Il “soldato” Messina riscopre Andre Miller

“Look, I’m a soldier. Whatever will happen in the future, the first person I will talk to is Pop and the second is R.C. And that’s it.”. Con questa dichiarazione per smentire l’accordo con i Brooklyn Nets (“sono speculazioni”) il “soldato” Messina rientra a San Antonio riconsegnando la squadra al suo capo con 1 vittoria e 1 sconfitta nel back to back all’Est.
 
Gli Spurs tornano in campo giovedì notte contro i Bulls, il tecnico ha contribuito a migliorare  il loro record di sempre, 54/10, sperando di agganciare i Warriors magari vincendo i due confronti diretti.  E schivato per bene le domande dei giornalisti riguardo il suo futuro. Certo, chi non sognerebbe di ereditare la panchina di Popovich, il tecnico dei 5 titoli, ma è più probabile che torni a lavorare per il miliardario russo Miklahil Prokhorov  uno dei proprietari del CSKA quando allenava a Mosca. E’ chiaro che tutti quanti hanno una parte in commedia stanno abbottonati per non suscitare polemiche e rimanere  concentrati perchè qualche problemino la squadra e l’ha, vedi la condizione di Tony Parker per un problema a un dito; come è chiaro che il suo passaggio ai Nets sarà un tassello nel contesto di un gemellaggio fra gli Spurs e i Nets e che come CT  ha preso anche un impegno con la squadra azzurra, e intende mantenerlo anche se non c’è un contratto scritto per il preolimpico. Tutto alla fine s’aggiusterà…
In ogni caso, Messina schermandosi, ha concluso la conferenza stampa di Minneapolis martedì notte tagliando corto: “Sono un soldato,  su tutto quello che può succedere, la prima persona con la quale parlerò è Pop (coach Popovich) e la seconda è R.C. (il gm Buford), e questo è tutto”.
 
Non sappiamo se  in questo back to back  nel quale non ha potuto contare su Ginobili (rientrato e subito fermatosi dal’operazione ai testicoli) e Tim Duncan Messina ha fatto di testa sua o si è consigliato con Popovich. Fatto sta che lo ringrazia  Andre Miller, che compirà 40 anni fra 10 giorni esatti,  assente da un quintetto iniziale da due anni e mezzo, dai tempi di Denver di coach Karl e Gallinari.
 
Uno bello schiaffo per i Wolves, che l’avevano preso per fare da tutor ai giovani  Wiggins, LaVine e Rubio, ritrovarselo contro pochi giorni dopo aver lasciato Minnesota. Da qui, comprensibile, lo sbandamento psicologico di Ricky Rubio il quale praticamente  è risultato introvabile (un canestro su 5, 3 assist in 21 minuti), mentre il mago Andre, preso come cambio o per i finali di gara per la sua ben nota capacità di tirare fuori dal cilindro il canestro o il passaggio che permette di vincere un match sul filo, ha giocato 25 minuti perfetti: 13 punti e +24 di plus/minus. E  fatto  meglio di Patty Mills (1/8), il cambio di Le Roi Parker, per cui ecco la conferma di un acquisto indovinatissimo che allunga la panchina, in attesa anche di vedere all’opera Kevin Martin,un altro giocatore-relais fino a pochi giorni fa dei Wolves.
L’unica cosa che non ha funzionao bene, in questo interim messiniano, è stato il tiro da 3, il 14% a Indiana lunedì notte e poco meglio, il 21,4, a Minneapolis (4/19, 1/5 di Danny Green, oltre a Bonner e Mill)s. Ma la difesa ha stritolato l’avversario, l’attacco è stato fluido e se n’è giovato Aldridge (29 punti): 46/35 ai rimbalzi e 28/18 assist, oltre a tre sole palle perse nei primi 3 tempi e 9 in totale, dimostrano con i 25 di scarto che Messina ha fatto il Popovich.
 
Nella conferenza stampa pre-gara parlando di questa opportunità di guidare la squadra, l’Ettore del basket  ha detto di sentirsi a suo agio: “La macchina è ben oliata. Si va avanti. Si prova  prendere il volante facendo attenzione a non rovinare tutto cercando di andare dritto”. Il suo record è di 2/1 e quindi per le statistiche, amate dagli americani, è un coach vincente.
 
Denver ha vinto ancora senza il Gallo continuando la sua tradizione favorevole contro l’ex Carmelo Anthony : otto vittorie consecutive per i Knicks al Pepsi Center, doppia-doppia per il centauro Faried e quasi altrettanto per il serbo  Nikola Jokic centro titolare; belle prove degli altri giovani Mudiay e Gary Harris, oltre ai meno giovani  ma in crescita Augustin e Arthur.
 
Le dichiarazioni di Anthony di volersi mettere al tavolo delle trattative con i procuratori dei free agents per scegliere  chi ingaggiare la prossima estate ha provocato dentro la squadra qualcosa  simile a un ammutinamento generale. E i suoi 30 punti fini a se stessi hanno infatti una duplice verità. Fino a quando Anthony avrà queste uscite  la gloria dei Knicks rimarrà nei libri di storia per una cronaca triste e noiosa di oggi attorno alle sempre più infelici esternazioni e le bacchettate del nero Superbone  che sale in cattedra manco fosse il commissioner.
 
Per i playoff Portland ha portato a casa una vittoria importante nell’overtime con Washington senza Beal: Damien Lillard, 41 punti, ha giocato come fosse Steph Curry e dimostrato a John Wall neo All Star che il suo posto l’avrebbe meritato lui anche se i due giocano in ccnferences diferenti. I Lakers hanno battuto Orlando senza Vucevic senza Kobe, e quindi dimostrano di aver  voltato pagina con l’ultima passerella di Black Mamba.
 
AGENDA SKY TV -Domani 10 marzo alla Oracle Arena  ancora i Warriors con Utah: appuntamento alle 4.30 di mattina; differita sempre in giornata alle 14 SS 2HD e 17 SS 3HD). Sabato 12 marzo da  Memphis diretta alle 2 di notte (SS 1HD)  Grizzlies-Pelicans (differita sempre sabato dalle 14 e 18 SS 2HD). Chiusura  settimanale  con Spurs-Thundercity alla AT&T di San Antonio con la diretta alle 2.30 di domenica 13 marzo su SS 1HD (differita alle 10.30 SS 2HD e 14.50 SS 1HD).
RISULTATI martedì 8 marzo –  Minnesota-SAN ANTONIO 91-116 (23 A.Wiggins 8r, 10 CA Towns 9r, 15 Z.LaVine, 2 R.Rubio 1/5 3a 4a 21′; 29 L.Aldrdge 11/13 tl7/7 7r 4a 4st, 18 D.West 7/9, 13 A.Miller 5a); DENVER-New York 110-94 (24 K.Faried 10r, 20 N.Jokic 9/20 0/1 da3 tl2/4, 16 G.Harris, 15 E.Mudiay 7r 5a, 10 DJ Augustin 1/5 da3, 10 D.Arthr; 30 C.Anthony tl11/11 1/4 da3 7r 4a, 6 K.Porzingis  3/11 0/3 da3 5r, 2 R.Lopez 3r); Utah-ATLANTA 84-91 (22 G.Hayward 6r; 24 J.Teague 3r 6a); TORONTO-Brooklyn 104-99 (23 K.Lowry 4r 9a, 25 D.DeRozan, 6 B.Byombo 10r; 35 B.Lopez 5r 3a); LA LAKERS-Orlando 107-98 (27 D.Russell, 24 J.Clarkson, 23 J.Randle 11r; 26 V.Oladipo, 23 E.Fournier); PORTLAND-Washington 116-109 dts (41 D.Lillard 12/25 6/13 da3 tl11/12 5r 11a, 18 CJ McCollum 7/16 2/5 da3, 9 E.Davis 10r; 20 J.Wall 8/25 3/6 da3 tl1/4 5r 11a, 19 M.Gortat 10r 8/12, 21 R.Sessions)
 
A cura di ENRICO CAMPANA

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