Flop Cleveland, Boston prima all’Est

Questa la griglia dei playoff NBA dopo 82 gare (fra parentesi la testa di serie): Est: BOSTON (1)-Chicago (8), CLEVELAND (2)-Indiana (7), TORONTO (3)-Milwaukee (6),  WASHINGTON (4)-Atlanta (5); Ovest: GOLDEN STATE (1)-Portland (8); SAN ANTONIO (2)-Memphis (7); HOUSTON (3)-Oklahoma (6); LA CLIPPERS (4)-Utah (5).

L’ultima giornata con 28 squadre in campo non ha cambiato di una virgola quello che si sapeva già, in un malinconico panorama di una NBA surreale, da doni natalizi fuori stagione  con i migliori a vedersi la gara da casa  in poltrona o in panchina, fino a veder Denver vincere a Dallas mandando in campo soltanto 7 giocatori, alla faccia dei roster multimilionari…

Cleveland ha chiuso con la quarta sconfitta consecutiva regalando il primo posto a Boston, palesemente più interessata a risparmiare le energie per il gran finale e sfoltire la rosa di ben 22 giocatori per evitare la scure del fisco. La prima domanda: scommettereste su Boston campione? Io no… A parità di vittorie dei campioni in carica ma..scarichi i Raptors sono terzi. Per il 7° e 8° posto, nella volata finale grazie a suo Superman (Paul George) Indiana ha vinto 5 gare filate mentre Chicago è dentro per il confronto diretto, a parità  con Miami  di Goran Dragic e Hassan Whiteside che meritavano  la post-season per aver animato la Lega negli ultimi 3 mesi. All’11° posto Charlotte, Belinelli dopo aver vinto il titolo con gli Spurs non ha più giocato i playoff passando i 30 anni.

All’Ovest successo annunciato dei Warriors col miglior record (67-15). E’ la loro “era:, tre primi posti nelle ultime 3 stagioni con più di 200 vittorie (e un titolo e un 2° posto per ora). E’ un risultato da squadra degna di entrare negli annali, anche se a tre quarti di stagione pur con l’innesto di Kevin Durant (per ora riuscito) per una sola notte era stata sopravanzata in classifica dagli Spurs che imbottita di veterani  hanno finito tuttavia con la lingua penzoloni. Ma le 61 vittorie sono tante e nn è da tutti vantare la ventesima stagione vincente dell’era-Popovic. Il quale vorrebbe chiudere la sua favolosa carriera con un ennesimo titolo, prima di dedicarsi alla squadra USA per i Mondiali di Pechino e le Olimpiadi di Tokio.

Al terzo posto Houston, la resurrezione firmata da Mike D’Antoni per la sublimazione dello spettacolo e la gioia di James Harden che a suon di canestri, assist, triple doppie confida nel voto della giuria per ribaltare il sentimento popolare, tutto per Westbrook, e conquistare il suo primo titolo di MVP. E viene a proposito il match nei quarti con Westy, lo scontro individuale più atteso.

I Clippers si sono assicurati il 4° posto per il miglior risultato nel confronto diretto con Utah che forse meritava di più per la tenacia e la regolarità, ma le cicle losangeline (che al ritiro di Paul Pierce  stanno tentando Gallinari, l’alter ego europeo) alla fine hanno lucrato il vantaggio del campo e per una volta tanto potrebbero approfittarne se non fosse che nei quarti ritroveranno proprio gli Jazz di Quinn Snyder,  a mio parere coach dell’anno dopo Mike D’Antoni, terzo Brad Stevens.  Dunque quinta Utah che ha fatto leva su Howard, il miglior cecchino bianco “Made in USA” in circolazione  e sul salto di qualità del centro francese Gobert, magnifico atleta e splendida persona, fra i tre migliori giocatori europei dell’anno (con Giannis Antetokounmpo e Goran Dragic pari merito con Jokic).

Al 6° posto i Thundercity che Westbrook  con le sue imprese non ha fatto sentire orfani per la partenza di Durant. Un trauma sanato in fretta, anche se la squadra non è da titolo. Al 7° Memphis sempre puntuale all’appuntamento con Mike Conley  e Mrc Gasol e il nuovo coach Fizdale che on questo bel risultato la prossima stagione non dovrà più acquistare 500 biglietti per fare marketing e ingraziarsi i tifosi. All’ottavo posto, una sola vittoria in più di Denver del Gallo, Portland. Voleva volare alta, non c è riuscita, ma alla fine ce l’ha fatta almeno ad entrare con l’ultimo posto utile ma con una condotta eroica.  E grazie alla sua “pulce atomica” (Lillard) e al  regalo di Nurkic, che aveva cominciato la stagione alla grande in Colorado. Mai affare di mercato a febbraio fu più letale di quello studiato dai geniali dirigenti di Denver. Sì, premio boomerang dell’anno per gli “altoatesini”i delle Montagne Rocciose.

RISULTATI 12 aprile, ultima giornata.  NEW YORK-Filadelfia 114-113 (17 C.Anthony); BOSTON-Milwaukee 112-94 (18 G.Green, 13 Thomas 3/11 2/6 da 8a; 15 M.Beasley); CHICAGO-Brooklyn 112-73 (23 J.Butler, 25 P.Zipfer 8/13 5/7 da3 6r; 20A.Goodwin); INDIANA-Atlanta 104-86 ( 32 P.George , 19 J.Teague; 15 E.Ilyasova); MIAMI-Washington 110-102 (28 G.Dragic 11/21 2/4 da, 24 H.Whiteside 18r; 27 T.Burke 10/13 5/7 da3); Memphis-DALLAS 93-100; ORLANDO-Detroit 111-105:CLevelad-TORONTO 111-105 (15 I.Shumert 0/3 da3; 25 N.Powell); HOUSTON-Minnesota 123-118  (27 J,Harden 5/10 da3 tl6/8 10r 12a, 22 C.Capela 10r; 28 KA Towns 21r 3a, 10 K.Dunn 16a); UTAH-San Antonio 101-97 (14G,Haywar, 13 R.Goert 9r; 18 L.Aldridge), Oklahoma-DENVER 105-111 (5 Westbrrok 2/10 1/5 da3 5r 8a, 13 T.Gibson; 29 N.Jokic 9/14 tl11/14 16r 8a, 17 J.Murray 10/17 4/5 da3 6a); LA CLIPPERS-Sacramento 115-95 (18 D.Jordan 17r, 18 J.Redick: 19 W.Cauley-Stein 14r 6a); GOLDEN STATE-La Lkers 109-94 (29 K.Durant 11/16 5/7 da3 8r 5a, 20 St.Curry 5/14 da3 5r 8a; 13 L.Nane 11r, 12 J.Clarckson); Portland-NEW ORLEANS 100-103 (25 S.Napier, 12 N.Vonleh 19r; 15 Jor.Crawfrd, 13 S.Hill).

A cura d ENRICO CAMPANA

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