Denver stupisce anche senza il Gallo

Meno due, dice il conto alla rovescia. Se questa settimana in Europa l’attenzione si concentra sulle coppe nazionali (le più importanti sono la Copa del Rey spagnola e quella italiana a Rimini dal 16 al 19), quella mondiale guarda al 66° All Star Game della NBA allo Smookie King Center di New Orleans.

Il programma si apre venerdì 17 febbraio in Lousiana con l’All Stars Celebrity e il Rising Stars Challenge, e vecchie glorie e le due formazioni delle stelle nascenti nella sfida NBA-Resto del mondo che per la prima volta avrà ben 4 europei, Nikola Jokic (Denver), Kristaps Porzingis (Knicks) e le matricole Domantas Sabonis (Oklahoma) e Dario Saric (76ers). Sabato 18 febbraio i concorsi Skills Challenge, 3 Point Shootout con i migliori triplisti della Lega salvo il più grande, Steph Curry, che detiene il record assoluto per stagione. Domenica 19 febbraio il clou, alle 20 locali, in diretta mondiale con circa Tv con la partita delle Stelle con la grande novità del giovanissimo greco Giannis Antetokounmpo (Bucks) che ha bruciato le tappe in sole due stagioni di NBA e sarà starter mentre l’altro europeo, Marc Gasol, sarà fra le riserve o meglio dire fra i 7 cambi.

I due quintetti sono: Est: Kyrie Irving (Cavs), DeMarr DeRozan (Raptors), LeBron James (Cavs), Gianni Antetokounmpo (Bucks), Jimmy Butler (Bulls); Ovest: Stephen Curry (Warriors), James Harden (Rockets), Kevin Durant (Warriors), Kawhi Leonard (Spurs), Anthony Davis (Pelicans).

Queste le riserve: Est: Isaiah Thomas (Celtics), John Wall (Wizards), Kevin Love (Cavs), Kyle Lowry (Raptors), Paul George (Pacers), Kemba Walker (Hornets), Paul Millsap (Hawks); Ovest: Russell Westbrook (Thunderity), Klay Thompson (Warriors), Draymond Green (Warriors), , DeMarcus Cousins (Kings), Marc Gasol (Grizzles)

Kevin Love è stato operato ieri in artroscopia al ginocchio sinistro, ne avrà per 6 settimane, e Carmelo Anthony potrebbe prendere il suo posto anche se “Superbone” come al solito ha voluto fare il prezioso precisando che si deve consultare con la sua famiglia. Forse vuole schivare la stampa che in questi giorni visto l’andamento della stagione deludente al pari delle tante ultime  “ricama”  sul suo possibile divorzio coi  Knicks. Il “trade” di mercato  ovviamente avrebbe grande risonanza mediatica e l’argomento vampirizzerebbe  il contenuto festaiolo tipico della kermesse.

Per l’Europa, dunque, c’è Marc Gasol con la sua terza partecipazione, The Greek Freak (ovvero Antetokounmp), e poi i ben quattro selezionati per il Rising Stars, significa vedere in campo ben cinque gioielli europei a conferma della forte capacità di produzione del basket del vecchio continente e anche un ricambio generazionale dopo le fortunate stagioni dei vari Nowitzki, i fratelli  Gasol, Parker, Diaw, Batum, Ilyasova , Bargnani, Belinelli e così via mentre per il 28enne Gallinari, il top scorer dei Nuggets (17.02 punti)  sembrava l’anno buono ma non è stato risparmiato nemmeno questa stagione dagli infortuni ed è fermo da sette gare per un risentimento all’inguine. I debuttati sono Saric e Sabonis jr, Jokic e Porzingis hanno già alle spalle un gettone per la squadra europea nella sfida fra le “stelline” del primo e secondo anno.

Intanto è maturato martedì il primo importante “trade” ufficiale. Il congolese-ispanico Serge Ibaka passato 6 mesi fa da Okalhoma a Orlando per Victor Oladipo e il n.11 del draft Sabonis deve fare le valigie per Toronto che manda in Florida il tiratore Terence Ross più la sua testa di serie del primo giro del 2017. Toronto era arrivata un mese e mezzo fa a una corta incollatura dei Cavs, poi il crollo inspiegabile , dal 2° al 4° posto, con 10 sconfitte nelle ultime 14 gare, fra cui 2 con Miami e squadre di minor classifica (Detroit, Minnesota, Suns). Con Detroit nei giorni scorsi ha scialato un vantaggio di 16 punti nell’ultimo quarto, Kyle Lowry ha detto che era ora di cambiare qualcosa ed ecco sfoltire la rosa con un tiratore chiuso da Lowry e DeRozan per un power forward che porta punti, prende ribalzi e in difesa è considerato un intimidatore. Bel colpo. Che nell’italianissima Toronto ci sia adesso –  salary cap permettendo -un  interesse per Gallinari?. Sarebbe il giocatore ideale per completare l’organico, senz’ altro più forte del lunatico DeMarre Carroll.

A Denver il primo affare di mercato non riguarda però Gallinari ma il bosniaco Jussuf Nurkic. L’aventiniano voleva andarsene per aver perso la fiducia di Malone ed è stato scambiato per Mason Plumlee che esordirà stanotte contro Minnesota con la maglia n.24. Recentemente aveva cambiato squadra anche il gemello Miles lasciando i Bucks per gli Hornets,  Portland ha ceduto Mason  (26 anni, 2,10 centro titolare) che stava giocando la sua migliore stagione (26,1 minuti, 11,1 punti, 9 rimbalzi, 4 assist per 54 gare) e preso Nurkic più la prima e seconda scelta del draft di giugno e denaro.

Ieri notte tre gare, senza Love che andava sotto i ferri (del chirurgo)  vittoria stretta dei Cavs in Minnesota con 25 di LeBron e gara perfetta (10/14 al tiro, 8 rimblzi, 14 assist) e 25 punti di Kyrie Irving però con un imperfetto 10/27 e 2/10 da 3) e dall’altra parte 41 punti del canadese Wiggins con 29 tiri e pochi assist e 26 di Karl Anthony Town i due miglioro rookies delle ultime due stagioni. Toronto ha raggiunto il fondo della sua crisi di risultati perdendo a Chicago (105-94) con 20 punti di Doug McDermott che non ha mantenuto compiutamente le promesse dopo aver fatto faville al college. Impreciso (2/10 e 0/3 da 3,) al  rientro Jimmy Butler  che ha segnato però 19 punti compensando cn 15 liberi su 19 e 12 assist e 4 recupero. Vittoria esterna importante dei Kings sul campo dei Lakers (96-97) per tenere la ruota dei Nuggets nella lotta per l’8° posto (24/32 contro 25/30), con 40 punti di Cousins (13/24 2/7 da3 tl12719 12r 8a 6pe, 36 minuti). In carriera la lunatica star di Sacramento è arrivato 9 volte ai 40 e ben 4 in questa stagione post-olimpica nella quale sembra più interessante a guardare agli interessi della squadra.

Continua l’eco di uno storico 13 febbraio nella NBA. E non solo perchè vincendo a Indianapolis (110-116) gli Spurs raggiungono la vittoria n.42 della stagione conquistando il primato all-time delle 20 stagioni vincenti consecutive (dal ’97-98 ad oggi). Stephen Curry ha lasciato  il Pepsi Center  nascondendosi il capo con  un’asciugamani. Questa è l’istantanea  della pesante sconfitta (132-110) contro i Nuggets che  in formazione d’emergenza, con 24 triple(su 40 hanno eguagliato anche il recente record  dei Warriors in materia. Cioè con la miglior squadra della stagione.

Quello che è incredibile e  illuminato però la nottata da Stars Wars è che Denver, sconfitta già 2 volte questa stagione dai giocatori della Baia, non aveva Gallinari (risentimento inguinale, settima gara consecutiva), Faried, Arthur e non ha utilizzato Mudiay e Wilson Chandler (influenza) . E  stravinto con i giovani!. Impresa-record di Nikola Jovic, il serbo alla sua seconda stagione a Denver, che ha dominato sotto i tabelloni con 21 rimbalzi, sbalorditiva  vera assist-machine (12) e 17 punti capace di finire la gara con un’altra tripla-doppia, difficilissima per il gioco dei centri, 17 punti 21 rimbalzi, 12 assist. Jokic-Joker entra a 22 anni nella storia del basket grazie anche ai 40 punti della precedente gara con i Knicks. Solo gli Hall of Famers Shaquille O’Neal, Olajwon e Jabar avevano raggiunto una vetta simile e per ritrovare una supertripla di tale portata si deve andare indietro di mezzo secolo alla gara-monstre che il 19 marzo 1968 giocò Elgin Baylor.

E vogliamo parlare dei 27 punti di Juancho Hernangomez? Il rookie e fratellino minore di Willy centro dei Knicks, è stato protagonista di un’esplosione senza precedenti. Il 21enne spagnolo, vice di Gallinari,  aveva una media di 3,8 punti e 2,8 rimbalzi, partito nel quintetto ha sfruttato l’occasione realizzando 27 punti (9/17, 6/9 da 3, 3/4 liberi, 10 rimbalzi) riuscendo a giocare una partita perfetta nella quale è stato addirittura  il più a lungo  rimasto in campo (43 minuti)

A cura di ENRICO CAMPANA

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