NBA, Howard a Boston o Miami?

Coach Scott Skyles è stato il regista della prima “trade” ufficiale a 24 ore della chiusura del mercato di giovedì 18 febbraio puntando su due giocatori dei Pistons allenati ai tempi del suo incarico a Milwaukee. Arrivano quindi a Orlando il turco Ersan Ilyasova (power forward) e Brandon Jennings (guardia, il ragazzino prodigio che giocò a Roma) e Tobias Harris (small forward) passa dai Magic ai Pistons vogliosi di playoff.
Fra Charlotte, Memphis e Miami è in corso un giro a 3 così articolato: gli Hornets prendono dai Grizzlies Courtney Lee (small guard) in cambio di PJ Hairston (power forward) e Chris Andersen (centro) e la seconda scelta di Miami nel prossimo draft. A sua volta Miami prende dagli Hornets Brian Roberts (point guard).
 
La mossa degli Heat di riprendersi il discusso Andersen (alias Birdman o l’Uomo Uccello per i tatuaggi alati fino al collo) che ha trascorso la sua carriera fra Denver con la quale ha debuttato e la Miami dei titoli col trio Wade-Bosh-LeBron) presuppone quindi lo scambio Whiteside-Howard che ha tenuto banco nei giorni dell’All Star Game e la costruzione di una squadra in grado di lottare per il titolo, operazione che richiede anche un’alternativa brillante in regia come Brian Roberts per Zoran Dragic. 
 
Al momento l’alternativa dello sloveno è il connazionale Beno Udrih, play di lavoro molto quadrato, sul quale la scorsa estate aveva puntato l’Armani con un’offerta giudicata però distante dal suo salario NBA (2.170.465).
In ogni caso, i Rockets vogliono liberarsi del contratto di 22,4 milioni di Howard e costruire la squadra del futuro e nell’immediato raggiungere almeno i playoff che al momento, dopo aver perso con i Jazz, sono in pericolo. “Superman” potrebbe anche andare a Charlotte che può aggiustare il salary cup e scaricare il costo cedendo un paio di giocatori e a sua volta entrare nei playoff e creare un grande interesse per la promozione del prossimo All Sar Game assegnato al club di cui Michael Jordan è co-proprietario. Col prestigio di Jordan, Howard potrebbe forse rispondere picche?
 
Sull’acquisto di Dwight Howard si è indirizzato nelle ultime ore anche Boston con un ragionamento oculato ma elementare, di tipo appunto… bostoniano: David Lee acquistato dai Warriors per 15 milioni non ha risolto i problemi del centro e da molte giornate scalda la panchina, per cui con Superman potrebbe cancellare dalla storia un cattivo affare e se l’innesto funziona, con un sacrificio compatibile con la rigida politica economica bostoniana, la squadra di Brad Stevens potrebbe diventare la guastafeste per il titolo dell’Est mandando a Houston oltre che David Lee (power forward-post basso, costo 15 milioni), un buon puntello per la difesa allegra de texani, Cody Zeller (centro-power forward, costo 2,7 milioni) e la prima scelta 2016 dei Nets che sarà un giocatore fra i primi 3 del draft considerando la bassa classifica dei brooklyniani.
 
I Knicks che hanno affidato la squadra a Kurt Rambis (ex Lakers dei tempi d’oro) offrono sul mercato lo spagnolo Calderon, un buon postino ma senza l’esplosività e il tiro dei play di colore, e trattano senza grandi speranze con gli Hawks per Jeff Teague o il tedeschino Denis Schroder, ma nelle ultime ore si accontenterebbero di Ricky Rubio l’europeo più alto nelle statistiche (3° negli assist e 2° nei recuperi) ma come tiro inferiore anche al connazionale in uscita dal Madison. Ma non è escluso che firmi Jimmer Fredette MVP dell’All Star minore (D-League).
 
Minnesota deve scegliere fra Wiggins e Rubio –  e il canadese, ex n.1 del draft, è fra i primi 20 marcatori della lega –  per far posto nel quintetto a Zach LaVine, guardia esplosiva di UCLA uscita da Toronto come la vera novità: MVP del Rising All Star e vincitore della gara delle schiacciante con il massimo punteggio (200 voti) nella sfida con Aaron Gordon (Magic)  con una prodezza molto simile: cambio di mano sotto la coscia destra durante lo stacco contro cambio di mano sotto le due gambe riunite del rivale forse meno facile) e immancabile schiacciatone finale.
 
Voce degli ultimissimi minuti possibile avvio di una trattativa fra Hawks e Rockets per lo “swap” Horford-Howard più conguaglio, che potrebbe essere Tiago Splitter (vincitore dell’anello con gli Spurs) e una guardia (Schroeder?) perchè a Houston Ty Lawson (ex Denver) è ormi bruciato per i suoi problemi giudiziari, più volte pizzicato dalla polstrada al volante con troppo alcool in corpo.
 
Improbabile invece che Blake Griffin il quale ha ripreso ad allenarsi, si muova dai Clippers dopo aver tirato un pugno in faccia a uno del suo staff, con la rottura della mano e sospensione per 4 turni e un multone di 800 mila dollari. Un episodio che non depone per il futuro del giocatore, a cominciare dalla selezione per i Giochi. Chi mai sarebbe quel pazzo che lo paga oltre 20 milioni rischiando di prendersi un pugno in faccia?
Con la chiusura del mercato, giovedì, riprende il Grande Barnum dopo la settimana dell’All Star Game di Toronto, col miniturno di 3 gare Wizard (23/28)-Jazz (26/26), Cavaliers (38/14)-Bulls (25/25) e un rischio per gli Spurs (45/8) allo Staples Center contro i Clippers (35/18) che hanno vinto anche senza Griffin.
 
Venerdì ben 28 squadre nell’arena, back to back per gli Spurs contro i Lakers; i Warriors a Portland che col ritorno in panchina di Steve Kerr sono imbattuti e iniziano a Portland, squadra giovane e gasata che non rimpiange Aldrdge, l’ultima galoppata per il record delle 33 vittorie. Il record ci sta: nelle ultime 30 partite sono concesse 5 sconfitte al massimo per battere il record dei Bulls di Jordan (72/10) ’95-96. Per gli italiani, Nets-Knicks, un derby da ex per Bargnani, ma in campo o in panchina? Derby azzurro Belinelli-Gallinari in Kings-Nuggets, quasi uno spareggio per sperare ancora nell’ottavo posto. Fra due mesi i tre azzurri potrebbero essere a casa e cominciare a pensare al pre-olimpico.
 
A cura di ENRICO CAMPANA.

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