Stadio Roma, Raggi: “Trovato l’accordo”

Cominciata con la grande paura per il malore accusato da Virginia Raggi, la giornata cruciale per lo stadio della Roma si conclude nel migliore dei modi. In primo luogo per la salute della sindaca, che ha regolarmente partecipato, seppur in ritardo, all’incontro svoltosi in Campidoglio, ma poi anche in ottica fumata bianca del Comune.

Nessuno dei partecipanti al vertice (per la Roma il dg Baldissoni e il responsabile del progetto stadio David Ginsberg, oltre al costruttore Parnasi) ha rilasciato dichiarazioni, ma qualche sorriso lascia pensare che il via libera possa davvero arrivare, dopo le polemiche degli ultimi giorni.

Durante l’incontro si è lavorato per un’ulteriore riduzione delle cubature, superiore al 25% e l’intesa è stata finalmente raggiunta, come ammesso dalla stessa Raggi al termine del summit a Sky Tg24: “Abbiamo raggiungo un accordo 2.0 con il taglio delle cubature: non ci saranno le torri”.

#UnoStadioFattoBene: tre torri eliminate; cubature dimezzate, addirittura il 60% in meno per la parte relativa al Business Park –  ha poi scritto Raggi su Facebook – Abbiamo elevato gli standard di costruzione a classe A4, la più alta al mondo; mettiamo in sicurezza il quartiere di Decima che non sarà piu soggetto ad allagamenti; realizzeremo una stazione nuova per la ferrovia Roma-Lido. Abbiamo rivoluzionato il progetto dello stadio della Roma e lo abbiamo trasformato in una opportunità per Roma. Abbiamo sempre detto di essere favorevoli alla realizzazione dello stadio ma nel rispetto della legge e per il bene della nostra città. Ci siamo riusciti. Abbiamo evitato il progetto monstre ereditato dalla precedente amministrazione. A Tor di Valle nascerà uno stadio ma moderno, ecocompatibile, all’avanguardia dal punto di vista delle tecnologie ma soprattutto sarà un’opera che rispetterà molto di più l’ambiente e il territorio”

Tecnicamente i prossimi passi dovrebbero prevedere la richiesta di una proroga della conferenza dei servizi in Regione, che dovrebbe terminare il 3 marzo: sembra certo che non verranno toccate le opere pubbliche del progetto originale, compreso il ponte sul Tevere che verrà però realizzato in un secondo momento.

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