La festa della mamma turbata dal caso Wade

Sarà vero, alla fine, il detto che spende meglio chi più spende, per definire il volo missilistico dei Cavaliers favorito dagli dei per una serie di combinazioni astrali?
 
Gravata dalla scure dalla tassa del lusso per  una  campagna acquisti da oltre 200 milioni di dollari, in penombra tutta la  regular season, riaggiustata per ben due volte la formazione, la prima con l’infamante foglio di via a un coach col 73 per cento di successi e vicecampione (David Blatt), affidato la costosa arca a un giovane burbanzoso (Tyronn Lue, clone di Doc Rivers), e la seconda a febbraio sborsando Brad Gilbert, il ricco proprietario, altri 32 milioni sul veterano Channing Frye, a suon di bombe Cleveland  ha staccato per prima il biglietto per la finale di Conference. Avrà così il vantaggio di essere più riposata dei rivali, Miami o Toronto che sono sull’1/2 e dovranno intanto inventarsi una formazione d’emergenza per lo stop in questa serie dei sui giovani centri Whiteside e Valanciunas, peraltro i migliori in circolazione.
 
Nel remake della finale dello scorso anno all’Est, Atlanta  è uscita con le ossa rotta. Terminata invece la stagione boccheggiante, 3 sconfitte nelle ultime quattro gare,  Cleveland ha presentato le sue credenziali con un duplice sweeps (cappotto) – il che potrebbe essere in qualche modo anche dimostrare valori più bassi rispetto all’Ovest ma è certamente il  frutto di un adeguamento alla “warriozzazione” del gioco in voga nella NBA. 
 
Senza il tiro da 3 ormai non si va da nessuna parte e  tanto per far sapere di essersi attrezzati, di grandinata in grandinata  i gialli cavalieri che hanno il compito di portare al primo titolo il loro territori, hanno tolto  – e alla grande –   il record delle triple  nei playoff ai Warriors (25 contro 21) e chiuso la serie cn gli Hawks  – udite udite –  con un 50% (77/152)  largamente migliore del tiro in totale (42%, 81/191).  
 
Vedremo più avanti quanto sarà fondamentale  questa riconversione al culto della tripla che ha avuto comunque una conferma  anche nell’ultima gara ad Atlanta, la più difficile, con Denis Schroder speedytedeschino che per poco agli europei non mandò a casa l’Italia, capace di  far impazzire LeBron nel finale e convinto – come a Berlino –  di essere fuori per una mancata chiamata degli arbitri. Col suo pennacchio giallo  fra i capelli crespi, il nerissimo ragazzino di Braunschweig , terza guardia di Atlanta,  con qualche compagno in vena di arrendevolezza (Al Horford tanto per non fare nomi, forse per far sapere al suo club di voler giocare in una squadra da titolo, magari  gli Spurs col ritiro del 40enne Duncan) ha preso in mano la squadra portandola avanti a un minuto dalla fine. E replicato poi alla tripla salvifica di LeBron  del 100-97 sgusciando nella difesa avversaria (99-100) per ritrovarsi a giocarsi la vittoria  su un assurdo e umoristico salto a due a 2″08 dalla sirena. Lui 25 centimetri e 40 chili in meno di LeBron, un fischio indegno partorito dagli arbitri  e che non ha frenato la sua lingua. “Se avessero fischiato, oggi saremmo ancora in corsa”. Siamo curiosi cosa dirà stavolta l’osservatorio arbitrale della NBA, anche se c’è di mezzo l’icona LeBron, intimo dalla famiglia Obama, e  suo finanziatore, e in fondo viste anche le 10 sconfitte precedenti forse converrà  lasciar perdere…
 
In ogni caso, per tornare alle nuove scelte in attacco fatte da Cleveland, grazie a un’extra-pass da manuale (si tratta del passaggio finale che chiude un’azione corale per battere la difesa col  tiro dal perimetro)  condotto da LeBron in persona (9 assist) mandando la palla negli angoli a Kevin Love (8 bombe su 15, un exploit simile solo a Curry, Thompson, Lillard o Draymond Green) senza  tiro da 3  la sconfitta sarebbe stata sicura.
 
Nonostante   due dei  suoi  ben cinque  “3T-Killers” in ombra –  JR Smith (3 punti, 1/4) e Frye (protagonista di gara3 con 27 punti) –  i Cavs hanno tirato per l’ennesima  volta meglio da 3 (42,3) che da 2 punti e fatto pesare le 16 triple contro le 9 degli Hawks e si capisce che gli astri disposti ad appoggiarli anche nella finale dell’Est  dove affronteranno una squadra senza il suo centro o in campo malconcio, e dal  potenziale da 3 mediocre, specie se sarà Miami dove Wade tira col contagocce. E potrebbe inoltre risentire della campagna stampa montata in Canada per essere andato a tirare a canestro mentre stavano suonando l’inno nazionale degli ospiti. 
 
Oltre alla tirata d’orecchi della NBA, molto imbarazzata per il caso diplomatico, e la raccomandazione ad attenersi al protocollo del National Anthem, sono scesi in campo anche il sindaco e il presidente regionale di Toronto con due post su Twitter di questo tono: “Hei Dwyane Wade, un po’ di rispetto, i canadesi hanno inventato il basket” e “Quando tornerà a Toronto, niente musica negli intervalli, solo l’inno nazionale per tutta la gara”.  
 
Il 3 volte vincitore del titolo  si è difeso dicendo che da 13 anni, da quando gioca nella NBA,  quello è un suo rituale; finito l’inno americano deve tirare per scaramanzia  3 tiri prima di raggiungere la panchina e ascoltare i piani di gara dell’allenatore. Vibratamente , come direbbe Napolitano, ha così replicato in terza persona: “Non  sono certamente  una persona irrispettosa, se qualcuno la pensa così dovrebbe informarsi di che persona sia Dwyane Wade”. 
 
Domenica la NBA ha festeggiato in grande stile la giornata della mamma, un’idea che il calcio e il CONI non dovrebbero lasciarsi scappare per gli anni futuri. La ribalta e la parola sono state date alle mamme degli illustri campioni. Fra le monumentali o eccentriche ladies, anche la signora Wade che ha difeso il suo criticatissimo cucciolone, “tanto rispettoso e amante dei valori della famiglia da tenermi compagnia alla Tv quando trasmettono i cartoni animati”. 
 
Un pò corrucciata invece la slovena mamma di Goran Dragic, come molte madri europee ormai di stanza in America,  vedendo il figlio richiamato in panchina nell’infelice  finale contro Toronto in gara3. Le star  delle Super-Mom sono state l’eccentrica signora Westbrook, abbigliata come una pantera, abito orto attillatissimo e  una cascata di riccioli nerissimi  che arrivano alla schiena, e quella di Kevin Durant, ormai una celebrità, che in Tv truccatissima, ombretto e ciglia finte,  ha spiegato a Espn che senza la sua presenza e i suoi sacrifici, Kevin non sarebbe diventato quel campione che è oggi. 
 
Kevin e Russell, i Dioscuri dei Thunder, non potevano avere miglior occasione per ringraziare cotante mamme-manager e dopo un inizio difficile nel partitone con gli Spurs (17/27) che poteva pregiudicare la stagione,  li hanno disintegrati nel quarto tempo con un parziale di 34-16 riportando il confronto sul 2-2. Per Kevin Durant record nei playff con 41 punti.   Quale miglior regalo per le loro mammine inconfondibili   e anche  per promuovere i valori sociali della famiglia americana, aspetto sul quale la NBA è impegnata come nessun altro  al mondo, nemmeno l’Onu con le sue varie organizzazioni?. Qualcuno però ha trasgredito, come il serbo Divac, il g.m. dei Kings, e Joerger, coach di origini tedesche, che si sono messi attorno a un tavolo per discutere una proposta di contratto di 16 milioni per 4 anni. 
Mamme e quattrini, tutto fa spettacolo mentre  lasciando i playoff Paul Millsap ha lanciato un allarme, quasi fossimo in presenza di un attacco virale: “Ragazzi, attenti a quello che sta succedendo nella NBA, il tiro da 3 punti è diventato un killer”. 
 
PLAYOFF Semifinali 8 maggio, G4. Est: Atlanta-CLEVELAND 99-100 (0/4; 36-27, 22-29; 19-25, 22-19; 21 D.Schroder 10/18 1/3 da3 6a, 19 P.Millsap 5/12 1/4 a3 tl8/10 9r, 16 T.Sefolosha 7/12 2/3 da3 6r, 15 A.Horford 1/5 da3; 27 K.Love 9/25 8/15 da3 tl1/1 13r 4a, 21 L.James 10/23 1/5 da3 tl0/3 10r 9a 6pe, 21 K.Irving 8/16 1/3 da3 tl4/5 8a, 3 JR Smith 1/4 da3); Ovest: OKLAHOMA-San Antonio 111-97 (2/2; 17-27, 28-26; 32-28, 34-16; 41 K.Durant 14/25 3/9 d3 tl10/13 5r 4a 5pe, 17 D.Waiters 7/11 2/2 da3, 16 S.Adams 6/8 tl4/6, 14 R.Westbrook 5/18 1/3 da3 tl3/4 7r 15a 3re;22 T.Parker 10/16 0/1 da tl2/2 3a 4pe, 21 K.Leonard 7/19 0/4 da3 6r 4re 4pe, 20 L.Aldridge 8/18 tl4/5 6r, 11 B.Diaw 5/8 1/1 da3).
SKY TV –  Differita G4 Hawks-Cavaliers oggi ore 23.14 (SS 3 HD); Martedì 10 maggio ore 2 diretta G4 Portland-Golden State (SS 2 HD, Tranquillo-Pessina)
 
STANOTTE – Est: sfG4, Miami-Toronto (1/2; 102-96 OT; 92-96 OT; 91-95; Ovest: sfG4, Portland-Golden State (1/2; 106-118; 99-110; 120-108)
LA SITUAZIONE – Est: CAVALIERS-Hawks 4/0 (104-93, 123-98, 121-108, 100-99), RAPTORS-Heat 2/1. Ovest:  WARRIORS-Portland 2/1; SPURS-Thunder 2/2.
 
A cura di ENRICO CAMPANA

 

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