Jacobone teme un Milan di… Brocchi

Il leader dei ‘Non Evoluti’, Alessandro Jacobone, con Sportal.it commenta così il momento del Milan e del suo allenatore.
 
Alessandro, il Milan sembra avere difficoltà e poca continuità di risultati. Dalle tue recenti dichiarazioni, sembrerebbe tu stia ancora dalla parte dell’allenatore e sempre più critico verso la gestione societaria. Come vedi la situazione in casa Milan? E quali soluzioni apporteresti?
 
La mia convinzione che Mihajlovic non sia il responsabile dell’attuale situazione in casa rossonera nasce dal fatto che veniamo da un paio d’anni di continui cambi della direzione tecnica, senza che le cose siano cambiate minimamente. Allegri è stato l’ultimo allenatore ad avere il tempo, fin troppo a mio avviso, per lavorare sulla squadra e sul suo gioco. Purtroppo, il suo approccio aziendalista ha permesso alla società di smantellare una squadra con dei leader in ogni reparto ed iniziare il percorso di depauperamento tecnico che ci ha condotti all’attuale situazione. Ritengo quindi che i problemi del Milan siano figli di una cattiva gestione societaria che ha mollato la presa su quelli che erano i valori sui quali si fondava l’ambiente rossonero.
 
A cosa ti riferisci? Credi davvero che il presidente Berlusconi intenda sostituire Sinisa Mihajovic mettendo un altro allenatore a libro paga?
 
Mi riferisco alla gestione dello spogliatoio che anni fa era ritenuto a tenuta stagna.  Le più grandi discussioni, a volte degenerate fino al contatto fisico, non sono mai uscite se non raccontate anni dopo dagli stessi protagonisti. Oppure al triste caso riguardante la procura di Bonaventura. Adesso è tutto completamente diverso e questo non è affatto un bene per l’ambiente e la serenità dei giocatori stessi. Per quanto riguarda la sostituzione dell’allenatore, Berlusconi si è accorto di essersi portato in casa un altro ‘Clarence Seedorf’.  Come l’olandese, credo che alla fine pagherà per le sue dichiarazioni e per il suo modo di mettere sul tavolo l’argomento circa l’inadeguatezza della rosa. Leggo troppe firme del giornalismo sportivo rinfacciare al serbo di aver racimolato gli stessi punti della passata gestione tecnica, quella di Pippo Inzaghi. Vorrei ricordare loro che le valorizzazioni di giocatori come Donnarumma e Calabria, senza dimenticare il voluto acquisto Romagnoli e l’alta percentuale di italiani in rosa, sono meriti attribuibili unicamente a Sinisa. Con un qualsiasi altro allenatore in panchina, il portiere sarebbe ancora Christian Abbiati e il centrale di difesa Daniele Bonera.
 
Chi vedresti bene al suo posto?
 
In tempi non sospetti, misi Sinisa Mihajlovic subito dietro Antonio Conte. L’attuale commissario tecnico sarebbe l’unica soluzione per la quale varrebbe cambiare l’anno prossimo. Ma le voci che mi sono giunte sono di tutt’altra natura. Cristian Brocchi, contattato in questi giorni dalla Lazio per sostituire mister Pioli, ha ricevuto il consiglio di non impegnarsi con nessuno e di restare in attesa. Un déjà-vu avuto con Pippo Inzaghi in versione avvoltoio sulla testa dell’olandese. Sarebbe un grosso errore e la più chiara dimostrazione che in fondo non si vuole cambiare nulla. Nulla contro Cristian Brocchi, professionista serio e cuore rossonero. Ma se fatica a dare continuità e gioco ad un Milan Primavera che annovera giocatori che dovrebbero essere spugne desiderose di apprendere, come potrebbe migliorare l’atteggiamento di giocatori, quelli della prima squadra, che sono divisi tra pseudo convinti e impauriti dalla propria ombra?
 
Avanti con Sinisa anche in caso di un ennesimo passo falso in Coppa Italia?
 
La partita di stasera è importantissima. Non tanto per l’allenatore che al massimo vivrebbe il dramma di dover innaffiare il giardino di casa insieme a Pippo e Clarence. Quanto per la possibilità di trovarsi un’autostrada verso la finale di Coppa Italia.  Per una volta la sorte ci è stata amica e non sfruttare l’opportunità di raggiungere l’Europa, seppur dalla porta secondaria, sarebbe un vero e proprio suicidio sportivo.
 
A proposito dei sorprendenti risultati delle cosiddette ‘piccole’, come vedi i loro trionfi a discapito di formazioni decisamente più blasonate?
 
Il mio lato romantico ha gioito nel vedere la felicità negli occhi di tifoserie non abituate a trasferte, vincenti tral’altro, contro Fiorentina, Roma e Genoa. I tifosi sono l’ultima appendice di amore incondizionato presente nel calcio. Sono stato felice per loro, davvero. La realtà invece è che il nostro campionato ha subito un ridimensionamento tale da permettere a qualsiasi squadra l’ottenimento di risultati importanti su campi importanti. Detto questo, se il Milan vince ai supplementari contro il Crotone schierando una formazione di riserve scatta subito un processo alla squadra e al suo allenatore. Se Fiorentina e Roma escono sconfitte dopo aver messo in campo la loro argenteria migliore si parla di quanto sia meritocratico il calcio. Strana atmosfera attorno al Milan, per dirla alla Mihajlovic.
 
Qualificazione ai quarti e sei punti prima della sosta natalizia sarebbero un regalo di Natale sufficiente per te e tutti i tifosi del Milan?
 
Le tabelle abbiamo dimostrato portare sfortuna. Certamente ci aspettiamo delle prestazioni di altra natura da parte della squadra. Inutile quindi parlare di regali ad una tifoseria che fino ad oggi ha ricevuto dalla squadra e dalla società solo e solamente pacchi. A proposito di pacchi e regali, un caloroso augurio di Buon Natale Non Evoluto a tutti i tifosi rossoneri, a tutti voi di Sportal e ai vostri numerosi lettori.

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