Goran Dragic porta Miami alla bella

Con 30 punti, record nei playoff (precedente 26), Goran Dragic toglie il primo match ball ai Raptors che nella loro giovane storia non hanno finora avuto il momento di gloria di una finale di Conference (e così Charlotte, New Orleans e Clippers) e il mancino sloveno si merita i complimenti del suo allenatore, il filippinamericano Spoelstra e di Dwayne Wade. “E’ stata la sua notte”, dice il coach, concorda la star “prestazione incredibile, ma era nell’aria”.

Goran Dragic è stato il principale protagonista del break nel secondo quarto: i suoi 14 punti hanno dato quel prezioso vantaggio di sicurezza che gli Heat hanno gestito nella seconda parte della gara, sostanzialmente equilibrata, anche se i parziali sono stati tutti per la franchigia della Florida  dove il Lefty sloveno arrivò a metà della scorsa stagione da Phoenix, erede di Steve Nash  quando la star canadese passò ai Lakers.

Dragic, il più noto dei due fratelli, ha compiuto 30 anni, scelto da San Antonio, sempre attenta al mercato europeo monitorato dal suo ottimo scout italiano (Claudio Crippa) nel 2008 che però lo passò ai Suns. Considerata la stagione di Parker, è possibile che Popovich si morda le mani. Alla metà della terza stagione in Arizona, passa comunque a Houston dove scalza il play titolare… Proprio quel Kyle Lowry col quale sta rivaleggiando in questa serie, il quale a sua volta è diventato All Star  coi Raptors salendo a 23 punti di media contro i 13 in carriera.

I Rockets non capiscono il valore di Dragic come play, collante di squadra e come persona, per loro esiste solo il barba Harden, così “Drago” torna ai Suns dove gioca altre due stagioni e mezzo con 201 gare da starter su 202 e nella prima tocca i 20,3 punti di media. Finisce  con 26 gare da titolare a Miami e 16,6 punti di media, la seconda come high, diventa free agent e Pat Riley, uno che se ne intende, senza indugi gli fa firmare un contratto-record per una guardia europea: 74 milioni di dollari per 4 stagioni. La prima parte del secondo anno è un po’ difficile per un infortuno ma dimostra in questi playoff di essere un winner, e la sua media-punti in questo playoff eguaglia il 19,3 di Gallinari che è il top per un europeo nel 2015-16 fra gli Scoring Leaders.

L’altra ragione del successo è che, con gli uomini contati, Bosh fermato a tempo determinato dai medici per il rischio di un embolo polmonare, Whiteside fuori per la distorsione al ginocchio  (come Valanciunas  per la caviglia il quale però ha un cambio del primo livello quale il congolese Biyombo, 13 rimbalzi a Miami) il sottovalutato filippino di Riley, decide di giocare tutta la gara con un quintetto basso utilizzando Luog Deng, ala piccola tiratrice, nel ruolo di centro chiedendogli un sacrificio per il problema al polso. E schiera il suo interessante rookie, Justice Winslow, il n.10 dell’ultimo draft lanciato da Duke, il quale a sua volta segna 12 punti, per cui con un totale di 65 punti del trio basotto Miami para i 36 punti di Lowry e i 23 di DeRozan e si gioca il passaggio alla finale a Toronto. I Raptors non sfruttano invece per niente la panchina più lunga, 15 punti soli senza provare coach Casey  un vincente come Luis Scola, contro i 24 dei tre soli cambi dei vincitori. Perdono gli Heat  il duello ai rimbalzi di un soffio (43/41) per l’atletismo di Biyombo ma i Raptors tirano col 41%, nn sono immuni da pecche nel tiro anche Lowry e DeRoan,  ed escono da Miami con soli 10 assist, una cifra indicatrice sulla fluidità di gioco nemmeno da Spaghetti League.

Casey esclude di aver giocato col freno a mano tirato per puntare alla gara casalinga di domenica che sarà l’evento nazionale del Canada, col suo primo ministro e primo tifoso Drake a sostenere  l’ex franchigia di Bargnani che nella regular season è stata più meritevole, con 56 vittorie, degli Heat anche se non è riuscito ad approfittarne. Brutta serata per la panchina, dicevamo, ma soprattutto per il jolly Tarrence Ross (6 punti, 3/8 e 0/4 da3) e Corey Joseph, il play canadese, con 7 punti , indeciso e impreciso ( 3/9) .

Nella serie infinita che sta dando il vantaggio di un lungo riposo ai Cavaliers, i Raptors non hanno mai superato i 100 punti e vinto le sue tre gare con un attacco sterilizzato, 96,95 e 94 punti e per due volte nell’overtime. Da pare sua Miami ha vinto invece 2 volte con più di 100 punti di cui la prima a Toronto nell’overtime. Nelle gare per l’eliminazione Miami vanta la miglior striscia vincente (6/0) e 6/3 in gara7 di cui le ultime 4 fra le quali una in trasferta. Bilancio negativo nel tie-break invece per i Raptors con 2/6, di cui 1/5 in trasferta. In questo playoff hanno giocato 3 overtimes,  Miami ha vinto la prima (a Toronto) e l’ultima.

Con i suoi 22 punti Wade continua la scalata nella “scoring list” dei playoff: partito al 20° posto è arrivato al 12° superando Akeem Olajuwon e attacca John Havlicek con 105 gare. Eliminato Duncan è il più illustre rappresentante della vecchia guardia: il 17 gennaio ha compiuto 34 anni. E’ nato a Chicago, ha giocato a Marquette ed è stato scelto da Miami n.5 nel 2013 segnando 20221 punti in 13 stagioni (855 gare, 845 starter) con una media di 23,7 punti. In questo playoff la sua media-punti è maggiore di quella della regular season: 21,8 contro 19 punti, mantiene la sua efficienza nonostante problemi alle ginocchia. Recentemente si è risposato con un’attrice televisiva (Gabrielle Union) che dopo la faccenda delle foto di intimità rubate da un fotografo, in questi playoff ha avuto un momento di notorietà quando con un twitter alla NBA ha chiesto una pesante multa per gli arbitri rei di non aver visto un fallo sul marito nella gara con Charlotte, in realtà inesistente come dimostrato nel filmato. In questa serie con i Raptors Wade è stato attaccato per essere andato a tirare durante l’inno del Canada, sulle prime ha tentato di giustificarsi, viste le reazioni delle autorità canadesi la NBA gli ha consigliato di non insistere e si è scusato per cui è facile immaginare quale ambiente troverà domenica a Toronto. Il suo pallino è l’eleganza, come giocatore è da anni una delle migliori guardie della NBA per la tecnica, il timing ,la forza fisica, la completezza. Il suo miglior amico è LeBron James col quale ha vinto 2 dei 3 titoli.

PLAYOFF Semifinali G6. Est: MIAMI-Toronto 103-91 (3/3; 21-10 32-24; 29-28, 21-19; 30 G.Dragic 12/21 2/5 da3 tl4/4 7r 4a, 22 D.Wade 8/21 1/4 a3 tl5/6 6r 5a 3st, 13 J.Johnson 5/10 1/2 da3 tl2/2 4r, 12 J.Winslow 4/9 1/1 da3, 2 L.Deng 1/5 0/3 da3 8r 2pe; 36 K.Lowry 12/27 3/5 da3 4r 3a, 23 D.DeRozan 8/21 0/1 a3 tl7/7 4r 2a, 4 B.Biyombo 1/4 13r 2a 2st).

SKY TV – Sabato 14 maggio G6 Miami-Toronto differita ore 12 3HD e 17.30 2 HD.

STANOTTE – Nessuna gara, domenica 15 Toronto-Miami g7, lunedì 16 G1F Golden State-Oklahoma

LA SITUAZIONE – Est: CAVALIERS-Hawks 4/0 (104-93, 123-98, 121-108, 100-99), RAPTORS-Heat 3/3 (96-102 OT; 96-92 OT; 95-91; 94-87 OT; 99-91; 91-103) . Ovest:  WARRIORS-Portland 4/1 (118-106; 110-99; 108-120; 132-125 OT; 125-121); SPURS-Thunder 2/4 (124-92, 97-98; 100-96, 97-111; 91-95; 99-113).

A cura di ENRICO CAMPANA

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