Gallinari “risponde” a Curry

Curry è in questo momento il re indiscusso della NBA,  ma Danilo Gallinari non scherza e con 32 punti e una gara scintillante e di grande continuità a New Orleans ha firmato  la quarta vittoria di Denver nelle ultime 5 gare. Si tratta anche della miglior prestazione di un europeo nel turno di martedì notte, dove al Madison ha brillato anche Kristaps Porzingis con 29 punti 11 rimbalzi, meglio della star Melo Anthony che questa estate aveva storto il naso la notte delle scelta in cui il suo club prese il gigante lettone che oggi corre per il trofeo Rookie of The Year.
 
Seconda vittoria per i Nets che non credono più in Bargnani (4 minuti di gioco, seconda partita senza un canestro per lo smagato azzurro) dopo aver sfiorato il colpaccio in trasferta coi Warriors con 2 soli punti di scarto a Brooklyn contro gli Hawks ispirati dai ben 10 assist da Dennis Schroeder per la prima volta in quintetto. Si tratta dello scricciolo nero tedesco e   top scorer degli Eurobasket che sbagliò nell’azione finale a Lille il lay up per mettere fuori l’Italia.
 
Col rientro dello spagnolo Ricky Rubio , l’artista del’assist, fuori nelle ultime quattro partite perse, Minnesota è tornata a vincere. E con autorità (12 punti) a  Miami nonostante una triplissima del centro degli Heat  Hassan Whiteside con 22 punti, 14 rimlbazi e ben 10 stoppate, e lo 0/7 e zero punti di Nemanja Bjelica MVP dell’ultima Euroleague e rookie dei Lupi. Tira aria brutta per la franchigia storica della Florida, che dopo la partenza di LeBron ha subito il contraccolpo anche per  il declino strisciante di Dwayne Wade che inoltre  in questo momento ha problemi fuori dal campo (la storia delle foto rubate nell’alcova con la nuova moglie e la salute del figlioletto Zion) e il rendimento inferiore alle attese dello sloveno Goran Dragic, preferito con un contratto da capogiro per una guardia euoea (80 milioni di euro) a Mario Chalmers, giocatore imprtante negli anni dei titoli vinti, ceduto la scorsa settimana a Memphis per scendere sotto il tetto salariale.
 
Il Gallo che stanotte giocherà a San Antonio e avrà modo di scambiare quattro chiacchiere con il CT azzurro Ettore Messina per l’impegno preolimpico ha giocato la sua miglior gara della stagione con un progetto di tripla (oltre ai 32 punti 8 rimbazi e 8 assist!). Sta ripagando la fiducia di Mike Malone che la scorsa estate è andato in Italia per investirlo del ruolo di star della formazione formalizzata con un’estensione del contratto per altri due anni sulla base di 14 milioni per stagione che fa di lui il giocatore più pagato della franchigia delle Pepite. La sua media è di quasi 20 punti (19,7), sale a 22,3 punti quando la squadra vince e  scende a 15,2 quando perde. Vedremo contro gli Spus se riuscirà a recuperare per il back to back, e cioè il doppio incontro nel giro di 24 ore.
 
“Ho solo cercato di essere aggressivo al massimo, ma per prima cosa vorrei dare credito ai miei compagni che mi hanno sempre cercato nel momento giusto e nel punto giusto”, questo il commento del Gallo che aveva segnato 29 punti alla fine del 3° tempo quando ha lasciato spazio a Jameer Nelson. L’esperta guardia  ha spento sul nascere il tentativo di rimonta di New Orleans che aveva perso nei primi minuti Anthony Davis per un problema all’anca, oltre l’assenza di Omer Asik (problemi di stomaco). La squadra di Alvin Gentry  molto attesa è psicologicamente ai minimi livelli e non è stata in grado di rispondere  al gioco spumeggiante di Denver che ha colpito duro nel tiro perimetrale, col 50% (15/30). E oltre al Gallo hanno  sono state precise anche le pistole di Nelson (3/4) e di Will Barton (oltre a 7 rimbazi) la cui crescita incide sempre più da quando ha avuto più spazio con l’infortunio di Wilson Chandler che ieri è stato operato all’anca e mancherà per tutta la stagione.
 
Successo n.12 per i campioni in carica alla Oracle Arena contro Toronto (7/5) che si conferma una squadra quadrata e  a dispetto del calendario poco favorevole, con 8 trasferte nelle prime 12 gare, ha portato a casa ben 4 vittorie on the road e fatto bella figura col trio Lowry (28 punti)-DeRozan (28 punti)-Valaciunas (11 rimbalzi). Stephen Curry al di sopra della sua media di capocannoniere della NBA con 38 punti senza andare sopra le righe, con 13/23 nel tiro e 5 riple su 10.
 
Per battere il record delle 15 vittorie i Warriors devono superare giovedì notte lo scoglio dei Clippers che hanno il dente avvelenato e di un successo prestigioso per dare luce alla loro altalenante stagione. In epoca più recente Dallas arrivò a 14/0 nel 2003, l’anno del titolo, mentre il record è detenuto dai Washington Capitols ’48-49 e dagli Houston Rockets ’93-94, i Warriors hanno vinto 7 gare in casa e 5 in trasferta. Curry invita la squadra a non dormire sugli allori, soprattutto dopo il recupero dei Raptors con un parziale di 36/27  nel terzo tempo (87-83) che ha provocato una reazione positiva, nonostante due falli tecnici per proteste che il coach Luke Walton ha contestato. “Bisogna imparare anche quando si vince, ci sono cose che dobbiamo migliorare”, avverte Curry. A chi si riferiva? Fatto sta che  non è la prima volta in questo inizio a razzo che i Warriors vincono subendo ai rimbalzi, il problema sono i guai fisici di Andrew Bogut che ha fatto il su rientro, mentre il suo vice Festus Ezeli ha fatto la sua parte.
 
Curry tiene una media di 33,7 punti tirando sopra il 50 per cento (52,1% totale e 45,6% da 3) con 4,8 rimbalzi e 5,9 assist con 35 minuti di gioco. Cifre da Michael Jordan, anche se lui è un giocatore più perimetrale e non lo show-man che era Sua Altezza.
 
La favorita per i bookmakers, Cleveland, è uscita con la coda fra le gambe a Detroit con un ritorno di fiamma dei Piston fra e squadre più sorpendenti di questo inzio di stagione. Determinante Andre Drummond con 25 punti e 19 rimbalzi e più preciso del solito dalla lunetta (5/9). Praticamente è stata una partita giocata dagli starter, per Detrot anche 23 punti di Reggie Jackson, 20 de turco Ilyasova, 14 di Morris e 13 di Cadwell Pope.  Ai rimbalzi 48-41  per Detroit,  LeBron è arrivato a 30 ma ha sferzato la squadra dopo la terza sconfitta: “Non abbiamo la stessa fame di vittoria dei nostri avversari”. Per coach Blatt qualche problema in arrivo?
 
RISULTATI martedì notte:  WASHINGTON-Milwaukee 115-86 (19 J.Wall + 9a, 19 O.Porter; 14 K.Middleton); BROOKLYN-Atlanta 90-88 (24 B.Lopez +10r, 16 T.Young +11r, 0 A.Bargnani 0/1, 1r, 4′; 18 A.Horford, 8 D.Schroeder +10a); Miami-MINNESOTA  91-103 (22 H.Whiteside + 14r, 10 st, 16 G.Dragic 1/4 da 3; 24 A.Wiggins, 14 KA Towns +14r, 7 R.Rubio 1/7 3a, 0 N.Bjelica 0/7); NEW YORK-Charlotte 102-94 (29 K.Porzingis 10/17 + 11r, 18 C.Anthony + 11r; 31 K.Walker, 4 N.Batum 1/9);  New Orleans-DENVER 98-115 (24 R.Anderson, 0 A.Davis 0/3 6′; 32 D.Gallinari 12/19, 5/8,  3/4 tl, 8r 8a, 37′, 17 W.Barton 7/12 3/4 7r, 16 J.Nelson); GOLDEN STATE-Toronto 115-110 (37 S.Curry 13/12 5/10 6/7tl 9a, 19 K.Thompson; 28 K.Lowry, 28 D.DeRozan + 6a 5r, 9 J.Valaciunas +11r)
 
A cura di ENRICO CAMPANA
 

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