Marcell Jacobs in semifinale senza brillare

Le parole di Marcell Jacobs

Il debutto di Marcell Jacobs porta in dote la qualificazione alla semifinale. Ma, detto questo, appare chiaro come l’eroe di Tokyo sia costretto a lottare contro un avversario in più: il problema muscolare che, seppur risolto, sembra ancora limitarne l’azione. Jacobs è secondo nella sua batteria in 10.04 (vento +0.2), superato solo dal giamaicano Oblique Seville (9.93), l’uomo che, a conti fatti, interrompe una imbattibilità che durava dai Giochi. Dopo un buon avvio, è battaglia aperta tra il giamaicano ed il bresciano, senza però che quest’ultimo riesca ad abbandonarsi, alla ricerca di quella fluidità del gesto che lo scorso anno era stato il suo marchio di fabbrica. Quanto la limitazione sia volontaria (per evitare danni), o invece frutto delle difficoltà patite fin qui, lo può dire solo Jacobs.

Che infatti racconta: “Penso di aver fatto una buona partenza – dice nell’immediato dopo corsa – e di aver anche accelerato nel modo corretto. Ma poi, non riesco a lasciarmi andare. Ora devo cercare di mettermi quanto prima nelle mani del fisioterapista, per tentare di essere in condizioni migliori per la semifinale. Sul piano della preparazione, penso di stare bene, altrimenti, alla luce di quanto detto, non riuscirei a correre in 10.04”. L’attesa durerà poche ore. Domani, nella notte italiana tra sabato e domenica (le 3 del mattino della domenica), arriverà l’ora del verdetto. In pista, intanto, molti degli avversari – come previsto – vanno forte, molto forte. Americani in primis. Fred Kerley ha un piano: terrorizzare tutti, cosa che in effetti gli riesce molto bene, in virtù di uno spaventoso 9.79 in batteria (+0.1). Trayvon Bromell scherza negli ultimi metri ma ferma comunque cronometro a 9.89 (+0.6), e dopo Seville, si mette in evidenza anche il diciannovenne Letsile Tebogo, Botswana, il cui 9.94 è la cifra del primato del mondo Junior. In sette scendono sotto i dieci secondi, Marcell firma il decimo tempo. Poca gloria per Chituru Ali, il cui 10.40 è frutto di una serie di errori e dello stop qualche metro prima del traguardo, a gara ormai compromessa.

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