Datome: “Noi non siamo a fine corsa”

Sul web infuoca la discussione sul risultato del preolimpico di Torino.  Sulla loro pagine di Facebook i giocatori sfogano la loro delusione. Danilo Gallinari dhe da oggi è al suo NBA camp di Jesolo: “Il rammarico e la profonda delusione mi portano in questo momento al silenzio. Volevamo realizzare un sogno per noi e per voi. Nessuna recriminazione, siamo una squadra. Ringrazio tutti i tifosi che ci hanno sostenuto, spendendo proprie risorse per seguirci. Chiedo scusa a tutti per non essere stato in grado di aiutare questa squadra e voi a realizzare un sogno unico”
Il capitano Gigi Datome: “Se non giochi bene a questo livello puoi perdere con chiunque. Fa male perchè è un’altra estate di lavoro in cui non raggiungiamo quello che avremmo voluto, e quest’anno come l’anno scorso, per mezzo canestro. Ora, dopo aver detto che eravamo eroi nazionali, tutti cercano il colpevole o la testa da tagliare. Ma è un gioco che serve a poco e soprattutto non cambia il risultato finale. Io continuo a credere in questo gruppo che non è arrivato a fine corsa. Che questa grossa delusione ci serva da stimolo per migliorare ed essere giocatori migliori. E’ l’unica cosa che possiamo controllare. Mi/ci dispiace tanto tanto. Forza Italia, sempre”

Marco Belinelli:  “Purtroppo siamo arrivati a un soffio anche questa volta ed evidentemente non siamo stati bravi abbastanza. Quindi si va a casa. Nessuna recriminazione, nessuna colpa a uno o all’altro. Siamo una squadra. E questa squadra non si arrenderà. I veri vincitori siete voi, pubblico e tifosi che ci avete sostenuto con un entusiasmo che non ho mai visto prima. Siete stati i migliori in campo”. 
“Se non si vince in casa propria davanti a 14 mila persone tutte a tifare per noi – dice Pietro Aradori –  dobbiamo guardarci allo specchio e vedere dove si è sbagliato. Grande merito va alla Croazia che ha fatto una grandissima partita meritando la vittoria. Volevo ringraziare lo splendido pubblico che c’è stato a Torino  e che ha dato una grande spinta a tutti noi. Si tornerà piu forti di prima.! “

Telegrafico il commento di Valerio Bianchini sulla sua pagina FB mentre posa appoggiato a una parete sulla quale balza all’occhio una scritta perfetta per questa delusione : “A world whit@ut ITALY? (un mondo senza Italia?): “Italia molto cuore pochi nervi”
Fa pollice verso al Belinelli di Torino Mabel Bocchi, la campionessa azzurra che ha collaborato con la Fip come attachè di Petrucci in una trasferta USA della nazionale e nella Giuria della Hall of Fame: “Belinelli il giocatore più sopravvalutato del terzo millennio. Lo ha sopravvalutato Pianigiani, lo ha sopravvalutato Messina. Ben 38 minuti di gioco, 4 su 15 al tiro, 5 palle perse, solo 3 rimbalzi, difesa a dir poco inesistente. Ma soprattutto, il condizionamento totale del gioco offensivo con il suo ormai ben noto atteggiamento da ‘salvatore della patria’. Per me è lui la prima causa della sconfitta. Ve ne sono altre ovviamente: Bargnani dimenticato in panca, due falli inesistenti chiamati ad Hackett (in assoluto il migliore in campo e di tutto il torneo), le due demenziali palle perse di Gentile, le scarsissime penetrazioni e il 5 su 21 dai tre punti … un avversario che ha letto meglio la partita e dimostrato di essere più forte in tutti i reparti e in entrambe le metà campo. Un’occasione d’oro persa! Una lezione per tutti, Messina compreso!”

L’ex azzurro e commentatore Rai Tv Riccardo Pittis: “Mi dispiace molto, sono affezionato a questi ragazzi che sono davvero un bel gruppo e so quanto ci tenessero.. Peccato, ci credevo veramente tanto e pensavo potesse essere l’inizio di un mini ciclo per dare qualche soddisfazione e soprattutto lustro ad un movimento che ne ha drammaticamente bisogno. Invece credo che questa sconfitta segni la fine di questa squadra che, con tante potenzialità, ha raccolto solo delusioni. Per riderci sopra,mutuando una frase di Ettore Messina, concludo dicendo che questa squadra giovane ha ormai un grande futuro alle spalle”

L’ex azzurro Sandro Spinetti: ” Noi eravamo più forti, ma meno, meno squadra. Infine, noi non siamo per organizzazione e cultura la NBA, torniamo ad essere Italia”. Leandro Freguglia dei Maturi Bakettari sottolinea la figuraccia del guasto all’apparecchiatura elettronica: : “nessuno ha niente da dire sulla interruzione di 23 minuti per la rottura del tabellone segnapunti, dopo che lo stesso problema si era manifestato nei giorni precedenti? Nessuno ha niente da dire sulle interviste Sky a Gallinari e Co. con un bel pacco?”
Roberto Di Lorenzo, allenatore di Napoli ed ex vice di Bianchini, punta ancora su Messina: “Dispiacere per il risultato, che pagheremo tutti, anche a livello basso, se almeno il grande seguito creato in questi giorni non viene cavalcato adeguatamente.  Spero che Ettore accetti di restare e gli si dia mano libera in ogni campo. E’ l’unico che possa fare qualcosa per il nostro movimento.

Interessante l’analisi di un manager-imprenditore qualificato che il basket rimpiange, Andrea Luchi he vanta molti followers: “La pallacanestro italiana va ripensata e rifondata. Al di là delle colpe o delle responsabilità di questa bruciante non qualificazione. Prendete tutti gli indici europei e mondiali e vedrete che difficilmente siamo nelle top10, spesso nemmeno nelle top20. Ranking Fiba n. 35. Non vinciamo l’Eurolega da 15 anni, non andiamo alle Olimpiadi da 12, la nostra Lega è al settimo posto in Europa dopo avere rappresentato un modello di riferimento per diversi decenni. Nei primi 30 club europei: Olimpia Milano al 14° e poi il vuoto. 31 scudetti totali (Virtus Bo, Fortitudo Bo, Treviso, Siena, Virtus Roma) giocano in A2 anzichè nel massimo campionato. La pallacanestro italiana va ripensata e rifondata con tre ingredienti principali: coraggio, innovazione, professionalità”. 

Salvatore Maria Righi intercetta il grido di dolore di Giorgio Buzzavo (Verdesport Treviso) e dice basta al bluff regalando al web un piccolo saggio: “Sono almeno 15 anni che Recalcati, ancora prima di vincere le ultime medaglie, diceva che non c’erano più giocatori.  Questo è il problema principale del movimento, non l’approccio alle partite di Gentile o la difesa sul lato debole di Bargnani. Un movimento che ha quattro giocatori di ottica Nba – come peraltro ormai tutti i paesi del globo, perché il circo americano ormai pesca dappertutto – e con quelli crede di aver svoltato, non sono non ha svoltato. Non ha neppure una generazione, ha alcuni giocatori. E lo sanno anche le oche del Campidoglio, che è meglio avere cento giocatori buoni che quattro o cinque ottimi, perché quelli buoni possono diventare ottimi, ma quei quattro restano quattro. Dove sono finiti i vivai, le grandi scuole di pallacanestro? Chi investe nei giovani? Se non produci giocatori non vai da nessuna parte, ed esattamente queste sono le politiche che il basket e più in generale lo sport italiano non ha più saputo scegliere e perseguire. Ho letto parole al vetriolo, parole giustamente arrabbiate, di un dirigente di grande esperienza e cursus honorum come Buzzavo Giorgio e che ci rappresenta perfettamente, con quel che ha significato Treviso e il magnifico laboratorio della Ghirada per i nostri canestri, l’incompiuta trasformazione della pallacanestro italiana verso il Terzo millennio” 

Matteo Cardinali, coach ed esperto delle problematiche sui vivai e le norme, coglie una nota di fondo:.”Che cosa hanno lasciato questi tornei pre-olimpici? Che gli slavi fanno giocare i loro talenti e li lanciano in campionato ma non solo  senza troppe remore. Noi abbiamo il freno tirato. Tutto il resto , come diceva il compianto Califano, è noia.”

Interviene anche Marcel Vulpis, direttore di Sporteconomy, magazine che tratta la correlazione socioeconomica fra sport e affari, che sarebbe vicino a Scelta Civica, Petrucci dovrebbe dare le dimissioni. Pala di sconfitta “morale”, ancor più cocente perchè Petrucci aveva atto di tutto pur di ottenere l’organizzazione del pre-olimpico e il governo Renzi s’era impegnato a mettere sul tavolo 2,4 milioni di euro”. “Il presidente Petrucci – spiega – con atleti di qualità, soldi pubblici, sia Coni che di Palazzo Chigi, non ha centrato il traguardo minimo che tutti si aspettavano quattro anni fa, andare nuovamente ai Giochi. Troppo i tornei preolimpici ed eventi continentali falliti, abbiamo avuto mille occasioni e non ne abbiamo sfruttata nemmeno una per sbaglio. Non si può dire che la Federazione non sia stata aiutata, anzi, adesso il problema è che ci sono tante altre federazioni he non hanno avuto gli stessi trattamenti  e qualcuno da lunedì inizierà a storcere la bocca”.  La morale è amara, ma nulla cambierà: “Ci sono tante altre federazioni che, se aiutate di più, soprattutto a livello di impiantistica sportiva, potrebbero centrare storici traguardi ai Giochi, ma se i flussi di denaro sono destinati sempre ai “soliti noti”, dopo ci crucciamo, e  calcio, la federazione col maggior numero di tesserati in Italia e basket azzurro restano a casa. Di chi è la colpa? E’ possibile che non ci sia mai nessuno che si dimette, anche a livello dirigenziale?”

Per la FIP l’unica voce, alla vigilia del Consiglio Federale di venerdì dove Petrucci annuncerà quale strada prendere,  è del vicepresidente Gaetano Laguardia, il quale offre un commento da vero sportman:”Comunque grazie Ettore, grazie staff , grazie ai giocatori: è sempre facile criticare ma sono convinto che c’è l’hanno messa tutta. Lo sport e il basket in particolare non è una scienza matematica bisogna giocare e tener presente che in campo ci sono anche gli avversari ,ed i croati hanno giocatori super” 

A cura di Enrico Campana

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