Warriors, non c’è solo Curry

Golden State prosegue la sua marcia-record (42 vittorie casalinghe, -2 per eguagliare il Bulls ’95-96, anche se dopo un primo tempo impetuoso (42 punti), ha sciupato i 19 punti di vantaggio.

“Possiamo fare di meglio”, continua a ripetere Stephen Curry esortando i compagni  a darci dentro dall’inizio alla fine. Raggiunta sul 93-93 dopo 3 tempi dai Rockets il golden-team ripreso da Curry ha subito cambiato marcia e allungato con le triple di Barnes e Iguodala vincendo in scioltezza nel match che aveva sulla locandina la sfida fra i due cannonieri della NBA, anche se dietro Curry (29,8)  lo sfidante Harden (27,8) è stato raggiunto nell’ultimo turno da Kevin Durant.
 
Per la statistica il duello è stato equilibrato, Curry ha segnato 35 punti con una tripla in più e più rimbalzi, il “barba” ne ha segnati 37 con 11 tiri liberi ma il genio alato ha saputo ridare prontamente alla propria squadra brillantezza e determinazione in una giornata-no di Klay Thompson il quale ha sbagliato 7 triple su 7 un Dryamond Green da lavoro oscuro mentre oltre il contributo eccellente della panchina Andrew Bogut è riuscito a ritagliarsi un ruolo da protagonista contro il tanto e troppo decantato Dwight Howard. Lo dimostra la doppia-doppia oltre a 6 stoppate e 3 reuperi.
 
E’ partito con un altro ko casalingo al Madison il dopo-Fisher dei Knicks che continuano a brancolare nel buio e hanno perso da Washington in fase di rilancio col recupero di Bradley Beal e l’impronta di John Wall che si è meritato l’All Star Game. Phil Jackson ha voluto dare una nuova chance a un altro caro amico, Kurt Rambis. Uno che ha vinto 4 titoli coi Lakers e che da head coach ha già fallito due volte. La verità è che per la prossima stagione circolano già due candidati forti per la panchina, Luke Walton l’assistente di Steve Kerr che ha guidato i Warriors al 39/4 nel travolgente inizio di stagione e Brian Shaw, un altro ex giocatore di coach-Zen ai tempi dei Lakers col quale Gallinari ebbe problemi l’anno scorso a Denver per il gioco monotono. E agli inizi degli anni 90 la star del Messaggero Roma scelta da Valerio Bianchini.
 
Dopo aver sbagliato 6 triple su 6, Hayward si è arrampicato in aria per sfuggire ai tentacoli di Pachulia e segnato in sospensione all’indietro il tiro della vittoria a Dallas dopo 6 anni di bocconi amari. Ma la gara conferma la crescita di Rodney Hood, guardia mancina di Duke, n.23 del draft 2014, che oltre ai 29 punti (e oltre 20 in 5 delle ultime 7 gare), che ha dato brillantezza all’attacco a una squadra sparagnina e segnato dall’angolo la tripla per andare al supplementare che ha permesso di vincere la settimana gara consecutiva (e la seconda in trasferta) che permette ai mormoni di schizzare al 7° posto all’Ovest, davanti ai Rockets. Per Kings e Nuggets non restano ormai che briciole di speranza, solo Portland può aspirare ancora all’8° posto.
 
Gli Spurs sono passati a Miami e in assenza di Duncan, Popovich ha utilizzato sempre più nelle sue rotazioni il suo colossale centro che però come tecnica se la cava e occupa tanto spazio. Un tipo litigioso come Hassan Whiteside  ha avuto difficoltà nel marcarlo e dopo avergli rifilato una gomitata nello stomaco senza che il polifemo serbo facesse una piega, gli arbitri l’hanno espulso al secondo fallaccio o flagrant-foul in gergo.
 
Anche se fa praticamente uso del tiro da 3, Dwayne Wade si sta avvicinando al traguardo dei 20 mila punti al quale sono già arrivati 40 giocatori. Ma solamente 3 con la taglia e il ruolo di Wade, Allen Iverson, Gary Payton e Hal Greer.
 
Per il Festival del Rodeo, gli Spurs giocheranno per tre settimane lontano dal AT&T Canter e ci torneranno il 2 marzo. Ieri c’erano le primarie nel New Hampshire vinte da Donald Trump e alla fine del primo quarto Aldridge è stato intervistato dalle TV, Popovich ha ascoltato in silenzio scuotendo la testa. Non si sa se per l’invadenza della politica mentre si sta giocando una gara o per le dichiarazioni del suo giocatore.
 
Conclusa l’indagine della NBA, i Clippers hanno sospeso per 4 turni Blake Griffin per il pugno sferrato a un membro del suo staff a tavola il 23 gennaio a Toronto al termine di un diverbio. Oltre a costargli la frattura della mano che significa almeno 6 gare di assenza, è arrivata la multa dei Clippers, 859.447 dollari che verranno detratti dal ricco stipendio (18.907,725) e donati in beneficienza per il sostegno dei ragazzi disagiati di Los Angeles. Le scuse alla società, all’aggredito, ai compagni gli hanno consentito di limitare i danni, ma si è giocato la simpatia della gente anche se i Clippers non pensano di metterlo sul mercato come si vociferava.  “Blake ha manifestato un sincero rincrescimento  per quello che ha fatto , è un valore per la nostra squadra e faremo di tutto per recuperarlo”, ha detto Doc Rivers nella duplice veste di presidente-coach.
 
Più grave del previsto il problema al piede destro di Marc Gasol. Lasciato il campo nel finale di gara con Portland, i medici gli hanno invece riscontrato una frattura. Si parla di un mese di assenza, una brutta tegola sul capo dei Grizzlies che stavano marciando tranquilli verso i playoff. “E’ un giocatore indispensabile per noi e anche per i tifosi, ma non forzeremo i tempi del rientro”, ha commentato il suo allenatore Joerger.
 
Quasi promosso al primo voto (e primo degli esclusi per poco, 160 voti dietro Anthony) e bocciato dal voto degli allenatori manifestando apertamente il suo grande disappunto, il destino ha provveduto a rimediare il torto subito dal fratello. Pau Gasol giocherà il suo sesto All Star Game  pur rientrando dalla porta di servizio grazie all’infortunio al ginocchio del compagno di squadra Jimmy Butler che mancherà ai Bulls per un mese circa. E’ sfumata così l’ultima speranziella di Gallinari di giocare la sua prima partita delle stelle domenica 14 a Toronto, ma era scontato che il commissioner Adam Silver scegliesse secondo logica premiando i Bulls e Pau Gasol che al momento ha più titoli e “leggenda” dell’azzurro il quale paga anche la classifica non molto brillante dei Nuggets, anche se il motivo sono i molti infortuni.
 
SKY SPORT TV – Nella settimana del 65° All Star Game che mette le tende a Toronto (12-14 febbraio), dopo la diretta delle 4.30 di mattina di stamane fra Warriors-Rockets (le differite sono ore 14 e 21.30 SS 2HD di oggi), l’appuntamento è per giovedì 11 febbraio alle 2 di mattina con Cavs-Lakers ovvero LeBron Vs Kobe (differita 14.30 SS 2Hd e 21.30 SS 3HD) due campioni del Dream Team che sono anche amici.
 
RISULTATI 9 febbraio – Miami-SAN ANTONIO 101-119 (20 D.Wade  9/12, 18 C.Bosh 0/2 da3 5r, 14 H.Whiteside 6r 2st; 28 L.Aldridge  10/16, 23 K.Leonard 1/1 da3 9r, 11 B.Marjanovic tl5/7); New York-WASHINGTON 108-111 (33 C.Anthony +13r 12/22 3/6 da3 tl6/6 4pe, 20 K.Porzingis 8/14 2/6 da3 5r; 28 J.Wall +17a 10/24 3/5 da3 5r, 26 B.Beal 5/8 da3, 14 M.Gortat +10r); MILWAUKEE-Boston 112-111 (29 G.Monroe +12r 13/21, 20 K.Middleton 6/16 2/7 da3 5r 5a, 14 J.Bayliss 4/6 da3; 18 J.Crowder 3/6 da3, 18 A.Bradley 4/9 da3, 4 J.Sullinger + 14r; Dallas-UTAH 119-121 dts (24 C.Parsons 3/8 da3, 23 Der.Williams tl11/13,  17 D.Nowitzki 9r, 7 Z.Pachulia + 1r; 29 R.Hood 12/26 2/8 da3 5r 5a, 20 G.Hayward 8/20 0/6 da3, 14 R.Gobert +10r; GOLDEN STATE-Houston 123-110 (35 S.Curry 7/16 da3 tl4/4 5r 9a, 19 H.Barnes 8/12 7r, 13 A.Bogut +12 r 6st, 13 K.Thompson 5/19 0/7 da3; 37 J.Harden 10/21 6/10 da3 tl11/13 5r 5a, 16 D.Howard +15r tl2/10, 19 T.Ariza)
 
A cura di ENRICO CAMPANA

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