Giornata nerissima di Durant, Warriors ko

Stagione in parallelo per Denver e Charlotte  aggrappate con fatica all’ottavo posto e sotto il 50 per cento nelle rispettive conferences prima della settimana precedente l’All Stars Game di New Orleans del 18 febbraio. Nelle gare di sabato notte Denver (22/28) ha perso alla boa delle 50 gare la terza volta nelle ultime 4  pagando  a San Antonio ai 10 minuti di folli del quasi 40enne Manu Ginobili punta di dimante della Virtus Bologna dominatrice della Spaghetti League e dell’Euroleague ormai 3 lustri fa e  l’ assenza di Gallinari per il risentimento all’inguine. E’ questa in fondo la principale ragione  della sbandatina della squadra di Malone,  proprio quando sembrava aver trovato il passo giusto. E  grazie all’esplosione di Nikola Jokic e alla determinzione del Gallo  nel mese di gennaio, la migliore delle sue otto stagioni dell’azzurro.

Denver che in fatto di infortuni è fra le prime del ranking e segna 110 punti a gara che sono uno standard da squadra ambiziosa è tallonata da Portand (22/29) che non è riucita a trovare la determinazione per migliorarsi rispetto allo scorso anno per il calo di Damian Lillard  l’esposivo percussore. Da dietro però frenano anche le concorrenti con l’eccezione di Sacramento che  ha fermato la corsa della miglior squadra della stagione, i Warriors, che nel derby californiano hanno perso l’ottava gara (43/8) pregiudicando la possibilità di abbassare il proprio record e assoluto delle 73 vittorie e 9 sconfitte che aveva illuminato  la NBA.

Non sempre si può migliorare dopo un record pur prendendo una delle 3 big-star, come l’eroe della finale olimpica Kevin Durant che ha scelto i Warriors fra almeno 5 pretendenti per raggiungere il sogno del suo primo titolo NBA. Ma non sempre 2 più 2 fa quattro e nel derby Golden State ha perso nel supplementare “tradita” da Kevin che ha toccato il minimo punteggio delle sue 293 gare nella Lega. Steve Kerr si è sfogato con un arbitro per non aver fischiato un fallo netto  da dietro  ed è stato espulso nell’overtime.  Curry, 35 punti con 8/14 nelle triple e 9 assists, non ha invece nulla da rimproverarsi. Un gigante nei Kings DeMarcus Cousins che ha sfiorato la tripla doppia per  assist, non è facile chiudere con 32 punti, 12 rimbalzi e 9 assist ma lui per la quindicesisima volta ha chiuso con almeno con 30 punti e 10 rimbalzi e il lunatico centro è terzo in questa classifica speciale  delle big-stars. Ma non ha fatto tutto da solo, sono stati decisivi altri due giocatori controversi, legati a fatti di cronaca: Collison (18 punti) e con 14 rimbalzi il veterano Matt Barnes che ha spostato la bilancia dei duelli aerei e fatto valere la sua difesa “sporca”.

Non ci sono parole per i 42 minuti da incubo di Durant, 2/10 al tiro fra cui 6 triple sbagliate anche se si è impegnato cercando di compensare,  come dimostrano i 9 rimbalzi e le 6 stoppate.Ma non ci piove sulla potenza dell’attacco dei vice-campioni della Baia, il problema ai rimbalzi è invece mggiori di uello dell’anno scorso e si rimpiange  un centro puro come Andrew Bogut che il volonteroso Zaza Pachulia , un’ala forte, non riesce a compensare.

Al Madison i Cavaliers hanno vinto e parte del pubblico  ha fischiato Carmelo Anthony che ha ringraziato roteando il dito medio, un gesto volgare che gli costerà migliaia di dollari e altri nemici. Lui dà tutta la colpa ai media newyorkesi  spiegando che aizzano i tifosi e dopo la gara decide di punirsi andando ad allenarsi per evitare altri fischi. Il maggior  problema  è che la gambe non reggono più,  socialmente non è un leader ma solo un personaggio che cavalca l’onda della protesta nera atteggindosi  a tribuno delle minoranze. I  peggiori anni dei Knicks sono quelli seguiti al trasferimento  da Denver nella Grande Mela, il suolo natio nel quartiere portoricano dove ha fatto scuola di vita e basket. I Knicks non sanno come disfarsene, ha due anni di contratto e un clausola prevede  che possa rifiutare il trade. Dietro le quinte si lavora per uno scambio con  Kevin Love che non dispiacerebbe  a LeBron James  più che altro per l’amicizia e le affinità di pensiero.

Per Charlotte (23/28) sconfitta di misura (105-98) a Utah con 13 punti di Belinelli e un’onorevole prova, la striscia negativa(0/7)si fa preoccupante e il debutto dl centro Miles Plumlee (4 punti) preso dai Bucks ai quali gli Hornets hanno dato Spencer Hawes e Roy Hibbert, non può di colpo risolvere i problemi ai rimbalzi aggravati  dall’assenza di Cody Zeller per infortunio. Gli Hornets si giocano l’ottavo posto con Detroit  (23/28) che a loro volta hanno perso a Indiana. Oltre la rinascita dei Miami, 11 vittorie su 11, con 30 punti e 20 rimbalzi dell’astro nascente Hassan  Whiteside che può portare la squadra ai playoff, con 6 vittorie consecutive i Wizard  (105-91 con i Pelicans)  sono arrivati al 3° posto grazie anche alle troppe sconfitte dei Raptors che nella prima parte dell stagione tenevano il passo dei Cavs.

A cura di ENRICO CAMPANA

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