luwawu (14, Francia), Furkan Korkmaz (15, Turchia), Juan Hernangomez (20, Spagna), Zubac (22, Serbia), Zizic (27, Croazia), Abusele (32,Francia), Zipser (33, Germ),  Zagorac (36, Srb), Cornelie (38, Fra),  Codinier (39, Fra), Papagiannis (40, Gre). Chiude la lista come ultimo nome del draft col n.60 il russo Desyatnikov, centro dello Zenith di San Pietroburgo che Golden State manderà a Utah.
 
Per quanto riguarda l’Olimpiade Dante Exum ha detto no all’Australia dopo il brutto infortunio che gli ha fatto perdere la stagione, ci ripensa Pal Gasol (Spagna)  che supererà il rischio della puntura di Zika che provoca danni genetici  consegnando al freezer di una banca la provetta con un campione del suo prezioso liquido seminale.  L’Italia non ha nemmeno sfiorato il problema e dopo  battuto la Cina e vinto anche quest’anno il torneo di Trento, Ettore Messina ha scelto i 16 del prossimo raduno dai quali usciranno i 12 per il preolimpico. Si tratta di 11 elementi della squadra del 6° posto degli europei (Aradori,Bargnani, Belinelli, Cinciarini, Cusin, Datome, Della Valle,  Galllinari, Gentile, Hackett, Melli) più Abass, Cervi, Poeta, Tonut, Zerini). Non c’è  Polonara dalla prima convocazione e Pascolo riserva a casa. Scelte che giornalisticamente suggeriscono di chiedere a Messina con molta educazione una spiegazione tecnica.
 
PLAYOFF FINALE 
 
G6 – CLEVELAND-Golden State 115-101 (3/3; 31-11, 28-32; 21-28, 35-30;  41 L.James 16/27 3/6 da3 tl6/8 8r 11a 4re 3st, 23 K.Irving 7/18 (2/5 da3 tl7/7 4r 3a, 15 T.Thompson 6/6 tl3/4 16r 3a, 14 JR Smith 4/10 da3 4r 3, 7 K.Love 1/3 tl4/6; 30 S.Curry 8/20 6/13 da3, 1/13 1t, tl8/9 2r 1a 4pe 6f espulso, 25 K.Thompson 9/21 3/10 da3 tl4/7 3r, 8 D.Green 3/7 0/2 da3 tl2/2 10r 6a, 0 H.Barnes 0/8, 0/5 da3, 5 A.Iguodala 2/5 1/3 da3 tl0/2 4r 3a, 14 L.Barbosa 4/6 2/3 da3 tl4/5) 
CALENDARIO – G7 domenica 19 giugno (OAK, ore 20).
 
LA SITUAZIONE –  Semifinali.Est: CAVALIERS-Hawks 4/0 (104-93, 123-98, 121-108, 100-99), RAPTORS-Heat 4/3 (96-102 OT; 96-92 OT; 95-91; 94-87 OT; 99-91; 91-103; 116-89) . Ovest- Semifinali: WARRIORS-Portland 4/1 (118-106; 110-99; 108-120; 132-125 OT; 125-121); SPURS-Thunder 2/4 (124-92, 97-98; 100-96, 97-111; 91-95; 99-113).Finali: Est: CAVALIERS-Raptors 4/2 (115-84, 108-89; 84-99, 99-105; 116-78; 113-87). Ovest: WARRIORS- Thunder 4/3 (102-108; 118-91; 105-133, 94-118; 120-111,108-101; 96-88).Finale: WARRIORS-Cavaliers 3-3(104-89, 110-77, 90-120, 108-97, 97-112; 101-115);
 
SKY SPORT TV – G7 lunedì 20 giugno ore 2 diretta Sky Sport 1 HD e Sky Sport 3 HD,  differita  ore 14 1HD e SS Mix HD, ore 18.15 e ore 23 SS 2 HD. Commenti dagli Stati Uniti di Flavio Tranquillo e Davide Pessina, studi pre e post partita di Alessandro Mamoli con servizi giornalieri  su Sky Sport24 HD. Visione anche in mobilità su smartphone, tablet e pc grazie a Sky Go.News e aggiornamenti sul sito skysporthd.it, e la community social Sky, Facebook, Twitter  e Instagram.
 
A cura di ENRICO CAMPANA
 
 

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