LeBron si ispira al Padrino per vincere il titolo

Nessun club nella NBA ha mai vinto da 1-3 il titolo, ma dopo la vittoria di Oakland e lo sfacciato favore degli astri che si è materializzato stop di un turno a Draymond Green e la caduta di JR sul ginocchio di Bogut che ha chiuso la stagione dell’australiano, Cleveland è tappezzata di cartelli bianchi e neri con la scritta “Believe in LeBron” che come un mantra passa di bocca in bocca. E lui è tornato a troneggiare, e con un ghigno mefistofelico quasi volesse far comprendere di essere il regista occulto del repentino cambiamento di scenario, ha raccontato ai media che in questi giorni si è rivisto tutta la trilogia del “Padrino” (The Goodfather). “Grande film”, ha detto. A parte questa recita si è lasciata scappare una frase sibillina e pericolosa  per il futuro di Kevin Love, deludente in gara 5 al ritorno in quintetto in seguito alla botta alla nuca di gara3, che conferma la possibilità di un maxi-trade di mercato a tre fra Cavs, Celtics e Knicks per cui  Kevin finirebbe a Boston, Melo Anthony arriverebbe a Cleveland e a New York potrebbero sbarcare due giocatori e una prima scelta per tentare di prendere Kevin Durant con un contratto di cinque anni, anche se i Thunder gli offrono a loro volta un maxi contratto oltre un posto nel direttivo del club, per cui verrebbe coinvolto nelle decisioni riguardanti anche  il mercato, il tecnico.
 
“Per vincere ci serve che Love giochi meglio”, ha detto LeBron senza perifrasi. Il diretto interessato ha fatto finta di niente e messo i puntini sulle i: “Ho difeso come serviva alla squadra”, ha replicato l’ex star di Minnesota. In gara5 LeBron e Irving hanno segnato 41 punti a testa, per Kyrie che con le assenze di Curry e Paul sarà il play del Dream Team a Rio tornando a giocare col suo allenatore di Duke, è stata una gara memorabile che l’ha portato a vendite-record nel merchandising: il 450 per cento. JR Smith per nulla sorpreso dagli 82 punti, ha dettato questa frase alla stampa: “Possono arrivare anche 100”. Cleveland è tornata Believeland, la vittoria in trasferta ha cancellato quella di gara4, la quarta casalinga negli scontri diretti.  Chiamato in causa sul fatto che i Cavaliers sono ancora in svantaggio e che potrebbero perdere la seconda finale consecutiva, Richard Jefferson ha risposto spavaldamente, come se si parlasse di un vecchissimo episodio. “Grazie per avermelo ricordato, anche a me è morto un cane quando avevo 12 anni…vogliamo parlare di questo?”.
 
C’è invece chi non si da pace è Draymond Green. “E’ stato brutale, uno dei giorni più strani della mia vita. Ho un grande rammarico, se avessi giocato avremmo certamente vinto il titolo” ha raccontato la sua esperienza che secondo Tim Donaghy sarebbe stata pilotata dalla NBA per portare la finale alla settima partita e favorire Cleveland in difficoltà. Affermazione pesantissima, che ha visto i media tentennare, perchè Donaghy è l’arbitro che si è fatto un anno e mezzo di prigione in massima sicurezza per aver truccato 40 partite. Curry ha parlato poco ancora meno Steve Kerr se non per ricordare che l’infortunio di Bogut costa l’assenza di un giocatore fondamentale in difesa e in attacco. L’anno scorso mise la sua firma con 10 stoppate. “Green è rimasto davvero male per l’occasione mancata e gioca il sogno di rivincere i avvererà”, ha promesso l’extraterrestre.
 
Alla Quicken Loans Arena due biglietti dietro le panchine sono stati venduti a 13.454 dollari l’uno, tutto esaurito come per il Watch Party in contemporanea alla Oracle Arena: bruciati in pochi minuti i biglietti dal costo di 20 euro per seguire la partita sul cubo luminoso, l’incasso detratte le spese andrà in beneficenza. Per l’eventuale gara7 che si giocherà alle 20 di domenica 19 giugno, incasso di 7 milioni di dollari, 3 poltroncine sono state pagate 75.000 dollari. Sarebbe anche l’ultima partita nell’Oracle Arena, e il parquet del secondo titolo sarebbe smontato mattonella per mattonella e venduto come una reliquia. 
Dietro l’angolo ci sono i draft. Molti giocatori di primo piano stanno effettuando i provini con le squadre interessate, come nel caso dell’austriaco Jakob Poetl  possibile n.9, l’europeo più in vista di Dragan Bender che da n.4 passa a n.5. L’australiano di LSU Ben Simmons, il probabile n.1, invece ha rifiutato di allenarsi con i 76ers vincitori del lottery-draft. Questo dice quanto sia il suo interesse per giocare a Filadelfia. New York non avrà quest’anno una prima scelta per dover pagare a Toronto il trasferimento di Andrea Bargnani, ultimo atto di una carriera che volgeva al peggio per lui e le sue squadre, fino al brusco taglio a febbraio con i Nets. 
 
PLAYOFF FINALE
G5 – Golden State-CLEVELAND (3/2;  32-29, 29-32; 23-32, 13-19; 37 K.Thompson 11/20 6/11 da 3 tl9/9 3r, 25 S.Curry 8/21 5/14 da3 tl4/4 7r 4a 4pe, 15 A.Iguodala 6/13 1/4 da3 11r 6a 2 rec, 5 H.Barnes 2/14 1/6 da3, 0 M.Speights 0/3 0/3 da3; 41 L.Jmes 16/30 4/8 da3 5/8tl 16r 7a 3re 3st, 41 K.Irving 17/24 5/7 da3 tl2/2 6a 4pe, 10 JR Smith 3/9 1/2 da 3, 8 R.Jefferso 3rec)
 
CALENDARIO –  G6 giovedì 16 giugno CLE (ore 21); ev G7 domenica 19 giugno OAK (ore 20).
 
LA SITUAZIONE –  Semifinali.Est: CAVALIERS-Hawks 4/0 (104-93, 123-98, 121-108, 100-99), RAPTORS-Heat 4/3 (96-102 OT; 96-92 OT; 95-91; 94-87 OT; 99-91; 91-103; 116-89) . Ovest- Semifinali: WARRIORS-Portland 4/1 (118-106; 110-99; 108-120; 132-125 OT; 125-121); SPURS-Thunder 2/4 (124-92, 97-98; 100-96, 97-111; 91-95; 99-113).Finali: Est: CAVALIERS-Raptors 4/2 (115-84, 108-89; 84-99, 99-105; 116-78; 113-87). Ovest: WARRIORS- Thunder 4/3 (102-108; 118-91; 105-133, 94-118; 120-111,108-101; 96-88).Finale: WARRIORS-Cavaliers 3-2(104-89, 110-77, 90-120, 108-97, 97-112)
 
SKY SPORT – G6 venerdì 17 giugno diretta ore 3 Sky Sport 2 HD, differita ore 13 ore 17 e 22.30 3HD. Eventuale G7 lunedì 20 giugno, ore  diretta Sky Sport 3 HD.Commenti dagli Stati Uniti di Flavio Tranquillo e Davide Pessina, studi pre e post partita di Alessandro Mamoli con servizi giornalieri  su Sky Sport24 HD. Visione anche in mobilità su smartphone, tablet e pc grazie a Sky Go.News e aggiornamenti sul sito skysporthd.it, e la community social Sky, Facebook, Twitter  e Instagram.
 
A cura di ENRICO CAMPANA.

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