Gigli non scorda Roma e critica Milano

Domenica Ferentino ha battuto Roma, sconfitta amara 74-70 per la Virtus nella seconda giornata di A2, e Sportal.it ha raccolto in esclusiva le dichiarazioni di uno dei vincitori, Angelo Gigli, ex giocatore della Nazionale e della squadra capitolina, ancora legato alla città e alla squadra di Roma, parlando della partita e più in generale del momento della pallacanestro azzurra anche tracciando un bilancio dell’europeo appena disputato.
 
Secondo Gigli “giocare contro la Virtus Roma è sempre un’emozione un po’ particolare, anche se sono già 5 anni che non ne faccio più parte, ho tracorso 3 stagioni positive nella Capitale, ma poi, senza aver rimpianti, purtroppo le nostre strade si sono divise”. 
 
Ad alcuni tifosi virtussini che lo hanno “accusato” dell’ennesima prova superba contro la sua ex-squadra, l’ex-azzurro replica in modo netto “io faccio di tutto per vincere, sono un professionista, domenica ci siamo riusciti” anche grazie al suo contributo sotto canestro con uno score di 17 punti personali nel 74-70 con cui la Pontegrande di Ferentino ha vinto il derby laziale contro la Virtus Roma.
 
La Pontegrande di Ferentino è una “squadra nuova al 100%: l’estate scorsa si era concluso un ciclo e la società ha deciso di cambiare, ad iniziare dall’allenatore”, spiega Gigli. 
 
L’ex azzurro riconosce che “il presidente ha fatto molti sforzi per creare una squadra competitiva, che abbia il giusto mix tra esperienza e gioventù: infatti oltre al sottoscritto c’è anche Massimo Bulleri, uno che la pallacanestro la mastica da tempo, è leader indiscusso della squadra”. 
 
Angelo Gigli ritiene che “siamo attrezzati per una stagione di alto livello, ma dopo due giornate è troppo presto per capire a che punto siamo”. Intanto ha inanellato due vittorie su due partite, al contrario di Roma ferma ancora al palo con zero punti.
 
Ripercorsi gli ultimi anni della carriera di Gigli, prima a Reggio Emilia, dove vinse “due anni fa l’Euro Challenge, il primo trofeo europeo della bacheca reggiana, e l’anno scorso i miei ex compagni hanno sfiorato lo scudetto: una stagione fantastica, viste le previsioni, la squadra si è superata, arrivando ad un tiro dal tricolore. Alla società emiliana va riconosciuto il grande merito di aver iniziato con un allenatore Max Menetti da una bassa A2 fino ad arrivare a competere ai vertici nazionali, puntando su italiani, anche giovani, affiancando loro due pilastri come Lavrinovic e Kaukenas, persone straordinarie che conosco bene, giocatori che nonostante i loro 38 anni di età ancora insegnano basket a tutti, creando così una macchina che funziona e che duri negli anni”.
 
L’anno scorso Gigli ha militato nell’Olimpia Milano, dove secondo lui “forse manca un pochino di continuità per affermarsi, dato che si tende a cambiare molto, anche quest’anno notevole rivoluzione: d’altronde quando si disponde di un budget considerevole la soluzione più facile è prendere ogni volta tanti nuovi giocatori, a scapito della continuità… In quella piazza si vuole tutto e subito, quindi rimane dificile fare programmazione”, riconoscendo al patron Armani di “aver compiuto grandi sforzi e per tali meriterebbe di più di quanto abbia raccolto negli ultimi anni”.
 
Capitolo Virtus Roma: Gigli dichiara ai microfoni di Sportal.it che oggi come oggi “sarebbe facile parlare contro il presidente Toti, ma è anche vero che non c’è nessuno che dia una mano a livello economico, si fa fatica ad andare avanti, non conosco la sitauzione interna, ma posso affermare che è meglio un’A2 piuttosto che un’A1 e non averne i mezzi”. 
Chiaro poi il riferimento in generale allo stato di salutr del movimento cestistico del nostro Paese, dove “oggi molte società quando hanno problemi seri spariscono, anche a metà stagione, invece la Virtus Roma c’è ancora, pertanto invito a guardare questa retrocessione come un nuovo punto di partenza”.
 
Il giro di boa delle recente storia della società di pallacanestro capitolina è stato sicuramente in occasione della finale scudetto, poi persa contro Siena due stagioni fa, quando ci fu un tira e molla su dove si sarebbero dovute giocare le gare casalinghe, se al PalaTiziano che ha ospita le partite di basket degli ultimi anni, o se migrare al PalaLottomatica, rinvigorendo i vecchi fasti del grande palazzetto dello sport all’Eur. 
 
Interpellato al riguardo Gigli non prende una posizione assolutista, riconocendo da un lato che “il PalaEur sarebbe stata una bella vetrina per portare tante gente ad assistere ai match scudetto, ma dall’altro lato riconosco il fattore campo del PalaTiziano, considerato come fortino grazie anche alla vicinanza del pubblico con il parquet di gioco”, conclude la disanima dichiarando che “entrambe le scelte avrebbero avuto pro e contro, fatto sta che, nonostante una stagione ai limiti della perfezione, la Virtus Roma non ha portato a casa lo scudetto”.
 
Dalle sue parole emerge un rammarico per quell’esito della serie scudetto, infatti Gigli confessa che “dell’attuale Virtus Roma sono rimasto un po’ con tutti anche a livello di staff, in particolare dei giocatori con cui ha militato insieme quello con cui ha un rapporto di amicizia oltre il basket è Giachetti”. Mentre tra i giocatori che insieme a lui hanno militato in Nazionale, Gigli conserva un eccellente ricordo di Giuseppe Poeta, insieme al quale “ho giocato insieme due anni, costruendo un ottimo rapporto, tale da considerarlo come un fratello adottivo, sono contento che stia facendo valere quello che vale in una piazza importante come Trento”.
 
Riguardo al recente Europeo che ha visto la squadra maschile azzurra eliminata alla soglia delle semifinali, Gigli attribuisce alla compagine azzurra “un livelo di talento incredibile, lo ha dimostrato in tante occasioni, anche nelle sconfitte, coperte in ogni ruolo, nella panchina, squadra completa, putroppo non è bastato per raggiungere l’obiettivo della medaglia e qualificazione diretta ai prossimi Giochi Olimpici di Rio de Janeiro in Brasile, si dovrà inseguirla attraverso il torneo pre olimpico”.
 
Quando si gioca ad alti livelli la differenza tra le squadre è minima, come spiega Gigli, secondo il quale “a certi livelli tutto si gioca per episodi, ci sono dettagli che cambiano adddirittura europeo, noi siamo usciti a testa alta, battendo la Spagna campione d’Europa nel girone della prima fase, speriamo solo di aver rimandato di un anno qualche soddisfazione da toglierci”, il riferimento è alla speranza di superare il turno di qualificazione per disputare il torneo olimpico la prossima estate.
 
Dopo aver parlato degli alti dell’Europeo si sofferma a parlare dei bassi, il momento che Gigli ritiene “da rigiocare è il pallone decisivo contro la Lituania. L’Italia aveva palla in mano, tanti puntano il dito contro Gentile, ma non è facile gestire quelle situazioni, si sarebbe potuto provare un tiro migliore, ma con il senno del poi è tutto più facile, bisogna poi considerare che la squadra veniva dopo 6 partite in 10 giorni ed era difficile mantenere alta la concentrazione”.
 
In sintesi Gigli è ottimista e dichiara che “i tifosi possono essere orogliosi di questa Nazionale: abbiamo perso ai supplementari contro la finalista Lituania e abbiamo battuto nella prima fase la Spagna campione d’Europa, alla fine dei conti non abbiamo nulla da reciriminare”.

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