Per il trio azzurro Natale e fine 2015 amari

Natale e fine 2015 amari per il trio azzurro, e non solo per il risultato estivo di Eurobasket dove “i nostri eroi” hanno comunque dato la paga agli spagnoli di Sergio Scariolo che poi vinceranno l’oro mentre l’Italia finirà al 6° posto aprendo le porte al ritorno di Messina che il 20 gennaio verrà incoronato vicerè al Foro Italico ancor prima di andare in campo nel preolimpico.
 
Ricapitoliamo.
Gallinari (17,3 punti, 5.9 rimbalzi, 2,8 assist, la star della sua squadra) ha saltato le ultime quattro gare con riflessi nefasti sui risultati (12/19). Domenica mentre la sua squadra perdeva a Oklahoma  (con poco ritegno, secondo il suo coach sempre inkazzato nero) è rimasto a Denver per curare la storta alla caviglia sinistra e tornerà dopo il 2 gennaio (idem il congolese Mudiay, il play titolare,  fuori per un problema analogo dall’11 dicembre). Significa che il Gallo mancherà anche martedì notte contro i Cleveland  di “L & L” (LeBron e Love) ospiti di Denver dopo due sconfitte e comunque ancora primi all’Est (19/9, 67,9%). Ma insidiati seriamente – se la squadra di David Blatt continua con questo passo da gambero – da Atlanta (20/12) che pur indebolita sta confermando l’ultima irripetibile stagione.
Forse sempre più prigioniero dello schema mentale di George Karl che gli chiede un ruolo di rottura, a dispetto dei 3 anni di contratto e delle esperienze di Chicago e San Antonio coi quali diventato l’unico italiano a vincere l’anello e il concorso del tiro da 3, nelle ultime uscite Marco Belinelli sembra aver smarrito l’istinto da killer. Solamente nel disgraziato finale di domenica contro Portland in casa quando i primattori Cousins (2/11 nel finale) e Rondo (8 perse) si sono bloccati è riuscito a piazzare l’unico canestro su 4, con un totale di 2 su 8 e 8 punti. Era rimasto a secco fino a metà gara (0/4, 0/2 da 3 in 12 minuti).
 
I Kings (12/18, 40%) hanno perso una favolosa occasione di mettersi sulla scia di Utah, l’ottava squadra all’Est (12/16) permettendo alla squadra di Terry Stotts, coach dei Blazers, da quattro gare senza la sua Pulce Atomica (24,6 punti per gara per Damien Lillard) di rientrare nell’agone (con 13/20 e il 39,4%) e sorpassare Denver (12/19 38,7%).
 
La squadra orgoglio e vanto dell’Oregon non finisce di stupire, per prima  forse… se stessa. Invece di piagnucolare per la perdita della sua prima star, LaMarcus Aldridge, attratto dagli Spurs,  messo nel sacco a Santo Stefano LeBron, a dispetto dello 0/5 nei precedenti con Sacramento ha portato a casa uno storico back-to-back nel giro di 24 ore. Grazie all’esplosione definitiva e prepotente di CJ McCollum, un giocatore chiuso nelle ultime due stagioni da colleghi più esperti. Passato al ruolo di play per l’assenza di Lillard ha scritto una pagina storica con 35 punti, 11 rimbalzi e 9 assist. Nessun giocatore dei Blazers in 29 anni aveva mai fatto tanto, nemmeno Clyde Dextler, indicato da Kobe come uno dei 5 giocatori più forti dei suoi anni, il quale si era fermato a 34 punti, 11 rimbalzi e 9 assist.
 
Per Andrea Bargnani 2 punti e 1/5 a Santo Stefano, un passo indietro, nella sconfitta casalinga dei Nets (8/22), una delle sole 3 squadre sotto le 10 vittorie (le altre sono i Lakers con 5/26 e Filadelfia con 2/30 che però sotto l’albero natalizio ha ritrovato (con l’arrivo di Mike D’Antoni coach aggiunto e di Ish Smith da New Orleans) la via del successo dopo 23 sconfitte on the road. Questo significa che salvo un ritorno di fiamma improbabile, perchè il Mago è il cambio di un giocatore d’acciaio come Brooks Lopez e disdegna il rischio di botte in area, dovrà fare nuovamente le valigie. A inizio primavera e difficilmente troverà ancora nella NBA una squadra disposta a rinnovargli il contratto e la fiducia. Anche con un salario minimo da veterano (1,4 milioni di dollari).
 
Come lo utilizzerà Messina in azzurro, dopo aver contribuito l’ex n1 del draft  al “licenziamento” di Recalati e al passaggio (per il momento) di Simone Pianigiani in un “binario morto” del Settore Azzurro.
 
La squadra del giorno, Portland, giocherà venerdì in casa con Denver in una sorta di spareggio e avrà l’opportunità del sorpasso sui Kings che stanotte hanno una trasferta breve ma impossibile a Oakland per il derby con i lanciatissimi Warriors che per ora sono l’unica certezza della NBA. Oklahoma (21/10) ha avuto in dono dal calendario i Nuggets senza Gallinari e Mudiay non sarebbe forse bastato la grande partita della premiata ditta “Durant & Westbrook” (26 e 10 assist, 30 e 12 assist e 9 rimbalzi, 1 per l’ennesima tripla del play con le molle nelle gambe) sulle orme del famoso doppio “Stockton e Malone” degli anni d’oro degli Jazz, senza un partitone del giovane centro turco Eneas Kanter al quale Durant ha attribuito il merito di MVP della gara. D’accordo anche il coach sconfitto: “Kanter ci ha dominato, come sempre succede ogni volta. Sarebbe meglio per noi andare in sala pesi e potenziarci, perchè abbiamo lasciato la difesa nello spogliatoio”. Malone ha messo l’accento sul ritorno in campo dopo il 53-61 per la sua squadra. “La nostra difesa è stata terrificante, soprattutto sbagliato il concetto di andare a sfidare in casa sua l’artiglieria pesante dei Thundercity”, così ha concluso la sua filippica Mike Malone il quale ha invitato Doug Moe a Denver per una consulenza. Doug dopo il rientro dall’Italia dove fu la star di Padova e della Spaghetti League ha legato il suo nome all’epoca d’oro dei Nuggets che enavano valanghe di canestri, per cui questo invito o è una provocazione o rassegnazione.
 
Si rassegna invece New York (14/18) a correre per i playoff con una doppia-doppia di Anthony e Porzingins insufficente per vincere a Boston (18/13). La sagace formichina raggranella il quarto successo consecutivo grazie al rientro dell’infortunato Marcus Smart dopo 18 gare pur perdurando come s’era visto a inizio ottobre a Milano il problema del centro (1/9 per il simpatico “elefantino” Sullinger).
 
Kobe non si è invece rassegnato a disertare il carosello per l’addio, nonostante la febbre non  voleva deludere la folla festante di Memphis. Ha deciso di andare in campo ma si è esaurito in un primo tempo all’altezza della sua fama (14 punti sui 19) e la cosa migliore dei Lakers nella città del culto di Elvis Presley è stata la prima doppia-doppia della matricola Larry Nance jr (17 e 11 rimbazi). Il figlio di un ex Lakers noto per aver vinto uno spettacolare concorso delle schiacciate, si è guadagnato la chiamata per il prossimo All Star Game di Toronto, il primo fuori dagli Stati Uniti.
 
Aria di rassegnazione invece  a Phoenix dopo il flop casalingo contro i 76ers di  Mike D’Antoni, l’ex coach. Eric Bledsoe si opera domani al ginocchio, Markieff Morris è stato sospeso due turni per aver lanciato una salvietta in faccia al suo coach. Jeff Hornacek forse non riuscirà a finire  il  suo quarto anno in Arizona. “Obiettivamente siamo scesi a un punto basso, ci manca la fiducia”, ha dichiarato l’ex campione. Una frase che sembra una resa.
 
RISULTATI NBA dom. 27 dic – BOSTON-New York 100-91 (21 I.Thomas 6/18 1/5 8r 6a, 19 E.Turner 8/11, 18 J.Crowder; 29 C.Anthony +10r 11/26 2/5, 16 K.Porzingis 4/13; spt.18.624 );  MEMPHIS-LA Lakers 112-96 (19 M.Conley, 17 JeGreen 16 M.Gaso 7/11 3r 6a; 19 K.Bryant 6/15 2/8 5/6tl 2r 3a 3pe, 17 L.Nance Jr  11r 8/12; spett. 18.119); OKLAHOMA-Denver 122-112 (30 R.Westbrook +12a 9r 11/18 2/3 da 3, 26 K.Durant + 10a 5r 11/21 3/5 da 3, 21 E.Kanter +8r, 19 S.Ibaka; 25 K.Faried 11r, 19 W.Barton, 18 J.Lauvergne);  Sacramento-PORTLAND 94-98 (36 D.Cousins 12/6 2/7 10/12tl 6r 5pe, 14 O.Casspi + 10r 3/4 da 3, 9 R.Rondo + 15a 2/3 da3 8pe,  7 R.Gay +14r 2/12, 8 M.Belinelli 2/8 1/4 3/3tl 2r 1a, 20′; 35 CJ McCollum +11r 9a, 16 Me.Leonard +11 r 4/7 da 3).
 
A cura di ENRICO CAMPANA

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