F1, Toto Wolff divide le colpe tra Hamilton e Verstappen

“Bisogna essere in due per ballare il tango, gli incidenti si fanno in due”, le parole del Team Principal di Mercedes.

Dall’incidente Hamilton-Verstappen in poi, il GP di Silverstone non si è corso solo in pista. Sono state infatti numerose, in casa Red Bull, le proteste per l’accaduto. Così come non sono mancate le controrepliche da Mercedes. A fine gara, smaltita la tensione – ma non la gioia per una vittoria ottenuta quasi al foto-finish – il Team Principal della scuderia tedesca ha rilasciato le seguenti dichiarazioni prima a Sky Sport F1, poi in Conference Call.

“Si tratta di una situazione che penso si sia spesso vista in passato quando due grandi piloti corrono l’uno contro l’altro. Queste cose possono capitare quando nessuno dei piloti è disposto a mollare. Per me ci vogliono due persone per ballare il tango. Nessuno dei due piloti era disposto a cedere e nessuno ha dato spazio all’altro”, ha esordito Wolff.

Il quale poi, commentando la penalità inflitta al suo campione, ha detto: “Penso che se l’incidente fosse stato in una curva a media-bassa velocità, non ci sarebbe stato un così grande dibattito. Ovviamente, per le conseguenze che ci sono state, penso 5 o 10 secondi fossero giusti. Ma è stato un impatto ad alta velocità ed è una curva che da solo fai in piena. In questo caso ognuno deve lasciare lo spazio: non è stato questa la situazione, quindi penso che 10 secondi siano appropriati, bisogna accettarli”.

Infine, un pensiero per Max Verstappen, il grande rivale di Sir Lewis nella corsa al titolo: “Ciò che conta è che Verstappen sta bene. Stiamo assistendo ad un campionato in cui un sette volte iridato sta lottando contro una star emergente forse con un mezzo non all’altezza di quello a disposizione del rivale. I duellanti oggi sono finiti a contatto, lo abbiamo visto accadere anche in passato nella storia della F1. La corsa è stata avvincente, riprendere Charles a così pochi km dalla bandiera a scacchi ha reso tutto molto emozionante”, ha concluso il manager austriaco.

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