Anche gli Spurs non scherzano

Boston (37/25) saldamente al 3° posto all’Ovest grazie alla ricetta di Brad Stevens, difesa velocità della palla e tiro da 3,  dopo che nell’intrigante sfida degli elfidella NBA Isiah Thomas neo-All Star, è stato migliore di quel portento di Damien Lillard che ha permesso a Portland di voltare pagina e non rimpiangere Aldridge di essere in buona posizione nella volata finale per i playoff.  Nuova scofitta dei Bulls (30/30) con problemi di organico (sotto accusa la gestione del gm Forman), stavolta a Orlando con lo svizzero-montenegrino Vucevic a far pendere la bilancia perchè non è facile mettere “sotto” Pau Gasol , oltre all’esplosione del croato Mario Hezonja: 21 punti, primato stagionale, per il n.5 del draft lanciato al posto del francese Fournier infortunato.
 
Charlotte (30-30) vincendo  a Filadelfia è al 6° posto,  ha preso coscienza col ritorno di Al Jefferson della sua forza e  ha le carte in regola per entrare fra le prime 8.
 
Dopo Cleveland e Toronto (a 2 vittorie in meno dei favoriti della stagione grazie alla favolosa stagione di Kyle Lowry e alle qualità del suo coach Casey che ha cominciato la carriera in Giappone) , non sono ancora sicure Miami (34/26) che non sa se Chris Bosh potrà tornare in campo per motivi di salute e si è parata le spalle con Joe Johnson e Atlanta (33/28) che non è più quella dell’anno passato, prima nella Eastern Conference, ma non ha mai avuto picchi bassi ma nemmeno alti.  Ci sono anche Indiana (32-29)  e Detroit (31/30). I Pacers si tengono in linea di galleggiamento  grazie  al ritorno di Paul George dopo un anno d’assenza per un brutto infortunio, ma deve amministrarsi e nel ruolo di centro si arrangia con due buoni cambi in altre squadre, come Jordan Hill (ex Lakers, decisivo mercoledì notte a Milwaukee).  Detroit a volte fa due passi indietro e 1 avanti, nel mercato ha ceduto Ilyasova e Jennigs per Motijeunas spedito al mittente per problemi alla schiena e l’arrivo di Tobias Harris non ha cambiato le cose, forse era meglio  lasciare la squadra cn i suoi pregi (Adre Drummond il re del rimbalzo) e i suoi difetti (incostanza). La new entry in questo gruppo è Washington (30/30, 14/14 in trasferta) che sta recuperando il terreno perduto e ha azzeccato  l’acquisto di Markieff Morris (ex Suns) nel mercato invernale , fa leva su John Wall anche lui entrato fra gli All Star e l’indossidabile polacco Gortat che questa stagione è il miglior centro europeo alla pari con Pau Gasol e Vucevic e ha aumentato punteggi e rimbalzi (13,7 e 10). La squadra della capitale non ha preso slancio dai playoff della passata stagione ma può farcela in extremis anche se ad ora ha perso quasi sempre contro le bigs ma può cntare anche sul recupero di lan Anderson dopo un lunga assenza. Alan, 33 anni, ha un passato nel campionato italiano e dopo aver girato l’Europa è diventato qualcuno nella NBA, caso raro. E giovedì notte è stato il jolly vincente in una serata no di Garrett Temple (1/7, 2 punti).
 
All’Ovest sicure matematicamente  Goden State (54/5) e  San Antonio (51/9, 17esima stagione consecutiva nei payoff) grazie al successo coi Pistons al ritorno al Pepsi Center dopo la lunga transumanza nei cieli  per lasciare posto al Festival del Rodeo, lo sport dei veri texani,  e si può dire anche di Oklahoma (42/19) che sarà la possibile guastafeste, Clippers (40/20)  possibile viceguastafeste e Memphis (36/24) che ha assorbito bene l’assenza di Marc Gasol (frattura al piede, in dubbio ai Giochi). Per gli alrri 3 posti lieve vantaggio per Dallas (33/28) che ha indovinato la mossa di mercato (David Lee), Portland (33/29) reduce da due mesi alla garibaldina, Houston (30/31)n che procede per forza d’inerzia e deve salvare la stagione e la faccia. Sta perdendo quota Utah (28/32) reduce da 4 sconfitte, non ne hanno approfittato le squadre degli italiani, Kings (24-35 fermi nell stessa casella da 4 gare) e Denver (24/37) troppo distanti dagli Jazz al 9° posto.
 
Avin Gentry ha parlato di fin corsa per i Pelicans (23/36) che l’annno scorso nei playoff ci avevano messo il becco.
 
RISULTATI mercoledì 2 marzo – ORLANDO-Chicago 102-89 (24 N.Vucevic 7r 4a, 21 M.Hezonja 9/17 3/7 da3 5r 2a; 16 D.Rose 4r 6a, 12 P.Gasol 5/13 5r);  Filadelfia-CHARLOTTE 99-119 (17 R.Covington 9r; 30 K.Walker 7r); BOSTON-Portland 116-93 (30 I.Thomas 4r; 20 D.Lillard 8/17 3/8 da3 4r 2a; 17 CJ McCollum 3/5 da3); TORONTO-Utah 104-94 (32 K.Lowry 4r 5a, 26 G.Hayward 3r 6a); HOUSTON-New Orleans 100-95 (39 J.Harden 12r 7a; 21 N.Cole 8a 4r); MEMPHIS-Sacramento 104-98 (24 M.Conley 5a; 18 D.Cousins 16r 6a, 16 M.Belinelli 7/15 2/7 da3 4a 1r 25′, 6 R.Rondo 3/10 0/2 da3 8r 17a); Milwaukee-INDIANA 99-104 (22 G.Antetokounmpo 6r 3a; 19 J.Hills); Minnesota-WASHINGTON 98-104 (14 KA Towns 15r 5a; 26 B.Beal, 18 A.Anderson 6/9 4/7 da3, 12 M.Gortat); SAN ANTONIO-Detroit 97-81 (27 K.Leonard 6r 5a, 16 T.Harribs 6r 4a, 16 A.Drummond 14r); DENVER-LA Lakers 117-107 (26 DJ Augustin 2r 5a, 22 E.Mudiay 7a, 7 J.Lauvergne 10r; 24 D.Russell 3/9 da3 6a, 17 J.Randle 7r), 5 K.Bryant 1/1 1/2 tl2/3 2r); LA CLIPPERS-Oklahoma 103-98 (21 C.Paul 13a, 20 D.Jordan 18r tl4/7; 30 K.Durant 12/27 3/12 da3 11r 5a 5st 6pe, 24 Westbrook 8/21 2/7 da3 tl6/6 12a 6r 5pe).
 
A cura di Enrico Campana

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