Italbasket, il mantra della difesa basta?

Per l’Italia la stretta finale che porta a Rio prevede venerdì  il Messico campione centroamericano e dall’Olimpiade del ’76  mancante del suo centro di gravità, quel Gustavo Ayon che lasciato la NBA per il Real Madrid  ha dato un contributo fondamentale al club castigliano per tornare sul tetto di Europa e di Spagna, e poi il gran finale con la vincente di Grecia-Croazia. Probabilmente la meglio attrezzata è la Grecia  di Giannis Antetokounmpo,   giovanissimo talento somigliante in tutto a Kevin Durant, immarcabile, un tipo perfetto in campo e fuori, punta di una dozzina di giocatori di qualità internazionale contro i 4-5 dei croati, fra cui gli americani Nick Calathes tornato quest’anno dalla NBA e da Costas Koufos dei Kings, fra i cambi più affidabili nel ruolo di centro. 

L’Italia ha vinto due gare senza un gioco splendente, ma serviva vincere per prendere fiducia. E usato l’ascia di guerra trovando nello “scomunicato” e discusso Daniel Hackett, il protagonista del successo con i croati che si portano dietro da anni il problema del leader e sono stati abbandonati da Tomic, la  possibile soluzione ai problemi della regia. Il primo punto a favore di Messina dopo gli anni della regia parcellizzata. Ecco  adesso l’ambiente divenire euforico (forse troppo?) come non  è mai stato negli ultimi anni, a patto le  estemporanee uscite del presidente Petrucci, come il ritenere ” l’Italia  una squadra di numeri uno” (compreso lui) e presentare Pianigiani  innalzandolo “al Ferguson del basket e il presidente-tecnico della pallacanestro italiana”. Il  senso concreto della svolta tecnica determinata dal passaggio è evidente, come mi suggerisce l’Arcitaliano che sta seguendo il preolimpico torinese,  richiama a una frase di Voltaire. Nel celebrare in un suo libro l’epos di un indomabile re (Carlo XII di Svezia), il grande scrittore dell’età dei Lumi  mette l’accetto sull’importanza del condottiero per vincere una battaglia anche in condizioni di inferiorità numerica, scrivendo che  “l’assenza di un capo è sempre pericolosa e impedisce di trarre il vero profitto dalle vittorie”. Come è successo nell’ultimo quinquennio, Pianigiani è stato lanciato nella nazionale senza un necessario tirocinio,  in un momento in cui la Federazione era asservita a un disegno di potere esterno che poi ha rivelato le sue fragilità , Messina è una persona di 56 anni preparata, ambiziosa, con esperienze sconosciute a tutti i colleghi europei avendo lavorato ai livelli più alti, organizzati, della NBA e dei campionati europei, soprattutto è un decisionista e sa di avere la squadra dalla sua parte e l’opinione pubblica e non soltanto perchè ha confessato  di aver  deciso  in 30 secondi di accettare l’incarico e senza pretendere il minimo compenso.  Si è ripresentato  come un Cicinnato dopo le delusioni e le ferite della  metà degli anni Novanta, un argento europeo che non compensava la mancata qualifcazione per Olimpiadi e Mondiali, e  fatto comprendere a tutti il significato del “carpe diem”  con sue scelte “ciniche” lasciando a casa – come primo atto – gli emergenti, Polonara, Della Valle e Pascolo e il regista del precedente ciclo, un Andrea Cinciarini del tutto spersonalizzato. Con questo teatrale  “guai ai vinti”   ha voluto ripulire la testa dei giocatori, prendersi della responsabilità in prima persona, ma anche far capire che le occasioni sprecate non tornano e mettere le responsabilità sulle spalle del gruppo storico che da un decennio sta facendosi onore nella NBA  ma per varie ragioni non ha saputo cogliere un medaglia  dopo l’argento olimpico del 2004.

La difesa è diventata  quindi per la nostra squadra un chiodo fisso, una coperta di Linus e al tempo stesso la bandiera simbolica di questa avventura anche se, come tutte le medicine, ci ricorda l’Arcitaliano, non bisogna abusarne, e può non bastare fare le barricate con la Grecia. Sia  per la qualità della squadra di Katsikaris, l’energia verde che ha nel suo motore, e una star come Giannis Antetokounmpo, origini nigeriane, che nasce una volta ogni 30 anni e il suo allenatore vuole sia il play dei Bucks della prossima stagione nonostante i 2 metri e 10, un fatto pazzesco, che significa essere oltre Magic Johnson. La Grecia si profila come l’avversario più pericoloso e meglio attrezzato  sulla strada di Rio pur col ritiro di Vassilli Spanouis e Nicos Zizis.

La prova provata che  nel rettangolo azzurro la difesa sia diventato ormai un mantra quotidiano fin dalla prima colazione sono le dichiarazioni di Gallinari e Hackett. “Con la Croazia – dice il Gallo,top-scorer europeo della NBA con 18,5 punti di media è stato un test importante, ora dobbiamo ripartire dalle cose positive che abbiamo fatto vedere. In fase offensiva stiamo faticando, ma vogliamo costruire il nostro attacco partendo dalla difesa, che per ora sta mostrando sicurezza. Rispetto agli anni passati abbiamo un sistema di gioco diverso, coach Messina ha dato un’impronta difensiva alla squadra e ci chiede di non dipendere dalle percentuali difensive: l’arma migliore in questo senso è proprio difendere con grande intensità. Continuando a lavorare possiamo solo migliorare”.

Per il Gallo è forte anche la responsabilità della squadra nei confronti del pubblico  (“Giocare davanti ai nostri tifosi è uno stimolo in più, è la prima volta che in nazionale gioco davanti a un pubblico del genere, vogliamo toglierci delle soddisfazioni, lo meritano noi e i nostri tifosi”.  Simbolo del nuovo corso è Hackett che sotto gli occhi di Livio Proli, il  presidente che l’ha messo alla porta l’anno passato, si è preso la sua rivincita. Anche per lui la difesa è la miglior arma. “Ho visto i compagni lottare su ogni pallone, tutti hanno alzato il proprio livello difendendo con grande intensità. Vogliamo vincere le partite partendo dalla difesa, perchè davanti il talento non manca. Siamo una squadra molto unita , gli anni di lavoro e le delusioni ci hanno fatto crescere e cementato il gruppo. L’anno scorso abbiamo giocato un europeo di grande livello, ma ora  che abbiamo un grande giocatore è il momento di raccogliere i frutti di quanto seminato”

Con l’ultima giornata di Manila si conclude oggi la fase di qualificazione dei tre preolimpici, geniale invenzione della FIBA per fare affari ed esercitare la propria influenza sui governi di mezzo mondo per i quali la pallacanestro fa parte del costume sportivo moderno di un paese. Almeno una quindicina – a parte 19 americani papabili, fra i quali LeBron, Curry, Aldridge, Leonard, Davis, Paul, Griffin –  le defezioni importanti. A cominciare dal quartetto di Minnesota Wiggins (Canada, rookie of the year 2015), Nemanja Bjelica (Serbia, Miglior giocatore europeo 2015), Gorgui Dieng (Senegal, miglior cannoniere e MVP Campionato Africano 2015) e Damian Rudez (Croazia). Tutti bloccati da Tom Thibodeau, il nuovo allenatore arrivato a Minneapolis col compito di portare il club ai playoff. In questo modo, sarò un caso, come assistente di coach Krzyzewski a Rio, ha dato anche un contributo anche alla nazionale USA che da 31 selezionati è arrivata a stento a mettere assieme i 12 che tuttavia bastano e avanzano per confermare il dominio.

Giocheranno le semifinali  dei tre olimpici 12 nazioni, l’ultimo dubbio riguarda Manila, dove si gioca con un giorno di ritardo rispetto alle altri due sedi: fra Turchia e Senegal, chi perde torna a casa, mentre Francia-Nuova Zelanda già qualificate messe fuori le Filippine, la tigre di carta asiatica che aveva ottenuto l’organizzazione come contentino per essersi prestata a fare da contendente alla Cina per il mondiale 2019,   si giocano il primo posto del gironcino. Pur meno forte del torneo delle Americhe di un anno fa, convinto Tristan Thompson, vincitore dell’anello con Cleveland, il Canada è stata la prima a qualificarsi e si gioca la finale con la perdente di Francia-Nuova Zelanda. Nell’altra  semifinale la vincente di questo match affronta la vincente di Turchia-Senegal. Se passa la Turchia, ammessa dalla FIBA con una wild card per addolcire la decisione del rifiuto della sede, la Francia deve tenere gli occhi aperti in una partita secca.

Le semifinali di Belgrado sono Serbia-Repubblica Ceka e Lettonia-Portorico, eliminate Angola e Giappone.  A Torino Grecia-Coazia e  Italia-Messico, eliminate Tunisia e  Iran. Se passa la Turchia, oltre alle Filippine, finalista del campionato asiatico un anno fa grazie alla naturalizzazione dell’american Andre Blatche, ex Nets,  si ferma anche il Senegal, mentre l’Europa avrebbe le sue otto squadre ancora in corsa per i tre posti per Rio. Azzerate l’Asia (Filippine, Iran e Giappone), l’Africa  (Angola, Tunisia e forse Senegal) che tuttavia a Rio saranno rappresentate da Cina e Nigeria,  per le Amerche sono ancora in gioco Canada, Messico e Portorico.   Guardando già a Rio, delle tre qualificate   la vincente dei preolimpici 1 e 2 (Belgrado e Manila)  finirebbero salvo l’ennesima manipolazione da parte della FIBA delle regole, nel Grupo A con Stati Uniti, Venezuela, Cina, Australia, e la vincente 3 (Torino) con Spagna, Brasile, Lituania, Argentina e Nigeria nel Gruppo B. Per cui l’Italia giocherebbe la prima partita il 6 agosto contro la Spagna campione d’Europa. 

PROGRAMMA E RISULTATI 
BELGRADO (Kombank Arena, 25.000 posti). Lunedì 4 luglio: Girone A: SERBIA-Portorico 87-81, riposa Angola. Martedì 5 luglio: PORTORICO-Angola 91-81, riposa Serbia. Mercoledì 6 luglio: SERBIA-Angola 83-60 (17 N.Jokic 6r, 13 M.Raduljca; 10 R.Moore), riposa Portorico. Classifica: Serbia 2-0, Portorico 1-1, Angola 0-2 elim. Girone B: 4 luglio LETTONIA-Giappone 88-48, riposa Rep.Ceka.5 luglio: Lettonia-Rep.Ceka 71-59, riposa Giappone. REP.CEKA-Giappone 88-71 (22 L.Palyza 6/14 da3, 11 T.Satoransky 7a; 18 Tsuji), riposa Lettonia.Classifica: Lettonia 2-0, Rep.Ceka 1-1, Giappone 0-2 elim. Giovedì 7 luglio: riposo. Venerdì 8 luglio Semifinali Serbia-Rep.Ceka ore 21, Lettonia-Portorico ore 18. Sabato 9 luglio finale (ore 21). 

MANILA (Pasay, Asian Arena, 16.600 posti). Martedì 5 luglio: Girone A: CANADA-Turchia 77-69 (21 C.Joseph; 14 Guler), riposa Senegal. Mercoledì 6 luglio: CANADA-Senegal 58-55 (22-20, 11-8, 14-14, 11-13; 13 C.Josep, 11 Ejim 8r, 7 T.Thompson 10r, 0 B.Heslip 0/5; 16 M.Ndour 10r 5st 5f),  riposa Turchia. Classifica: Canada 2-0, Turchia 0-1, Senegal 0-1. Giovedì 7 luglio: Senegal-Turchia, riposa Canada. Girone B:  5 luglio FRANCIA-Filippine 93-84 (27 N.De Colo, 21 T.Parker; 21 Blatche), riposa Nuova Zelanda.. 6 luglio: NUOVA ZELANDA-Filippine 89/80 (21-17, 17-14, 22-22, 29-27, 25 T.Webster 11r, 23 C.Webster; 30 A.Blatche 7), riposa Francia.Classifica: Francia e Nuova Zelanda 1-0, Filippine 0-2 lim. 7 luglio: Francia-Nuova Zelanda, riposa Filippine. Venerdì 8 luglio: riposo. Sabato 9 luglio: Semifinali (Canada-perdente Francia-Nuova Zelanda; Vincente Francia-Nuova Zelanda c. vincente Tuchia-Senegal).  Domenica 10 luglio: finale.

TORINO (PalaAlpitour, 16.600 posti). Lunedì 4 luglio: Girone A: GRECIA-Iran 78-53, riposa Messico. Martedì 5 luglio: Messico-Iran 75-50, riposa Grecia. Classifica: Grecia 1-0, Messico 1-0, Iran 0-2. Girone B:  4 luglio ITALIA-Tunisia 68-41, riposa Croazia. 5 luglio: ITALIA-Coazia 67-50, riposa Tunisia Classifica: ITALIA 2-0, Croazia 0-1, Tunisia 0-1. PROGRAMMA:  Mercoledì 6 luglio: Messico-Grecia (ore 18), Croazia-Tunisia (ore 21). Giovedì 7 luglio: Riposo. Venerdì 8 luglio: Semifinali (Grecia-Croazia, ore 21 ITALIA-Messico ). Sabato 9 luglio: finale (ore 21). 

A cura di ENRICO CAMPANA

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