F1, niente penalità a Monaco: il cavillo che ha salvato la Red Bull

È stato un cavillo a salvare la Red Bull a Monte Carlo.

“La gara non è ancora finita”, ha commentato Mattia Binotto a caldo dopo il Gran Premio di Monaco. Il riferimento era evidente: la Ferrari ha infatti presentato ricorso contro la Red Bull per la posizione delle gomme anteriori sinistre di Max Verstappen e Sergio Perez all’uscita dai rispettivi pit stop. Ma l’ha perso.

I motivi per cui ciò è avvenuto sono essenzialmente due. Da un lato il Capitolo 4, Sezione 5 dell’Appendice L al Codice sportivo internazionale 2022 spiega che “nessuna ruota di una macchina in uscita dalla corsia box” può “attraversare le linee dipinte sull’asfalto per separare le auto che lasciano la pit-lane da quelle che si trovano in pista”. La Direzione gara di Monaco, però, afferma che ogni monoposto deve “restare alla destra della linea gialla in uscita dai box”. Prevale però la prima norma, di gerarchia superiore rispetto alla seconda. Il secondo punto riguarda invece proprio il concetto di “attraversamento”.

La gomma, infatti, deve essere tutta oltre la fatidica linea gialla o basta che la tocchi? Sin dal 2017, anno in cui la Formula 1 ha vissuto un importante aumento della larghezza delle vetture, l’interpretazione adottata è sempre stata la prima. La Ferrari ha infatti citato la doppia penalità di Yuki Tsunoda al Gran Premio d’Austria 2021. In quel caso, però, il giapponese superò completamente la linea con l’anteriore sinistra della sua AlphaTauri. Non è successo però a Lance Stroll a Monaco 2021 e allo stesso Verstappen nel Gran Premio di Turchia del 2020. E anche in questi casi la gomma era sulla linea, ma non oltre.

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