Totti, il grande rimpianto di Moratti

Massimo Moratti non fa più parte dell’Inter ma la sua figura resterà eternamente legata a doppio filo a quella della ‘Beneamata’. L’ex presidente ha raccontato il proprio amore per i colori nerazzurri in una intervista a ‘Il Corriere dello Sport’. 

“Tutta la famiglia andava a vedere le partite dei nerazzurri – ha spiegato Moratti -. Era un amore naturale. Cominciato da mio padre, anzi, in verità, da mia madre che aveva portato papà a vedere un incontro, forse un Inter-Lazio. Così cominciò, nel 1955, la storia del lungo matrimonio tra i Moratti e l’Inter. Io ero ragazzo e tifoso. Stravedevo per Angelillo che, nel 1958-59, segnò trentatré gol. E’ stato lui il mio primo idolo nerazzurro”, le sue parole. 

Oggi, la squadra meneghina è passata in mani cinesi: “Sono persone che hanno faticato per costruire il loro impero. Mi sembra abbiano buona fede e passione autentica. Credo che vogliano davvero investire sulla società e renderla più competitiva. E, seppure io non mi permetta di interferire su scelte che non sono più mie, ho l’impressione che non abbiano finito di rafforzare la squadra”.

Massimo Moratti, oltre che per i suoi successi da presidente, sarà ricordato anche per i suoi grandi colpi in sede di mercato. Alcuni, però, sono sfumati, lasciando qualche rimpianto: “Più di uno, ovviamente. All’inizio Cantona, grande giocatore e personaggio fantasioso. E Zidane. Io lo volevo acquistare ma un nostro consulente ci disse che non era granché… Ma ci tengo a dirle che tentai con Totti. Sapevo che Sensi, vero presidente per passione, era in difficoltà economiche e allora gli chiesi se mi cedeva Totti, a qualsiasi prezzo, o quasi… Lui mi guardò e mi diede una risposta che non posso dimenticare e che fece crescere la mia stima per lui: “Non parliamo di Totti, parliamo di altri, se vuoi”.

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