Playoff, le date della discordia

Sarà un finale di campionato tutto da seguire non solo sotto rete. La partita più importante ora si gioca tra Lega Pallavolo Serie A Femminile e Federvolley. La stagione di Serie A, infatti, prevede il proprio termine martedì 3 maggio con l’eventuale Gara-5 di Finale Scudetto, più di 10 giorni prima dell’inizio del torneo preolimpico in Giappone a cui prenderà parte la Nazionale di Bonitta. La Federazione, che ovviamente non vuole rischiare di non avere l’Italia alle Olimpiadi, chiede invece che il Campionato finisca a fine aprile (si era parlato del 28, ora l’ultima proposta è per il 30), per preparare al meglio le giocatrici e farle abituare al fuso orario asiatico. Il nodo del contendere praticamente si riduce a questi 3-5 giorni di differenza, che riguardano le eventuali gare 4 e 5 di Finale Scudetto (non è nemmeno detto quindi che si debbano giocare) e solo le due squadre finaliste (ammesso che arrivino in finale Conegliano e Casalmaggiore, ovvero le prime due squadre in classifica, le atlete da Nazionale, considerate le ultime convocazioni, sono una o al massimo due). La Lega, che ne fa una questione di principio, visto che ha rispettato gli obblighi internazionali e ha fatto diversi passi avanti verso la Federazione (vedi Club Italia in A1), per ora non ha accettato la proposta della Federazione, con tutti i contrasti e conseguenze che ne possono scaturire (la Convenzione, che scade al termine di questa stagione, non è stata ancora rinnovata).
 
Mauro Fabris, presidente della Lega Pallavolo Serie A Femminile, prova a fare chiarezza sulla questione anche alla luce di un articolo uscito questa mattina sulle pagine del Corriere dello Sport dal titolo “Qualificazioni per Rio: date in discussione”.
“La Federazione richiede, a stagione in corso, un anticipo sul termine dell’attività dei Club, dal 3 maggio al 30 aprile, poiché – si legge sull’articolo de Il Corriere dello Sport – avere le azzurre dall’1 maggio, tredici giorni prima del torneo e con l’handicap dell’ambientamento al fuso orario, sarebbe il minimo indispensabile. Sottolineando che la conclusione del Campionato di Serie A1 il 3 maggio sarebbe perfettamente in linea con i regolamenti FIVB, secondo cui le Nazionali possono richiedere le giocatrici ai club 10 giorni prima dell’inizio delle competizioni internazionali (il preolimpico comincerà il 14 maggio), si tratterebbe di un’ulteriore contrazione di un calendario già fitto. Nella stagione preolimpica, infatti, l’attività delle squadre di A1 che non parteciperanno ai Play Off Scudetto durerà 4 mesi e mezzo. Quattro mesi e mezzo in cui tali squadre hanno dovuto disputare 24 turni di Campionato (uno ogni 5,8 giorni), anche per effetto della partecipazione al Campionato del Club Italia. Prendendo come riferimento la Nordmeccanica Piacenza, una delle squadre impegnate in Campionato, Coppa Italia e Champions League, essa arriverà a disputare tra il 17 ottobre e il 2 aprile tra le 36 e 37 partite (dipenderà dalla qualificazione o meno alla finale di Coppa Italia), ovvero una partita ogni 3,8 giorni, al netto della sosta invernale. 
 
La Lega si è attenuta pienamente alle indicazioni di calendario fornite dalla Fipav a inizio stagione, con particolare riferimento all’eventuale partecipazione della Nazionale al torneo preolimpico di maggio in Giappone (che era stato individuato tra il 15 maggio e il 5 giugno). E ha organizzato la propria attività sulla base di queste indicazioni, prevedendo inoltre una pausa dal 22 dicembre al 17 gennaio per la disputa dei tornei continentali di qualificazione alle Olimpiadi. 
 
L’esperienza del Club Italia in A1 si è rivelata, a detta di tutti, un successo. Preme evidenziare in merito alcuni punti: i Club di Serie A1 hanno accettato l’invito del ct Bonitta e della Federazione e accolto il Club Italia nell’A1 2015-16, nonostante tale inserimento implicasse l’aggiunta di 4 giornate alla Regular Season (da 22 a 26), saturando un calendario già compresso con 5 turni infrasettimanali; 5 turni infrasettimanali (su 26, praticamente 1 su 5) che hanno causato un sensibile calo nel numero di spettatori nei palazzetti e una difficile gestione e collocazione delle partite in televisione, con conseguente danno economico e di immagine per i Club e per gli sponsor che li sostengono; la crescita del Club Italia e delle sue atlete è da ricondurre all’alto livello del Campionato in cui è stato inserito – la competitività del torneo è stata sottolineata dallo stesso ct Bonitta in più occasioni – e alla possibilità di confrontarsi con atlete di caratura internazionale; se il Campionato è di alto livello e vi partecipano atlete di caratura internazionale è grazie unicamente agli sforzi economici dei Club, che di fatto sostengono la Serie A e le permettono di esprimere tali qualità tecniche; il modello italiano è ben diverso, ad esempio, da quello statunitense basato sui college, e l’unico modo per trasformare giovani talenti in giocatrici di alto livello è inserirle in un contesto di eccellenza (ed è proprio con questa motivazione che il ct Bonitta la scorsa primavera giustificò la sua proposta). 
 
Che ora un tale Campionato di Serie A1 sia trattato come un qualsiasi torneo del dopolavoro, con date modificate in corsa e finale di stagione azzoppato per volontà federale, è un assoluto paradosso. Se la FIPAV arriverà a imporre l’anticipo sul finale di stagione, contraendo la fase più importante e spettacolare dei Play Off Scudetto, svilirà quella stessa Serie A che ha ‘svezzato’ le atlete del Club Italia e (è la speranza di tutti) contribuirà alla qualificazione dell’Italia alle Olimpiadi di Rio de Janeiro”.

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